CI SALVERANNO GLI 80 EURO? - L’ITALIA È FERMA: I CONSUMI VANNO GIÙ E NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2014 SPARISCONO 12MILA AZIENDE COMMERCIALI. SE NON RIPARTONO LE SPESE, COME RIPARTE L'ECONOMIA?

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Luigi Grassia per “La Stampa

gli ottanta euro di renzi gli ottanta euro di renzi

«L’Italia è ancora gravemente malata di bassa crescita. Non è affatto fuori pericolo» ha detto ieri all’assemblea di Confcommercio il presidente Carlo Sangalli. Preoccupano i consumi, da cui arrivano indicazioni contrastanti, e preoccupano le chiusure di aziende commerciali: nei primi tre mesi del 2014, periodo che si sperava di ripresa, sono sparire addirittura 12 mila imprese del settore.

Nel mese di aprile, dice Sangalli, «gli occupati hanno toccato un nuovo minimo storico». E il commercio al dettaglio non è un settore economico qualunque, è quello che ha più il polso della situazione, visto che fa da intermediario alle spese delle famiglie. Se non ripartono i consumi è impossibile che riparta l’economia.

Questi i numeri diffusi ieri. L’Ufficio studi della Confcommercio registra ad aprile un aumento dello 0,2% in termini tendenziali e una flessione congiunturale dello 0,3%. Tradotto in linguaggio comune: i consumi ad aprile 2014 sono cresciuti dello 0,2% su base annuale, cioè rispetto ad aprile 2013, mentre sono diminuiti dello 0,3% rispetto ad marzo 2014.

Sangalli Squinzi e Mogli Sangalli Squinzi e Mogli

Questi dati non sono univoci e sono di interpretazione difficile anche perché ad aprile di quest’anno c’è stata la Pasqua e questo ha comportato, rileva Confcommercio, «sensibili effetti sulle dinamiche registrate da alcuni capitoli di spesa»; in parole povere fra aprile 2013 e aprile 2014 si è consumato un po’ di più perché c’era una festività in più.

L’associazione dei negozianti commenta che «l’arretramento della media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali, evidenziano e confermano come i consumi siano ancora in una fase molto difficile per la quale non si intravede il punto di svolta».

Carlo Sangalli moglieCarlo Sangalli moglie

Tale situazione, insiste l’analisi di Confcommercio, «appare in linea con le dinamiche congiunturali rilevate nei primi mesi del 2014 dalla nostra economia, che segnalano le difficoltà di avvio di una fase di ripresa e di un miglioramento dell’occupazione».

Insomma il dato debole dei consumi non è isolato ma (purtroppo) coerente con le altre indicazioni dell’economia italiana. Fra l’altro, la situazione negativa tende a incancrenirsi, perché «la debolezza del ciclo economico ha determinato, a maggio, una lieve riduzione, la seconda consecutiva, del “sentiment” delle imprese» (cioè della loro percezione della congiuntura economica, ndr).

confcommercio logoconfcommercio logo

La più drammatica conferma delle difficoltà è data dalle 12 aziende del commercio e dei servizi che hanno chiuso i battenti primi tre mesi del 2014. L’Ufficio studi della Confcommercio segnala che l’80% di queste chiusure riguardano settori non alimentari e in particolare l’abbigliamento.

La sintesi di Confcommercio è parzialmente corretta dall’associazione di consumatori Adiconsum. Il presidente Pietro Giordano dice che la chiusura di migliaia di negozi «è anche dovuta a un il modello di distribuzione commerciale che si è spostato sempre più sulla grande distribuzione, più competitiva».

negozi chiusi negozi chiusi

All’assemblea di Confcommercio il presidente Sangalli ha detto anche che «il combinato mal disposto di Imu-Tasi-Tari potrebbe essere letale per le imprese italiane. Non soltanto c’è il rischio di un incremento di pressione fiscale, nonostante la buona volontà e le condivisibili dichiarazioni d’intenti di questo governo, c’è anche un problema di crescente incertezza su quanto, quando e come pagare questi complicatissimi tributi». 

negozi chiusi per fallimento negozi chiusi per fallimento