scalfari de benedetti

“LA CRISI DI ‘REPUBBLICA’ COINCIDE CON LA CRISI DELLA SINISTRA ITALIANA” – ALDO CAZZULLO: “E’ UNA SINISTRA PROFONDAMENTE DIVISA TRA RIFORMISTI E RADICALI, CHE AVEVA IN ‘REPUBBLICA’ UN PUNTO DI RIFERIMENTO NATURALE, IN PARTICOLARE NEL VENTENNIO DI EUGENIO SCALFARI, E CHE IN QUALCHE MODO SI È SPECCHIATA NELLE DIFFICOLTÀ DEL SUO GIORNALE. TUTTAVIA NON POSSIAMO NON INTERROGARCI SU UN FATTO CHE RIGUARDA LA DEMOCRAZIA: COME SALVARE LA CIVILTÀ DEI GIORNALI. A LUNGO CI SIAMO ILLUSI CHE FOSSE POSSIBILE TRASFERIRE I GIORNALI SUL WEB. NON FUNZIONA COSÌ. ESISTE LA DIGITAL EDITION, VERSIONE DIGITALE DEI GIORNALI DI CARTA. MA I SITI OBBEDISCONO AD ALTRE REGOLE, HANNO ALTRI TEMPI…”

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Dalla rubrica della posta del “Corriere della Sera”

 

aldo cazzullo (9)

Caro Aldo, sono sicuro di non trovarla insensibile alla drammatica transizione che sta avvenendo nel Gruppo Gedi e alle storiche testate di Repubblica e La Stampa.

Trovo incredibile, anche se purtroppo al passo con quanto avviene nella politica e nell’economia italiana, che tutto stia passando quasi inosservato mentre a mio avviso è un ulteriore grave segnale del deterioramento del nostro quadro democratico. Cosa ne pensa?

Sergio C.

 

Risposta di Aldo Cazzullo

eugenio scalfari giorgio forattini

Caro Sergio, Le difficoltà di Stampa e Repubblica riguardano non soltanto i bravi giornalisti che vi lavorano, ma tutto il giornalismo italiano. Ogni giornale, anche il più solido, come il Corriere, ha bisogno di concorrenza che lo tenga sveglio e attivo.

 

Inoltre il sistema, se va sotto una soglia critica di copie diffuse, non regge: il complesso meccanismo che prevede la tipografia, la distribuzione, le edicole, le rese ha bisogno di un numero minimo di copie per funzionare. La crisi di Repubblica in particolare coincide con la crisi della sinistra italiana.

eugenio scalfari giorgio forattini 23

 

Una sinistra profondamente divisa tra riformisti e radicali, che aveva in Repubblica un punto di riferimento naturale, in particolare nel ventennio di Eugenio Scalfari, e che in qualche modo si è specchiata nelle difficoltà del suo giornale. Per quello che mi riguarda, ho lavorato alla Stampa per 15 anni, e Repubblica è da sempre il primo giornale che leggo al mattino: sono giornali fatti molto bene, tecnicamente impeccabili, animati da grandi firme; sono certo che avranno un futuro brillante, a prescindere da chi sarà l’editore.

 

corrado augias andrea barbato eugenio scalfari

Tuttavia non possiamo non interrogarci su un fatto che riguarda la democrazia: come salvare la civiltà dei giornali. A lungo ci siamo illusi che fosse possibile trasferire i giornali sul web. Non funziona così. Esiste la Digital Edition, versione digitale dei giornali di carta. Ma i siti obbediscono ad altre regole, hanno altri tempi, che sono quelli della Rete, quindi molto frammentati, sincopati, di continuo interrotti.

 

E poi la maggioranza degli articoli non viene letta sui siti dei giornali, ma attraverso i social: il singolo pezzo è più letto di un tempo, ma tanti lettori non hanno neanche contezza del fatto che stanno leggendo l’articolo di un giornale.

carlo de benedetti eugenio scalfari

 

Camminiamo tutti su una terra inesplorata, ci muoviamo per esperimenti, tentando di fare il meglio e di coniugare sia la tensione morale del nostro mestiere sia gli interessi dei nostri lettori. Un abbraccio ai colleghi di Stampa e Repubblica: abbiamo bisogno di loro, in quanto corrieristi, in quanto giornalisti, in quanto cittadini.