"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
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Quando due giorni fa ha letto la lettera, il capo di Unicredit, Federico Ghizzoni si e' veramente incazzato. Oltre a dover seguire con i nervi tesi le mosse della BCE che lasciano intravedere altre dosi di "stress" anche per le maggiori banche italiane, il manager piacentino adesso dovra' mettere mano alle arti della diplomazia per recuperare la fiducia del ministro Padoan.
Quest'ultimo infatti e' il primo firmatario della missiva che annuncia le sue dimissioni irrevocabili dal Comitato Scientifico di "Economia Italiana", la piu' prestigiosa rivista di studi economici, pubblicata da Unicredit. Cio' che inoltre ha sorpreso il roseo Ghizzoni non e' soltanto il tono della lettera, ma anche il fatto che le dimissioni del ministro del Tesoro sono sottoscritte da tutti gli altri economisti del Comitato tra cui spiccano i nomi di Innocenzo Cipolletta, Antonio Pedone e Paolo Guerrieri, direttore scientifico dela Rivista, grande amico un tempo di D'Alema e adesso di Matteuccio Renzi. Uno schiaffo della comunita' scientifica e sopratutto del
matteo renzi pier carlo padoan
ministro che governa il sistema del credito.
Nella lettera, che e' arrivata anche al presidente di Unicredit, Giuseppe Vita e agli altri componenti del vertice, si denuncia l'impossibilita' di andare avanti per lo stato di incertezza e di confusione che regna intorno all' iniziativa editoriale della banca.
A Ghizzoni e' bastato un attimo per capire che il responsabile del pasticcio e' Giuseppe Scognamiglio, il dirigente ex-diplomatico che in Unicredit si occupa di public affairs e si fa ancora chiamare "ministro". Costui non e' nuovo a incidenti e gaffes che hanno creato problemi alla banca. Il piu' clamoroso risale a novembre di due anni fa quando sul Financial Times apparvero alcune sue dichiarazioni che attribuivano la confidenza di pesanti giudizi sull'Italia nientemeno che al capo della Bundesbank, Jens Weidmann.
Nella vecchia sede di piazza Cordusio i vetri tremarono e ci vollero enormi sforzi per smentire la leggerezza del cosidetto "ministro".
A questo si devono aggiungere le voci di un'indagine condotta a marzo 2013 dall'internal audit della banca sulla piccola societa' Europeye che pubblica "East", una rivista di politica internazionale pagata da Unicredit. L'attenzione era scattata quando si era saputo che di questa societa' presieduta da Scognamiglio,la maggioranza del capitale era in mano alla sua banca, mentre un 5% apparteneva a una societa' cinematografica dove azionista era Dorotea Morlicchio, moglie del manager di Unicredit.
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE SCOGNAMILIO E FABRIZIO SADUN
Resta il fatto che al povero Scognamiglio e' rimasto tra le mani il giocherello dell'editoria di Unicredit che a quanto pare non riesce a gestire senza creare imbarazzo a Ghizzoni.
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