BANCHE TROPPO POPOLARI – LO SCORSO AUTUNNO, BEN PRIMA DEL DECRETO RENZI, MEDIOBANCA SCOMMETTEVA SU UN RIALZO DELLE POPOLARI – E SE NE PARLÒ IN UNA SERIE DI INCONTRI OSPITATI NELLA SEDE LONDINESE DELL’ISTITUTO DI NAGEL

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Una serie di incontri nella sede londinese di Mediobanca nel corso dei quali si è parlato delle prospettive di Borsa delle banche popolari italiane. Prospettive ritenute rosee, perche sarebbero “sottovalutate del 20%” rispetto alle altre banche. Ecco la piccola sorpresa che emerge a indagare sui movimenti di Borsa delle Popolari nelle settimane precedenti l’intervento del governo con l’abolizione del voto capitario.

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Gli incontri con grandi investitori ospitati da Mediobanca si sono svolti prima di Natale e hanno avuto per protagonista l’analista capo di Mediobanca Securities, Antonio Guglielmi. Lo stesso che pochi giorni dopo il decreto di Renzi del 19 gennaio ha scritto entusiasta in un report: “Il decreto segna un cambiamento radicale nel mercato bancario italiano e conferma il carattere riformista del governo”. Non solo, ma secondo l’analista di Piazzetta Cuccia la riforma avrebbe l’effetto di “attirare investimenti esteri diretti”.

 

E a guardare i movimenti di Borsa nei giorni dell’annuncio del decreto, in effetti, gli investimenti esteri sono lampanti. Nella prima settimana il Banco Popolare ha fatto un balzo del 21%, l’Ubi è salita del 15%, la Popolare Emilia ha messo a segno un rialzo del 24% e la Popolare di Milano ha guadagnato il 21%. Per non parlare della Popolare dell’Etruria, di cui era vicepresidente il padre del ministro Boschi, schizzata del 65%. Movimenti che hanno innescato le indagini della procura di Roma e della Consob per un sospetto insider trading. Indagini che hanno subito registrato l’elevatissima percentuale di acquisti e vendite partiti da Londra.

 

GUGLIELMI MEDIOBANCA GUGLIELMI MEDIOBANCA

Per ironia della sorte, la voce di misteriosi incontri sul futuro delle popolari in quel di Londra hanno colpito per primo il fondo Algebris di Davide Serra. Ma il finanziere amico del premier, che nel 2014 ha comprato un robusto pacchetto di azioni del Banco Popolare, ha smentito con una nota ufficiale. Gli incontri ci sono stati, ma a Mediobanca Londra.

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