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1.QUATTRO PALAZZI STORICI IN CAMBIO DELLA NUVOLA
E. Men. per “il Corriere della Sera”
Adesso è ufficiale: l’Eur Spa mette in vendita i suoi «gioielli». Non il «Colosseo quadrato», affittato al gruppo Fendi, almeno per ora. Ma, in futuro, chissà.
L’assemblea degli azionisti (governo al 90% e Comune al 10%) ha deliberato ieri la modifica dell’articolo 4 dello Statuto della società, quello che riguarda «la valorizzazione del complesso di beni di cui Eur Spa è titolare, anche attraverso l’attività di costruzione ed alienazione di singoli beni e successivo reinvestimento».
marcello piacentini eur img 7720
Sul mercato, per il momento, vengono messe quattro strutture: l’Archivio di Stato, il Museo Pigorini, quello delle Arti e tradizioni popolati, quello dell’Alto medioevo. La gara è di tipo internazionale e potranno parteciparvi sia soggetti pubblici che privati. L’ipotesi è che i quattro beni (cinque edifici in tutti) possano essere acquistati dall’Invimit, il fondo immobiliare del ministero dell’Economia, ma lo stesso governo è un «concorrente» come gli altri che potrebbero venire fuori. E gli altri pezzi di pregio? Per quelli si vedrà.
Per ora la modifica statutaria lascia aperte tutte le porte. Si parla, infatti, di vendita di edifici «vincolati e di particolare interesse storico ed artistico nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela dei beni culturali e nella misura necessaria per reperire le risorse correnti per il conseguimento degli scopi».
Grazie a questa variazione, l’Eur Spa potrà anche occuparsi direttamente della «Nuvola», il Palazzo dei Congressi progettato da Massimiliano Fuksas. Complessivamente, dalla vendita, il presidente di Eur Spa Pierluigi Borghini conta di incassare «circa 300 milioni» che servono a «completare i lavori in corso (50 milioni), coprire i debiti bancari (180 milioni) e quelli della società (70 milioni)».
Tutto bene? Insomma. Perché se, in questo modo, secondo Borghini «la Nuvola potrà essere consegnata entro metà del 2016», c’è anche il risvolto della medaglia. Meno immobili significa meno affitti da incassare e meno personale: «Col piano di ristrutturazione dovremo rinunciare al 30% dell’organico societario, circa 40 persone. Faremo una verifica per capire quali figure professionali dismettere».
2. SBAGLIATO VENDERE GIOIELLI DEL RAZIONALISMO PER COPRIRE SPESE FOLLE
Ernesto Menicucci per “il Corriere della Sera”
«Non consentiremo che complessi architettonici italiani del razionalismo, studiati in tutto il mondo, e che meriterebbero la tutela dell’Unesco possano essere venduti per coprire le spese folli per l’ultimazione della Nuvola di Fuksas». Chiaro, limpido, diretto. Che Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fdi-An, non sia uno dei fans del nuovo Centro Congressi è noto. Che sia anche uno dei principali «ammiratori» dei marmi bianchi dell’Eur, pure. Messe insieme le due cose, il risultato è un affondo dritto per dritto, un attacco in piena regola.
albergo lama di fuksas accanto alla nuvola
Rampelli contesta sia le scelte presenti che quelle passate: «I soci di Eur spa, Mef e Campidoglio — spiega — hanno deciso la realizzazione della Nuvola, immaginando che così Roma e l’Italia avrebbero avuto il loro Centre Pompidou, il loro Guggenheim Museum e ora, dopo aver scelto il progetto peggiore, quello dell’incantatore di serpenti Fucksas, non possono tirarsi indietro, e mettono sul mercato edifici monumentali di pregio».
roberto gervaso massimiliano fuksas
I «Fratelli d’Italia» sono pronti alla crociata: «La modifica allo statuto per consentire l’alienazione degli edifici deve essere rispedita al mittente. L’Eur spa è un’azienda sana con i bilanci in attivo. È stata l’operazione Nuvola il problema, anche con i costi aggiuntivi che si sono dilatati per ragioni ancora non chiarite. Se sara’ accertato che la responsabilità degli ampliamenti sia dipendente dalla vaghezza del progetto, andranno chiesti i danni all’architetto Fuksas. Oltretutto sempre lui dovrebbe a nostro giudizio restituire parte della sua profumatissima parcella perche’ il Nuovo Centro Congressi doveva essere sospeso in aria e per questa sua particolarità ha vinto il concorso internazionale di idee».
Ma dubbi sull’operazione arrivano anche dal centrosinistra. Secondo il minisindaco dell’Eur Andrea Santoro (Pd) va fatta «massima attenzione perché il rischio è che il rimedio sia peggiore del male. Non è possibile che si decida il futuro di un intero quadrante della città fra tecnici, funzionari e dirigenti senza che queste scelte vengano inquadrate in una visione complessiva». Critico anche Umberto Marroni, deputato piddino: «Sì alla ricapitalizzazione, no alla vendita del patrimonio storico monumentale.
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