FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Massimo Sideri per "Il Corriere della Sera"
Sembra una barzelletta: quando l'economia andava bene i compensi dovevano essere alti perché i risultati erano la riprova della buona gestione oltre che delle vacche grasse? Ora che quelle vacche boccheggiano, i compensi dei consigli di amministrazione delle banche Usa continuano a salire.
E - udite, udite - la ragione è che con un'economia in crisi sarebbe più difficile gestire le società . à quanto emerge da un'analisi del New York Times: prendiamo il tempio della finanza, Goldman Sachs, dove la media annua per una busta paga di un consigliere - essenzialmente un lavoro part-time, sottolinea lo stesso quotidiano visto che si incontrano 15 volte l'anno - è stata di 488.709 dollari nel 2011, il 50% in più del 2008 (anno del fallimento di Lehman Brothers).
I dati per il 2012 saranno pubblicati nelle prossime settimane e sono attesi in ulteriore rialzo visto che le azioni della banca, che influenzano i compensi, sono salite del 35%.
Per 13 consiglieri si sale oltre il mezzo milione di dollari. Va detto che i compensi di Wall Street sono stati falcidiati dalla crisi. Ma i consigli di amministrazione sembrano vivere in una bolla felice.
Morgan Stanley conferma il trend: i direttori sono pagati in media 351.080 dollari, 8 mila euro più del 2008 e sopra la soglia pre crisi del 2007. A Citigroup i compensi per i membri del consiglio di amministrazione sono pari a 315 mila dollari, il 64% in più rispetto al 2008. Il compenso medio a JPMorgan è di 278.194 dollari mentre per Bank of America di 275 mila dollari.
Complessivamente i compensi medi di un membro del board di una delle sei maggiori banche americane è stato di 328.655 dollari nel 2011. Per Wells Fargo la busta paga è salita a 299 mila dollari rispetto ai 253 mila del 2008 (tutti i dati sono di Equilar, una società americana esperta di compensi).
Goldman Sachs, che risulta essere la banca che paga maggiormente i propri consiglieri (la media nelle principali banche Usa è di 95 mila dollari), ha difeso la propria politica sui compensi argomentando che la parte in azioni non può essere toccata fino a quando i consiglieri non lasciano il board.
Nel 2009 il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si era scagliato contro le principali banche americane che, pur attingendo in varie forme ad aiuti governativi, avevano incrementato il credit crunch, riducendo dunque i prestiti alle aziende, pur favorendo i propri manager con lauti guadagni e bonus.
Per il top management delle banche Obama aveva difeso la sua idea di un tetto a mezzo milione di dollari e tentato la via di una supertassazione dei bonus.
Ora, a distanza di qualche anno, quella battaglia non sembra aver lasciato nessun segno sulle buste paga delle regine di Wall Street.
GOLDMAN SACHS lloyd blankfein JAMIE DIMON Merrill Lynch
Ultimi Dagoreport
“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA…
DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA…
DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA…
DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…