
DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI…
L’EUROPA SI ATTACCA AL DAZIO – TRUMP HA RISPEDITO AL MITTENTE LE PROPOSTE PRESENTATE DALL’UE PER METTERE FINE ALLA GUERRA SULLE TARIFFE COMMERCIALI: “NON CONCEDERÒ DEROGHE DOPO IL 9 LUGLIO. SCRIVERÒ LETTERE A MOLTI PAESI” – NONOSTANTE IL MURO DEL TYCOON, OGGI IL COMMISSARIO AL COMMERCIO, MAROS SEFCOVIC, VOLERÀ A WASHINGTON PER CERCARE DI PORTARE A CASA UN PRE-CONTRATTO – L'UNICO ASPETTO CHE FAVORISCE UN'INTESA È LA PAURA DEI MERCATI, MOLTO SENTITA NELL'AMMINISTRAZIONE TRUMPIANA…
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
DONALD TRUMP MOSTRA LA TABELLA CON I NUOVI DAZI
Un accordo vero sui dazi ancora non c'è. Le richieste avanzate dall'Ue alla Casa Bianca non sono state recepite. E Donald Trump torna a minacciare: «Non concederò deroghe dopo il 9 luglio. Scriverò lettere a molti Paesi».
Nonostante i buoni propositi, dunque, la guerra commerciale euroatlantica non ha ancora trovato un armistizio. E soprattutto Bruxelles ha iniziato a chiedere una serie di garanzie che per il momento Washington non è disponibile a concedere. L'unico aspetto che favorisce un'intesa è la paura dei mercati: molto intensa nell'amministrazione trumpiana ma anche nella Commissione.
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Maros Sefcovic - foto lapresse
Resta il fatto che oggi il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, volerà a Washington per incontrare domani Jemieson Greer, il rappresentante Usa per il commercio, ma non Howard Lutnick, ossia il Segretario al Commercio, l'omologo dell'inviato Ue. Segno che la strada che conduce all'accordo non è ancora definita.
Il nodo dunque si stringe sulle garanzie reclamate dal "Vecchio Continente". Alcune capitali europee hanno infatti irrigidito la loro posizione e trasmesso alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, l'indicazione di non cedere facilmente al braccio di ferro con il tycoon.
donald trump e la guerra dei dazi
La stessa inquilina di Palazzo Berlaymont non ha nascosto al Consiglio europeo di giovedì scorso e nei giorni successivi le difficoltà di una trattativa che spesso è condizionata da incomprensioni reciproche. Soprattutto da modalità negoziali che appaiono reciprocamente incomprensibili. Con scambio di sospetti sulla troppa "burocraticità" degli europei (da parte americana) e dall'eccesso di fluidità nella posizione degli statunitensi (da parte europea).
In questo contesto il primo passo, secondo gli emissari brussellesi, consiste nell'eliminare immediatamente gli attuali dazi. Si tratta di una sorta di preliminare di un accordo quadro. Da siglare prima della scadenza del 9 luglio. Quindi via la tariffa reciproca del 10 per cento e via quelle settoriali più elevate. Quelle su auto e acciaio infatti sono superiori al 20 per cento.
DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
Per Washington, al contrario, la via preferita è quella di un'intesa a fasi, sul modello britannico, che lascerebbe alcuni dazi in vigore durante i negoziati successivi. Un iter, appunto, che molti a Palazzo Berlaymont considerano pericoloso per l'inaffidabilità dimostrata da Trump.
Inoltre l'Unione punta ad aliquote più basse per settori chiave, come i prodotti farmaceutici, i semiconduttori, gli alcolici e gli aerei commerciali. [...]
La risposta della Casa Bianca su queste istanze, però, è già stata negativa. Tra l'altro Bruxelles ricorda costantemente che nell'eventuale patto figura la certezza offerta dall'Unione europea di aumentare di moltissimo gli acquisti di gas liquido e di armi americane.
Domani comunque un tentativo di siglare almeno un "pre-contratto" sarà compiuto. Una formula per non spaventare i mercati che reagiscono con molta sensibilità ad ogni notizia sulla guerra dei dazi.
Nello stesso tempo l'Europa si prepara al peggio. Le possibili contromosse si concentrano suill'imposizionendi dazi analoghi e sull'ipotesi di colpire fiscalmente anche i servizi, ossia le "Big Tech" come Apple, Amazon, Google.
L'altra arma in mano a Bruxelles è la costruzione di relazioni commerciali nuove con il "nemico" di Trump: la Cina. L'opzione di riformare il Wto (l'Organizzazione internazionale del Commercio) punta proprio a un nuovo mercato degli scambi a oriente. [...]
donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada
donald trump e la guerra dei dazi
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