GREXIT STRATEGY/2 – LA LAGARDE FA LA VOCE GROSSA, MA È SOLO PER AIUTARE LA MERKEL A CHIUDERE L’ACCORDO CON ATENE LUNEDÌ – LA CANCELLIERA NON PUÒ PERDERE LA FACCIA A LIVELLO INTERNAZIONALE E NON VUOLE REGALARE LA GRECIA A PUTIN

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

 

alexis tsipras angela merkelalexis tsipras angela merkel

Nel giorno di Waterloo, 200 anni dopo l’ultima battaglia di Napoleone, Angela Merkel è passata all’offensiva con un obiettivo: salvare la Grecia e, di riflesso, l’euro. Purché, ben s’intende, i greci accettino di essere salvati. L’operazione, per ora, è riuscita solo in parte: non c'è stata la rottura ma l’assalto finale per l’accordo ci sarà solo lunedì 22, in tempo per la pace da siglare il 25 a Bruxelles.

 

Ma le Borse avevano imboccato la via del rialzo già nel pomeriggio quando Kathimerini, il giornale greco, ha rivelato che si stava lavorando ad comunicato in vista un meeting straordinario in cui potrebbe essere rinnovato l’accordo del novembre 2012, che scongiurò il default greco con il taglio del debito ed il rinvio degli interessi. Per evitare ulteriori emorragie di capitali nei prossimi giorni, intanto, potrebbe essere imposto un temporaneo blocco dei capitali, in linea con quanto già fatto a Cipro.

Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis   Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis

 

La tragedia, insomma, può essere scongiurata. Grazie ad Angela Merkel che ieri mattina aveva lanciato l'attacco davanti al Parlamento di Berlino, dichiarando che «l’accordo è ancora possibile». Più o meno alla stessa ora Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario, appoggiava l’avanzata di frau Angela facendo sapere che non sarebbe stata concessa alcuna dilazione ad Atene per il debito, 1,6 miliardi in scadenza il 30 giugno veniva rispettata oppure si avviava a procedura di default. Una mossa che è servita a dar forza alla linea Merkel anche in patria.

 

In questi giorni, riferisce il Financial Times, il governo tedesco ha rischiato, come già accadde nel nel 2012, la frattura: Wolfgang Schaueble, ministro delle Finanze, era deciso a farla finita con Atene. Al contrario, Merkel ha insistito perché la Grecia non venisse sospesa dall’area euro, con il rischio dell’uscita dalla Ue. Una scelta politica, per evitare che la Grecia finisca nell’orbita della Russia, più che economica. Un vero e proprio forcing in attesa che Atene si decida. Anche se, ormai, si gioca a ridosso del gong finale. E i problemi non mancano.

schaeuble merkel schaeuble merkel

 

C'è l'accordo sull’avanzo primario, ma c’è divergenza sui mezzi per raggiungerlo. L’Europa vorrebbe una riforma delle pensioni, mentre Tsipras vuole raccogliere soldi con condoni una tantum e con la tassazione delle televisioni che gli fanno opposizione. Sulla previdenza, l’Europa chiede di limare gli importi delle pensioni baby e di alzare il livello dell’età pensionabile.

 

E su questo c’è poco da trattare: non si può consentire ai greci di andare in pensione dieci anni prima degli altri. Il vero obiettivo di Tsipras potrebbe essere quello di ottenere una riduzione del debito per coprire la ritirata sull'età pensionabile.

 

varoufakis schaeublevaroufakis schaeuble

L’abbattimento del debito non avrebbe impatto sui flussi di cassa fino al 2023, ma sarebbe un grande successo propagandistico. Per i creditori sarebbe un pessimo precedente, che potrebbe valere in futuro. Per non parare dei sacrifici per le le istituzioni europee, che dovranno accettare un taglio dei loro crediti (comunque non esigibili). Ci vorranno, come nel 2012, agevolazioni sui tassi e sui tempi del rimborso, tanto per rendere possibile (forse) l’obiettivo promesso (e fallito) tre anni fa: ridurre entro il 2020 il rapporto debito/pil al 120% (contro il 136% italiano).

 

renzi lagarde obamarenzi lagarde obama

Non sarà facile per il premier greco far digerire un intesa del genere alla sinistra di Syriza. Così come sarà difficile per Angela Merkel ottenere il via libera dal suo partito ad una nuova elargizione di capitali alla Grecia. L'incertezza, dunque, regna ancora sovrana. «Ma il mercato è abbastanza ottimista», dichiara Douglas Hodge, il ceo di Pimco, il colosso che amministra il più importante portafoglio al mondo di titoli di Stato.

 

Lui, ad inizio settimana, ha comprato un grosso pacco di hellenic bond, mossa che ha fatto di Pimco il secondo investitore nelle obbligazioni greche. Un ottimo affare in caso di accordo per la società americana di proprietà di Allianz, il polmone finanziario più importante della Germania di frau Merkel.