
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
Da “il Giornale”
La battaglia finale tra Exor e il fondo Axis per la conquista di PartnerRe sarà il 24 luglio. La data dell'assemblea è stata fissata ieri dal cda del riassicuratore americano con sede alle Bermuda. La finanziaria degli Agnelli, che possiede il 9,9% del gruppo Usa e si è già vista sbattere la porta in faccia due volte dagli americani, ha chiesto a PartnerRe l'accesso al frastagliatissimo libro soci, così da affrontare ad armi pari la raccolta delle deleghe in vista dell'assise. Se la risposta, attesa a breve, degli uffici delle Bermuda sarà un diniego, quasi certamente il presidente di Exor, John Elkann, passerà alle vie legali: la proxy fight è coordinata dagli specialisti di Okapi.
All'assise spetterà decidere se, come insiste il board di PartnerRe, le nozze con Axis Capital siano davvero più vantaggiose dell'alleanza con gli Agnelli.
Il vertice di PartnerRe, comunque, non ha dubbi e ieri ha sparato un nuovo siluro contro l'offerta da 6,8 miliardi di dollari predisposta da Exor: 137,5 dollari per azione. In un documento inviato alla Sec, la Consob americana, il cda di PartnerRe ribadisce infatti di considerare «non accettabile a livello di prezzi e condizioni» il progetto della finanziaria degli Agnelli, sottolineando come il piano di integrazione con Axis «crei un maggior valore per tutti i soci».
La fusione proposta da Exor, si legge ancora nel documento, «espone gli azionisti di PartnerRe a sensibili rischi», mentre il piano di integrazione con rappresenta Axis «un'occasione unica».
«Dopo aver valutato una completa gamma di alternative, è emerso chiaramente - prosegue il board del gruppo americano- che un'integrazione con Axis rappresenta la migliore occasione per gli azionisti. Perché permetterà a PartnerRe «di investire» nel core business delle polizze senza pagare un premio per il controllo e trarre vantaggio dal consolidamento in atto nel settore della riassicurazione». Previste poi «sensibili efficienze» sul capitale e significative «sinergie operative» con «almeno 200 milioni di dollari di risparmi» entro 18 mesi.
All'ultima assemblea di Exor, Elkann ha comunque già detto che non c'è alcun «piano B» e che la proposta degli Agnelli è «nettamente migliore» di quella della concorrente.
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