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Paolo Tomaselli per il "Corriere della Sera"
La Cina è arrivata, l'Europa è dall'altra parte dell'Adriatico, ma è distante dai sogni e dalle abitudini dell'Inter: la squadra che due anni fa era in cima al mondo ora riparte da uno stadio croato a picco sul mare, sperando di avere il vento subito a favore. Ma per tornare grandi in fretta, oltre a una vittoria al debutto in Europa League contro l'Hajduk Spalato (ore 20.45) servono altri segnali forti.
Il primo è arrivato ieri sera quando, nella sede milanese dell'Ubs, il presidente Massimo Moratti ha concluso un'intesa che «prevede l'ingresso di un gruppo di investitori cinesi nel capitale»: «Sono estremamente felice per questo accordo», ha detto Moratti a SkySport24. E sul mercato: «Lucas? Siamo fortemente presenti sul giocatore, ma non vuol dire accettare qualsiasi condizione».
Le cifre: con 70 milioni di euro China Railway Construction Corporation e Qsl Sports Limited, società di Hong Kong specializzata nella gestione dei diritti sportivi, hanno acquisito il 15% del club nerazzurro, con opzione a salire al 33% in 24 mesi, mentre la quota societaria di Tronchetti Provera scende all'8%.
Il tutto per una valutazione della società nerazzurra che si aggira intorno a 450-460 milioni di euro, al netto del debito: «La famiglia Moratti continuerà a mantenere il controllo della società , mentre il gruppo di investitori cinesi sarà il secondo più grande azionista», rende noto un comunicato della società . Contestualmente Crcc e Inter «hanno avviato una collaborazione per la costruzione di un nuovo stadio di proprietà entro il 2017».
Così l'andata del terzo turno preliminare di Europa League (chi vince va al playoff, 23-30 agosto) passa in secondo piano. D'altronde non è un caso se l'Italia negli ultimi dieci anni ha portato ai quarti di finale del torneo appena cinque squadre, contro le quindici della Spagna (che l'ha vinta 5 volte), le undici della Germania, le dieci del Portogallo, le otto dell'Inghilterra e le sette dell'Olanda: per le nostre squadre l'Europa-bis rischia di essere un peso nel corso della stagione.
A maggior ragione per chi come l'Inter è costretto a partire il 2 agosto: «Questa forse è l'insidia maggiore della partita - spiega Andrea Stramaccioni, al debutto europeo -. Ma lavorare per arrivare al top adesso sarebbe stato un grave errore. Ci può stare di non essere brillanti, ma questo non cambia il nostro obiettivo».
L'Inter affronta una squadra che ha chiesto di giocare la prima partita di fronte alla sua torcida per avere un incasso migliore e pagarsi la trasferta a Milano tra una settimana. L'Hajduk ha già giocato quattro partite ufficiali, due nel secondo turno preliminare in cui ha eliminato i lettoni dello Skonto Riga e due in campionato, con un pareggio e una vittoria domenica scorsa nel derby contro l'Rnk.
La squadra croata è in pieno ricambio generazionale, con un'età media da nazionale Under 23: «Vediamo come reagisce questa gioventù - dice il tecnico Krsticevic -. Radosevic ha 17 anni e sono curioso di vederlo all'opera contro Sneijder...».
Il fattore ambientale, il caldo secco, ma soprattutto i 35 mila tifosi dello stadio Poljud preoccupano un po': «à un grande vantaggio per loro», concede Stramaccioni, che deve fare a meno di Ranocchia, rimasto a Milano per gli sviluppi dell'inchiesta di Bari sulle scommesse. Al suo posto al centro della difesa Silvestre è in vantaggio su Samuel. Davanti Palacio e Sneijder dovrebbero agire dietro a Milito, protetti dalla diga Guarin-Cambiasso e Mudingayi a centrocampo. à un'Inter incompleta. Ma per riavvicinarsi all'Europa (e mandare una cartolina in Cina) può bastare.
Diego Milito e Massimo Moratti Massimo e Letizia Moratti con Javier Zanetti stramaccioniMarco Tronchetti Provera e Massimo Moratti Ranocchia
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