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"TRUMP NON È ADATTO. SI AFFIDA ALL’ESTEMPORANEITÀ DI GENTE COME MUSK, CHE IN POCHI MESI HA FATTO UN DISASTRO" - LA LEZIONE DI JAMES GALBRAITH, ECONOMISTA E PROFESSORE DI SCIENZE POLITICHE ALL’UNIVERSITÀ DI AUSTIN: "CHIUSURE SELVAGGE DI UFFICI, SMANTELLAMENTO DELLE RETI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE, TAGLI INDISCRIMINATI AL PERSONALE NECESSARIO: NON È COSÌ CHE SI METTE MANO AL DEFICIT, CHE INFATTI È RIMASTO TALE E QUALE. I DAZI NON SARANNO LA SOLUZIONE" - MOODY’S TAGLIA IL RATING DEGLI STATI UNITI DA “AAA” AD “AA1”, PER VIA DELL’AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO USA...

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Estratto dell'articolo di Eugenio Occorsio per "La Repubblica"

 

JAMES GALBRAITH - 3

"Il problema del disavanzo pubblico esiste in tutti i Paesi industrializzati, e ovunque si cerca di attaccarlo. I problemi dell’America sono due: le dimensioni astronomiche dei titoli in circolazione (quasi 37mila miliardi di dollari, ndr) e il fatto che Trump sembra proprio la persona meno adatta per affrontarlo".

 

James Galbraith, economista e professore di Scienze politiche all’Università di Austin, Texas, commenta così il fatto che per la prima volta nella storia gli Stati Uniti non hanno più la tripla A presso nessuna delle principali agenzie di rating.

METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP

 

Perché Trump non è all’altezza della situazione?

«Perché ha una naturale idiosincrasia per qualsiasi regola e qualsiasi autorità di controllo, compresa la Fed e addirittura i giudici. Anziché riconoscere il valore dei tecnici, si affida all’estemporaneità di gente come Musk, che in pochi mesi ha fatto un disastro con il suo attacco al sistema della sicurezza sociale, che invece funzionava bene.

 

Chiusure selvagge di uffici, smantellamento delle reti di protezione anche internazionali, tagli indiscriminati al personale necessario: non è così che si mette mano al deficit, che infatti è rimasto tale e quale».

 

Invece cosa andava fatto?

«Intanto alzare le tasse, a partire ovviamente dai ricchi e le corporation, anziché continuare a prometterle di abbassarle. Poi smetterla di assicurare che saranno i dazi la soluzione: è quanto di più sbagliato».

 

JAMES GALBRAITH - 2

Ma a questo punto è verosimile che gli Usa avranno il problema di non riuscire a rifinanziare il debito?

«Direi ancora di no, vista la forza del dollaro, che per quanto scalfìta dalla crisi di fiducia rimane alta. Certo, i tassi saliranno e quindi il problema si autoalimenta: il debito sale ancora per pagare gli interessi. Bisogna fare attenzione sempre alla questione dei dazi: se prevarrà lo “spirito di Ginevra” o si andrà a nuovi scontri con la Cina. Con Trump non c’è mai certezza».

 

Quindi ritiene che il pericolo di una recessione esista ancora?

«Il primo trimestre si è chiuso in negativo per l’anomalo andamento delle importazioni dovuto alla paura dei dazi. Ora i timori si sono attenuati: in questo trimestre prevale viceversa il rallentamento delle catene di fornitura e non credo che si andrà di nuovo in rosso. Ci sarà un rimbalzo. Ma, ripeto, le incertezze sono tante». [...]

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