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Fabrizio Massaro per il Corriere della Sera
È durato meno di un' ora l' audizione in Consob degli uomini di Intesa Sanpaolo guidati dal cfo Stefano Del Punta sull' eventuale mossa della banca su Generali. L' incontro sarebbe servito a ribadire i contenuti della nota diffusa martedì sera dall' istituto: le linee del piano industriale sono di crescere «nel settore del risparmio gestito, del private banking e in quello dell' assicurazione» anche aggregazioni, e che sono incluse «possibili combinazioni industriali» con Generali.
Oggi in Consob si replica con le audizioni di Unicredit e Generali. Nel frattempo ieri sera il consiglio del Leone ha approvato l' uscita del direttore generale e cfo Alberto Milani, cui andrà una buonuscita totale da 5, 7 milioni. Le deleghe del dg sono passate al ceo Philippe Donnet mentre quelle di cfo sono andate a Luigi Lubelli.
Intanto ieri in Borsa le speculazioni sul senso di un' eventuale «combinazione industriale» tra la banca milanese la compagnia triestina hanno spinto al rialzo i titoli delle diverse società coinvolte, con in testa Unicredit.
La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha segnato un balzo dell' 8,94%, che secondo alcuni osservatori è spiegabile non tanto per il coinvolgimento dell' istituto come primo socio (all' 8,6%) di Mediobanca che a sua volta è primo socio di Generali al 13%, quanto con la preferenza degli investitori per una strategia tutta bancaria rispetto a una combinazione banca-assicurazione che nel passato non ha dato risultati felici ai gruppi che l' hanno tentata, ricordavano ieri gli analisti di Equita sim. Sebbene ieri Intesa abbia segnato un rialzo dello 0,35%, in tre sedute la perdita è di quasi il 7% a fronte di +13,5% di Generali, che ora vale oltre 24 miliardi, e +10,5% di Mediobanca.
I contorni di un' eventuale mossa di Intesa Sanpaolo non sono ancora chiari, anche se il dossier ha una lunga gestazione, almeno un anno. Ora però lo studio è in una fase più avanzata, tanto che sono stati nominati gli advisor Ubs, McKinsey e lo studio legale Pedersoli. Dopo che il Leone ha comprato lunedì il 3,376% dei diritti di voto di Intesa Sanpaolo la banca può agire a livello societario solo lanciando un' offerta pubblica su almeno il 60%.
L' ipotesi circolata è un' opas (offerta pubblica di acquisto e scambio) che possa combinare un premio per i soci Generali e una pressione minima sul patrimonio della banca: la condizione di Intesa è di «mantenere la leadership nei coefficienti patrimoniali e creare e distribuire valore».
Il gruppo potrebbe concentrarsi sul wealth management e sul risparmio gestito in Italia, rafforzando così contemporaneamente i suoi margini e crescendo di stazza, mentre potrebbero essere cedute attività di Generali all' estero per fare cassa (si parla di Allianz). Una mossa vista in funzione anti-scalata dall' estero, anche se ieri il ceo di Axa, Thomas Buberl, ha detto che realizzare una grande acquisizione «non è la nostra strategia».
Circola anche l' ipotesi alternativa di puntare a Generali scalando Mediobanca, sebbene susciti perplessità in vari osservatori, così come quella di un disimpegno di Unicredit da Piazzetta Cuccia che sarebbe stato richiesto dalla Bce.
Oggi intanto a Torino si celebra il decennale della fusione Intesa-San Paolo Imi mentre domani si tiene il board presieduto da Gian Maria Gros Pietro in vista del bilancio da approvare il 3 febbraio. Ieri invece il ceo Carlo Messina ha incontrato a Mosca il presidente russo Vladimir Putin insieme con i protagonisti della recente privatizzazione del 19,5% del colosso russo del gas, Rosneft, venduto per 10,5 miliardi di dollari alla cordata Glencore-Qia, con Intesa finanziatore e advisor del fondo sovrano del Qatar. Putin ha detto di aspettarsi che Intesa Sanpaolo «ampli la sua attività sul mercato russo».
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