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L’INDIA È LA NUOVA CINA – APPLE HA AVVIATO LE NEGOZIAZIONI CON I PRODUTTORI INDIANI PER ASSEMBLARE E CONFEZIONARE I COMPONENTI CRITICI PER PRODURRE GLI IPHONE DESTINATI AL MERCATO AMERICANO: L’OBIETTIVO È PRODURRE IN INDIA LA MAGGIOR PARTE DEI MELAFONINI DESTINATI AGLI STATI UNITI, PER ANDARE INCONTRO ALLE RICHIESTE DI TRUMP – BENISSIMO: COSÌ TRA 10-20 ANNI, L’INDIA SI SARÀ ARRICCHITA ALLE NOSTRE SPALLE DIVENTANDO ANCH’ESSA UN COLOSSO PRONTO A FOTTERCI, COME LA CINA…

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(ANSA) - Apple avrebbe avviato le prime fasi di negoziazione con produttori indiani per l'assemblaggio e il confezionamento di componenti critici per l'iPhone.

 

Secondo quanto riportato dall'Economic Times, il colosso di Cupertino sta esplorando la possibilità di spostare in India non solo l'assemblaggio finale dei dispositivi, ma anche fasi delicate della lavorazione dei semiconduttori, per diversificare la sua attuale produzione in Cina.

 

APPLE INDIA

L'obiettivo sarebbe quello di realizzare in India, entro la fine del 2026, la maggior parte degli iPhone destinati al mercato statunitense. Stando alla fonte, al centro di queste trattative vi è la Cg Semi, un'azienda controllata dal Murugappa Group.

 

Le discussioni riguardano un nuovo impianto di assemblaggio e collaudo di semiconduttori noto come Osat (Outsourced Semiconductor Assembly and Test), attualmente in costruzione a Sanand, nello stato del Gujarat. Le indiscrezioni suggeriscono che Apple sta valutando questo sito per il confezionamento di chip destinati ai display.   

 

NEGOZIO APPLE INDIA

La strategia, come scrive Reuters, non sarebbe solo una risposta logistica, ma una manovra economica per fronteggiare l'instabilità dei dazi doganali. Ad aprile, l'amministrazione statunitense aveva imposto tariffe del 26% sulle importazioni dall'India, una cifra inferiore rispetto ai dazi superiori al 100% che gravavano sulle merci cinesi nello stesso periodo.

 

Sebbene Washington abbia temporaneamente sospeso la maggior parte di queste tariffe per tre mesi, l'eccezione mantenuta per Pechino funge da monito per le multinazionali, spingendole a cercare Paesi più sicuri per le loro filiere produttive.    CG Semi ha dichiarato a Economic Times di non commentare speculazioni di mercato o discussioni con clienti specifici. "Faremo le opportune comunicazioni non appena avremo qualcosa di concreto da condividere", ha dichiarato l'azienda al sito

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