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Dagoreport
Il Governo è pronto a sganciare una bomba H anche sulla Sogin, la società dello Stato che dovrebbe (ma non lo fa) curare lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane e curare la gestione dei rifiuti contaminati, anche quelli degli scarti sanitari.
Da un po' sono sul tavolo di Luca Lotti i curriculum del nuovo amministratore delegato, che dovrebbe prendere il timone della Sogin al posto del già silurato Riccardo Casale, nominato nell'estate del 2013 da Enrico Letta che lo pescò, su indicazione dei bersaniani allora al comando, dalla torinese Iren, municipalizzata elettrica cittadina.
Casale, imputato di non aver saputo rilanciare la Sogin il cui compito precipuo è di spendere gli oltre 300 milioni che vengono prelevati dalle bollette per completare attraverso gare pubbliche lo smantellamento delle centrali e mettere in sicurezza gli ultimi residui di materia contaminato.
Anche l’avvio del parco tecnologico e deposito dei rifiuti nucleari è rimasto al palo, creando malumori soprattutto nel settore industriale della componentistica e della tecnologia sofisticata che si attendeva dalle commesse Sogin una boccata d’ossigeno.
A complicare il lavoro di Sogin, inoltre, le incomprensioni e i litigi con il presidente Giuseppe Zollino, un professore esperto di energia, che in questi anni ha saputo farsi apprezzare.
La decisione del governo è presa ed è in dirittura d’arrivo la scelta del nuovo Ad, che Ministero dello Sviluppo Economico e Presidenza del Consiglio avrebbero identificato in Raffaella Di Sipio, che per oltre dieci anni ha lavorato per i colossi dell’energia europei, prima in Endesa Italia e poi in Eon Italia, con responsabilità nelle aree del business dello sviluppo delle rinnovabili, della regolazione e del permitting.
La Di Sipio ha il vantaggio di poter essere la prima donna amministratore delegato di Sogin, elemento che a Palazzo Chigi piace, e nel campo nucleare ha avuto esperienze varie, come membro della commissione internazionale per lo sviluppo della strategia nucleare e come membro del direttivo dell’Associazione Nucleare Italiano.
L’altro candidato, ma con minori chances, sul tavolo del governo è il dirigente Enel, Luca Desiata, country manager in Belgio e Francia, dopo un esperienza in Bain e nell’area tecnica del monopolista nazionale dell’energia.
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