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L'ANNUS HORRIBILIS DI CHIARA FERRAGNI: OLTRE AD AVER DIVORZIATO, LA SUA SOCIETÀ ("FENICE") STA ANDANDO A PICCO - LE PERDITE DI 10 MILIONI DI EURO HANNO AZZERATO IL PATRIMONIO DELL'AZIENDA CHE L'INFLUECER CONTROLLA PER IL 32,5%: I RICAVI DEL 2024 SONO OLTRE SETTE VOLTE INFERIORI RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI AL PANDORO-GATE E ALLA SEPARAZIONE DA FEDEZ -NELL'ASSEMBLEA PREVISTA PER DOMANI, L’AMMINISTRATORE UNICO DI FENICE CLAUDIO CALABI PRESENTERÀ UN PIANO PER RICAPITALIZZARE LA SOCIETÀ, MA NON TUTTI GLI AZIONISTI SONO PRONTI A RIMETTERE MANO AL PORTAFOGLI PERCHÉ...

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Estratto dell’articolo di Mario Gerevini e Daniela Polizzi per www.corriere.it

 

chiara ferragni

Le perdite di 10 milioni hanno azzerato il patrimonio, i ricavi 2024 sarebbero oltre sette volte meno quelli pre pandoro-gate (circa 2 milioni contro i 14 del 2022), uno dei soci è pronto a votare contro il bilancio ed eventualmente impugnarne in tribunale l’approvazione.

 

Ma è all’ordine del giorno anche un aumento di capitale per ridare benzina alla macchina aziendale e sostenere, secondo fonti vicine ai soci, i prossimi 12 mesi di gestione che saranno decisivi per un eventuale rilancio.

 

Domani per Chiara Ferragni (32,5% del capitale) e i suoi soci Paolo Barletta (40%) e Pasquale Morgese (27,5%) è il giorno della verità sui conti e sul futuro di Fenice, la società chiave, titolare dei marchi, fulcro del piccolo impero travolto dal pandoro-gate. Sono in programma due assemblee: una ordinaria per l’approvazione (in enorme ritardo) del bilancio 2023 e una straordinaria per varare un’urgente ricapitalizzazione. Cosa dicono i numeri e come si muoveranno gli azionisti?

 

Claudio Calabi

Secondo quanto trapela, l’amministratore unico di Fenice, Claudio Calabi, insediatosi a novembre con l’accordo dei tre soci dopo le dimissioni di Ferragni e Barletta, presenterà insieme al bilancio 2023 anche una situazione patrimoniale aggiornata al 30 novembre 2024, necessaria per procedere con l’aumento di capitale, cioè la richiesta agli azionisti di aprire il portafoglio e ripianare le perdite. Secondo quanto emerge in caso che qualche socio (Morgese?) dovesse rinunciare potrebbe comunque essere garantita la copertura finanziaria.

 

Il bilancio 2023 si è chiuso con ricavi ancora sostanziosi intorno agli 11-12 milioni rispetto al picco dei 14,3 milioni del 2022. Però il 2023 sconta relativamente il contraccolpo del caso Balocco, divampato a dicembre di quell’anno. L’impatto violento è sul 2024 che, secondo quanto emergerebbe dai conti parziali al 30 novembre, vede un crollo verticale dei ricavi. Il brand Chiara Ferragni avrebbe prodotto poco meno di 2 milioni di fatturato con perdite cumulate (2023+2024) a circa 10 milioni.

chiara ferragni

 

Una situazione assai critica rappresentata nel bilancio di pulizia voluto da Calabi. I costi della Fenice sono stati tagliati in modo drastico (nel 2025 saranno pari a un milione), il numero dei dipendenti si è ridotto a otto (erano il doppio) e la società ha lasciato i suoi uffici per trasferirsi nella sede della holding Sisterhood, la holding della influencer. Dai documenti che saranno presentati in assemblea emergerebbero garanzie sulla continuità aziendale. E su questo presupposto è stato redatto il bilancio con l’ok del revisore. Rischio impugnazione

 

Qui sta però il nocciolo delle critiche dell’imprenditore pugliese delle calzature. Secondo fonti vicine a Morgese, infatti, la mancanza effettiva di continuità aziendale sarebbe evidente perché non si vedono prospettive per Fenice il cui unico asset è il marchio Chiara Ferragni, tutt’altro che attraente oggi per i grandi player della moda.

 

Pasquale Morgese

Altre fonti vicino ai soci sottolineano però che la società potrebbe avere sbocchi di mercato nel settore del make up, della gioielleria e della pelletteria, con uno sguardo ai mercati internazionali. Un nuovo piano industriale non ci sarebbe ancora perché oggi la priorità è dare solidità alla società per i prossimi dodici mesi. Superato l’aumento si potrà lavorare a un vero e proprio piano di rilancio della Fenice la cui attività è rivolta a un pubblico molto giovane (15-28 anni). [...]

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