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Francesco Specchio per Libero Quotidiano
MARIO MONTI GIUSEPPE MUSSARI FOTO INFOPHOTO
Giuseppe Mussari, piccolo avvocato calabro, un Bel Ami di provincia arrampicatosi sulle vette del potere della presidenza del Monte dei Paschi di Siena, è sempre stato un uomo generoso. Molto generoso. Quasi un filantropo alla Bloomberg o alla Olivetti.
Sennò non si spiega, per esempio, perché in un solo anno, tra il 2006 e il 2007, il presidente sia riuscito ad far passare il costo delle spese del personale della propria banca da 598 a 765milioni, con un aumento certificato del 17,9%. Tutto questo scroscio di generosità è avvenuto, guarda caso, a cavallo della famigerata acquisizione da parte di Mps di Antonveneta per la cifra spropositata di 17 miliardi. Il primo passo, fondamentale, della banca verso l' abisso.
L' aumento, un inspiegabile gesto benefico, emerge da una nota infilata, anzi seppellita, a pagina 11, tra i fittissimi risultati d' esercizio del «Documento informativo relativo all' acquisizione» interno, imposto dalla Consob e ovviamente ignorato da gran parte dei correntisti.
Trattasi di un utile quadretto sinottico che oggi fa parte dei 58 volumi di carte per filone d' indagine (e i filoni sono quattro: da Antonveneta all' operazione Fresh, a Santorini-Bmps/Db e Alexandria Bmps/Nomura) del processo milanese a Mps che fissa l' udienza preliminare al 21 febbraio prossimo. La notizia dell' aumento improvviso delle spese del personale certifica, nello stesso periodo, lo strano fenomeno meteorologico di aumenti di stipendi a pioggia.
«È una bomba. Gli aumenti non sono legati, ovviamente, a normali scatti di anzianità: qui molti impiegati sono diventati all' improvviso quadri, molti quadri dirigenti. Praticamente qui hanno promosso tutti per ammorbidirli alla vigilia dell' acquisizione di Antoveneta», commenta esterrefatto Luigi De Mossi, avvocato specialista in penale giudiziario che, dal suo studio in stile newyorkese dietro piazza del Campo, si staglia tra i faldoni del processo di Milano.
«E, anche se quell' aumento, in quel periodo, fosse attribuibile a nuove assunzioni, be', peggio mi sento: la procedura sarebbe allucinante». Tra l' altro, Rocca Salimbeni conta già 25mila dipendenti per 2.100 filiali: più del doppio della media europea che è di 1 dirigente ogni 200 dipendenti. Sempre sul filo dell' eccesso.
LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg
De Mossi è uno che vive la sua vita professionale nell' ossessione che Mussari abbia usato nella gestione della banca il modus operandi di Pietro Gambadilegno. Non ha tutti i torti. «Se lei legge i rapporti interni della banca, scopre che, per esempio, per Antonveneta, la due diligence fu successiva all' acquisto. Il che è pazzesco: è come se uno prima compra la macchina e dopo controlla se c' è il motore sotto il cofano».
Leggo i rapporti: ha ragione. Il suo processo milanese sarà una sorta di maxiprocesso in stile Ucciardone: 2.600 parti civili, un florilegio d' imputati a giudizio (a vario titolo), per i seguenti reati: aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Mussari, Vigni e Baldassarri (ex responsabile Area finanza), sono già stati condannati a Siena per il reato di ostacolo alla vigilanza. Tutte le inchieste sono relative a tutte le operazioni finanziarie legate, appunto, all' acquisizione di Banca Antonveneta. L' avvocato ha chiesto risarcimento per 1 milione di euro ad assistito.
Per molti, da dieci anni, la situazione kafkiana della banca non è una novità. Le collusioni, le negligenze e le omissioni tracciano un quadro di tragedia diffusa. «Ci fu un momento in cui, addirittura, Mussari e il sindaco Ciccuzzi salvarono il pastificio Amato volando in una famosa cena sulla costiera amalfitana. Era un sistema di potere che mescolava capitale pubblico e capitale privato, che ha privatizzato i profitti e pubblicizzato le perdite, soprattutto col sistema della moltiplicazioni dei cda. Come nel caso di Scarlino Energia, il debitore insolvente di Mps il cui azionista di maggioranza è Mps stessa.
A Siena, dicono, volgarmente: ti piscian in capo e ti dican che piove. Mentre commenta, con ruvidezza alla Bukowski, il quadro d' insieme Andrea Corsi, giovane consigliere comunale d' opposizione immerge un ricciarello alla mandorla in un etto di bile. In questo momento sul Monte gira di tutto, s' arriva perfino alla leggenda metropolitana che, nonostante il decreto-salvezza del governo la banca avrebbe liquidità per meno di 10 giorni.
Eppure, in molti sono convinti che quest' idea dell' inerzia, per non dire, talora, del favoreggiamento partecipato, andrà ad incidere anche sulla quantità di rimborsi agli obbligazionisti previsto dal governo (il 100% per i possessori di bond subordinati, il 75% per gli istituzionali). Dice Cinzia Gravina, avvocatessa esperta di banca - perché tra le prime ad essere truffate: «Credo che difficilmente i clienti di Mps avranno quei ristori o risarcimenti. La banca, grazie ai suoi alti costi di gestione, ha, da sempre, clienti liberi professionisti, spesso ex dipendenti che non sono la vecchietta ignorante: e costoro sono in grado perfettamente di capire il profilo di rischio».
Sono gli stessi clienti che si accingono ora ad assaltare i loro ex tradizionali, presunti, benefattori. «L' aspettativa, ora, è quella della giustizia, il rischio quello della prescrizione», sospira De Mossi
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