DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1. SPREAD BTP-BUND TORNA SOTTO 500 PUNTI...
(ANSA) - Lo spread Btp-Bund torna sotto i 500 punti base (a 494,8) e il rendimento del 10 anni italiano scende al 6,88%. Il differenziale tra i titoli decennali di Francia e Germania è a 138 punti e quello tra Bonos spagnoli e Bund a 336,5.
2. BORSA: EUROPA IN CALO, ATTESE ASTE TITOLI STATO...
(ANSA) - Le Borse guardano con timore al calendario di aste di titoli di Stato di oggi. Germania e Portogallo si preparano a vendere oltre 6 miliardi di euro di debito e Londra ha in agenda un' asta per 3,75 miliardi di sterline. "C'é ancora una ricerca enorme di finanziamenti da parte degli Stati, non solo nel primo trimestre, ma per tutto il 2012. I rischi sono ancora molto reali, nonostante un buon inizio di 2012" commenta un analista. La Germania prevede di vendere 5 miliardi di euro di titoli e il Portogallo fino a un miliardo.
Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra -0,17% - Parigi -0,88% - Francoforte -0,71% - Madrid -1,74% - Milano -1,58% - Amsterdam -0,68% - Stoccolma -0,65% - Zurigo -0,15%.
3. BORSA: IN RIBASSO CINESI, HONG KONG -0,8% E SHANGHAI -1,37%...
(ANSA) - Dopo un'apertura lievemente positiva, chiude in ribasso Hon Kong, con l'indice Hang Seng a che ha sfiorato nelle contrattazioni l'1% di perdite. Al termine della giornata, la borsa dell'ex colonia britannica ha registrato -0,8%, pari a 150,1 punti, finendo a 18.727,31 punti. Chiusura in maggiore ribasso invece per Shanghai che oggi ha registrato la prima seduta del 2012. Dopo un'apertura in rialzo, l'indice Composite ha lasciato sul campo 30,03 punti, pari all'1,37%, finendo a 2.169,39 punti. Sulle borse cinesi pesano i timori del governo di Pechino di una economia ancora stagnante. In leggero rialzo, invece, la chiusura di Taiwan a 7.082,97 punti, pari allo 0,41% o 29,95 punti.
4. UNICREDIT: PREZZO AUMENTO FISSATO A 1,943 EURO, SCONTO DEL 43%...
Radiocor - L'offerta di azioni ordinarie Unicredit in opzione ai soci avra' a oggetto azioni ordinarie di nuova emissione, senza valore nominale, da offrirsi in opzione agli azionisti titolari di azioni ordinarie e ai portatori di azioni di risparmio, al prezzo di sottoscrizione di 1,943 euro per azione, nel rapporto di opzione di 2 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 1 azione ordinaria e/o di risparmio posseduta. Di conseguenza, l'offerta in opzione comportera' l'emissione di massime 3.859.602.938 nuove azioni ordinarie, per un aumento del capitale sociale e un controvalore complessivo pari a 7.499.208.508,53.
Il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni ordinarie e' stato determinato dal cda tenuto conto, tra l'altro, delle condizioni di mercato e incorpora uno sconto del 43% circa rispetto al prezzo teorico ex diritto (Terp) delle azioni ordinarie UniCredit sulla base del prezzo ufficiale di borsa del 3 gennaio 2012. Gli azionisti di Unicredit - aggiunge la nota - tra impegni vi ncolanti e impegni non vincolanti, sono pronti a sottoscrivere fino al 24% delle azioni oggetto dell'offerta in opzione.
5. UNICREDIT: -8% IN BORSA
(ANSA) - Riammessa agli scambi Unicredit cede ora l'8,37% e viene scambiata a 5,81 euro. Il cda ha fissato questa mattina a 1,943 euro il prezzo dell'aumento e in 2 a 1 il rapporto d'opzione per l'aumento di capitale che prenderà il via lunedì prossimo.
6. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor - GOVERNO: Monti mette a punto la fase 2: liberalizzazioni e cantieri al Sud. Piu' mercato per tutti e un Cipe sulle grandi opere. Confindustria: apertura e dialogo. Monti-Visco: collaborazione per la fase 2 (dai giornali); Servizi locali piu' aperti al mercato. Pronto il decreto Monti-Gnudi (dai giornali); 'Ricerca motore di sviluppo', intervista al ministro della dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Francesco Profumo (Il Sole 24 Ore, pag. 9); Stipendi in aula, e' scontro sui dati (dai giornali); Giovannini: 'Un'illusione comparare dati cosi' diversi', intervista al presidente Istat (La Stampa, pag. 7): 'Governo credibile in Europa ma non lo e' per i mercati', intervista all'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Corriere della sera, pag. 7)
LAVORO: Monti-Cgil, e' braccio di ferro. 'No a incontri separati', ma il Governo va avanti (dai giornali); Monti riapre il dossier articolo 18 (Repubblica, pag. 1-3); Napolitano in campo: rivedere gli ammortizzatori sociali (dai giornali); Donne e maternita', dimissioni in bianco. 'Stop agli abusi'. Fornero: 'Il Governo interverra'', (dai giornali): 'Basta tabu' sui dipendenti pubblici, licenziamenti come nel settore privato', intervista al direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli (Repubblica, pag. 2)
MERCATI: Usa e Germania spingono le Borse: industria americana in recupero, disoccupati tedeschi ai minimi storici. Lo spread BTp-Bund resta intorno ai 500, la tensione si sposta su Parigi (dai giornali)
UE: 'Il patto salva-euro a termine. Avra' una scadenza di 5 anni'. Il documento riservato di Barroso ai 26 Stati Ue: difendiamo lo spirito comunitario (La Stampa, pag. 9)
CONSUMI: Dalla benzina una spinta ai prezzi (dai giornali)
UNICREDIT: In arrivo l'aumento con uno sconto di oltre il 40%. Oggi il board per fissare il prezzo. Lunedi' il debutto (Il Sole 24 Ore pag. 35); Prezzo intorno ai 2 euro. Sconto al 45% (Il Messaggero, pag. 19)
FONSAI: Unipol stringe, sfuma il piano segreto di Ligresti. A vuoto il tentativo per salvare Sinergia e Premafin con Arpe e Puri Negri (Il Sole 24 Ore, pag. 37); Clessidra torna alla carica per marcare stretto Unipol (Il Messaggero, pag. 19); Unipol domani scopre le carte. Il piano prevede una fusione che puo' coinvolgere anche Premafin (La Stampa, pag. 28); Le coop azioniste di Unipol studiano l'ingresso in Premafin (Repubblica, pag. 25)
MPS: Siena studia un piano in tre mosse per blindare Mps (La Stampa, pag. 29)
BPM: Mincione: 'In Bpm perche' ho fiducia in Bonomi' (Il Sole 24 Ore, pag. 37)
ENI: Rilancia in Mozambico (dai giornali)
7. BCE, NUOVO RECORD DEPOSITI BANCHE A 453,2 MILIARDI...
(ANSA) - Nuovo record per i depositi a un giorno delle banche di eurozona presso la Bce, mentre continuano ad aumentare le richieste di prestiti d'emergenza: gli istituti ieri hanno parcheggiato nelle casse dell'Eurotower 453,2 miliardi contro i 446 miliardi del giorno prima. E' il livello più alto dall'introduzione dell'euro e batte il precedente massimo di 452 miliardi toccato lo scorso 27 dicembre. La Bce ha comunicato anche che i prestiti sono saliti a 15 miliardi dai 14,8 del giorno prima.
8. BLACKROCK E I TEMPI DELL'USCITA DA UNICREDIT...
Fa. P. per "Il Sole 24 Ore" - à tra i più grandi fondi a livello mondiale. Ma non per questo è infallibile. Gli americani di Blackrock hanno scelto pochi giorni fa di più che dimezzare la loro quota in UniCredit. Dal 4% sono passati all'1,71 per cento. Sembra poca cosa, ma trattandosi di UniCredit quel 4% del capitale non sono noccioline per un titolo che capitalizza 12,4 miliardi. Il 2,3% venduto vale ai prezzi attuali 276 milioni di euro. Un alleggerimento consistente giunto a ridosso dell'aumento di capitale e che vuol dire aderire a metà . Ma se il venir meno della fiducia è legittimo e plausibile, colpisce la scelta di tempo.
Blackrock è entrata in UniCredit, secondo i dati Consob, nella seconda parte del 2009, perdendo così il forte rimbalzo dopo la crisi Lehman. Si può dedurre che i valori di acquisto delle azioni di Piazza Cordusio siano stati tra 1,7 e 2,2 euro. Mai acquisto fu così intempestivo.
Dall'ingresso di Blackrock il titolo non ha fatto che scendere, fino ai 65 centesimi attuali (ora dopo il raggruppamento di una nuova azione ogni 10 a 6,5 euro). Blackrock ha finito così per vendere in forte perdita: tra il 50 e il 70% del capitale investito. Significa qualche centinaio di milioni di euro in soli due anni. Anche ai grandi fondi Usa non sempre va bene.
9. SOTTO ATTACCO A BERNA IL VERTICE DELLA BNS...
L. Te. per "Il Sole 24 Ore" - In Svizzera gli attacchi della Udc, partito della destra populista e antieuropea, al presidente della Banca nazionale (Bns) Philipp Hildebrand sono saliti decisamente di tono. Sinora le critiche dell'Udc a Hildebrand erano legate all'accusa di aver fatto perdere soldi a Bns con l'acquisto massiccio di euro per frenare l'ascesa del franco. Ma ora c'è un attacco diretto alla famiglia Hildebrand. Secondo la stampa elvetica il leader dell'Udc, Christoph Blocher, avrebbe segnalato al Governo operazioni da insider trading in campo valutario della moglie di Hildebrand, attraverso documenti bancari riservati.
