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JONELLA LIGRESTI BATTE CASSA – LA PRIMOGENITA DI SALVATORE LIGRESTI, PATRON DI FONSAI SCOMPARSO NEL 2018, HA PROMOSSO UNA CAUSA CIVILE CONTRO MEDIOBANCA E L’EX AD, ALBERTO NAGEL, CHIEDENDO UN RISARCIMENTO DI 20 MILIONI DI EURO – LA CIFRA FA RIFERIMENTO AL FAMOSO “PAPELLO” DEL 2012, CHE CONTENEVA I DESIDERATA DEI LIGRESTI PER L’USCITA DI SCENA DA FONSAI IN SEGUITO ALLA FUSIONE CON UNIPOL. L’ACCORDO SEGRETO INCLUDEVA UNA BUONUSCITA DA “45 MILIONI NETTI” PIÙ “700 MILA EURO ALL’ANNO PER CINQUE ANNI A TESTA” PER QUATTRO MEMBRI DELLA FAMIGLIA, CONSULENZE E…
Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”
Il passato ritorna per Mediobanca. Jonella Ligresti ha promosso una causa civile contro Alberto Nagel e lo stesso istituto bancario, da lui guidato fino al 18 settembre, chiedendo un risarcimento del danno morale, oltre che per le perdite patrimoniali, e quantificabile in oltre 20 milioni di euro.
A riportare la notizia è l’ AdnKronos, secondo cui la primogenita di Salvatore, patron di Fonsai scomparso nel 2018, è l’unica della famiglia ad aver intentato un’azione legale. La cifra farebbe riferimento al contenuto del famoso «papello» dove compaiono cifre precise e beni che a questo punto dovranno essere singolarmente valutati.
ALBERTO NAGEL SALVATORE LIGRESTI
Si tratta del documento risalente al 17 maggio 2012 e che aveva come intestazione «Accordi tra Famiglia e Nagel Pagliaro Cimbri Ghizzoni»: conteneva i desiderata della famiglia Ligresti per l’uscita di scena da Fonsai, un addio dal costo di circa 60 milioni di euro.
La promessa includeva, tra l’altro, l’indicazione di «45 milioni netti» più «700 mila euro all’anno per cinque anni a testa» per quattro membri della famiglia, buonuscite e consulenze per Jonella, Giulia e Paolo Ligresti [...]; più uso gratuito di uffici e foresterie a Milano e del Tanka Village in Sardegna.
L’accordo segreto scritto a mano da Jonella Ligresti, siglato da Nagel e sottoscritto da Salvatore Ligresti nella sede di Compass, venne custodito (come dimostrarono le indagini della Procura di Milano) in una cassaforte dall’avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia.
Nel dicembre 2013 il giudice civile del Tribunale di Milano, Angelo Mambriani — nel provvedimento con cui aveva disposto il sequestro di 120 milioni di euro a Salvatore, Giulia e Jonella Ligresti e a due ex manager FonSai, Antonio Talarico e Fausto Marchionni, e con cui accoglieva in parte la richiesta di un commissario del gruppo assicurativo promossa dalla nuova Fonsai targata Unipol — aveva stabilito che il documento non poteva essere «considerato un diritto di credito» della famiglia nei confronti di Mediobanca e di altri soggetti e «a ben vedere, nemmeno un diritto contenzioso».
Gli avvocati dei Ligresti infatti, nell’ambito del procedimento civile, si erano opposti alla richiesta iniziale di sequestro di circa 440 milioni, offrendo in garanzia i presunti impegni offerti da Mediobanca e contenuti nel cosiddetto «papello». [...]
jonella e giulia ligresti
funerale di salvatore ligresti
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