Blocher non ha né confermato né smentito, dicendo solo che parlerà più avanti. Il Governo ha confermato di aver ricevuto segnalazioni, senza dire da chi. Governo e Bns hanno aggiunto che da un'inchiesta interna nulla è emerso a carico di Hildebrand. Situazione insolita per la quieta e finanziariamente forte Svizzera. E per Hildebrand, banchiere centrale che è molto apprezzato anche a livello internazionale ma che per l'Udc di Blocher è invece inadatto e troppo poco attento agli interessi nazionali. Uno scontro che probabilmente non finirà qui, ci sono voci di passi anche giudiziari da parte di Hildebrand.
10. OSTACOLO IN ALTO ADIGE AL DOSSIER EDISON...
Ch. C. per "Il Sole 24 Ore" - Dal Trentino Alto Adige spunta un nuovo ostacolo sul dossier Edison. A puntare i piedi, parlando con la stampa locale, è stato Wolfram Sparber, presidente della bolzanina Sel, che detiene (come la trentina Dolomiti Energia), il 10% della holding italiana Delmi. «Il nostro obiettivo non era Edipower, ma le minoranze di Hydros e Sel Edison, che controllano nove centrali idroelettriche in Alto Adige». Il precedente schema del riassetto garantiva questa opzione, ma ora tutto è cambiato.
E se Dolomiti Energia, che puntava ad altre centrali idroelettriche di Edison, mastica amaro ma preferisce il no comment, Sparber ipotizza addirittura un'uscita da Edipower. Una strada da valutare con cautela, perchè esporrebbe Sel (come Dolomiti Energia) a una minusvalenza di circa 45 milioni. Delmi, invece, dovrebbe trovare altri soci oppure sborsare 266 milioni. A2A, infine, già capofila della stessa Delmi, dovrebbe farsi carico del 50% della quota Sel, a cui ha concesso una put, che ha comunque già contabilizzato tra i debiti.
11. L´ULTIMISSIMA PROROGA...
Luca Pagni per "la Repubblica" - Prima c´è stata una normale proroga di sei mesi per consentire alle parti di trovare un nuovo accordo dopo lo stop imposto dall´allora ministro dell´Economia Giulio Tremonti. Dopo, è arrivata la proroga "tecnica" di un paio di mesi per rimettere in carreggiata una trattativa che, in effetti, è deragliata dopo l´arrivo del nuovo governo Monti e l´intervento del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Ma l´ultimissima proroga dei patti di sindacato tra i francesi di Edf e le utility italiane guidate da A2a e Iren, che viene annunciata oggi, ha tutti i crismi per essere definita quella definitiva.
Da qui al 15 febbraio, si consumeranno le ultime sette settimane di una convivenza mai riuscita industrialmente e avara di soddisfazioni finanziarie. Una costruzione che la spallata di Passera ha contribuito a smontare. Dopodiché gli italiani potranno dedicarsi al soglio della grande multi-utility da realizzare attorno a Edipower e i francesi alla trasformazione di Edison in una gas company con cui ovviare ai problemi crescenti nel nucleare transalpino. Poche settimane per dirsi addio, qualche anno per scoprire chi ha giocato con le carte vincenti.
12. TRAGHETTI FRANCESI: SARKOZY BENEDICE LA COOP OPERAIA...
Giampiero Martinotti per "la Repubblica" - Una cooperativa operaia con la benedizione di Nicolas Sarkozy, una società autogestita dai dipendenti per evitare il fallimento: è il progetto lanciato dal sindacato Cfdt per salvare SeaFrance, filiale delle ferrovie francesi (Sncf) che gestisce i traghetti tra Calais e Dover. In difficoltà dal 1994, quando venne aperto il tunnel sotto la Manica, è oggi sull´orlo dell´abisso, poiché la Commissione impedisce la sua ricapitalizzazione da parte delle ferrovie in nome della libera concorrenza. Da qui il progetto dell´autogestione, sostenuto a sorpresa da Sarkozy, che sulla questione occupazionale gioca la sua rielezione.
Il governo vuol chiedere alla Sncf di versare a ogni dipendente tra i 50 e i 60 mila euro come indennità di licenziamento. In questo modo, i lavoratori (poco più di un migliaio con gli stagionali) avrebbero a disposizione, teoricamente, fra i 44 e i 52 milioni per rilanciare l´attività , ai quali si aggiungerebbero 12 milioni versati dagli enti locali del Nord-Pas-de-Calais. Le incognite sono però numerose.
Prima di tutto, lunedì il tribunale dovrà dire se ritiene credibile l´offerta sindacale o se preferisce la liquidazione dell´azienda. Poi toccherà a Bruxelles: la britannica P&O, rivale della SeaFrance, intende far ricorso perché considera le indennità straordinarie un aiuto di Stato mascherato. Infine, bisognerà vedere se tutti gli 880 dipendenti fissi accetteranno di rischiare così tanti soldi in un´impresa economicamente molto incerta: SeaFrance ha debiti per 185 milioni di euro, nel 2009 ha perso 36 milioni e nel 2010 240 milioni. E questo malgrado la riduzione di un terzo degli addetti: l´autogestione, insomma, è una scommessa ad alto rischio.
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