CHI MALPENSA, SPESSO CI AZZECCA - CONTRO LA QUOTAZIONE SEA, GAMBERALE ALLA GUERRA CONTRO PISAPIA - NEGLI AEROPORTI MILANESI CALANO I PASSEGGERI (-5,4%), LA SOCIETÀ HA PROMESSO IL 70% DI DIVIDENDI (MA NEI DOCUMENTI SCRIVE 50%), E F2I SI RIVOLGE DI NUOVO ALLA CONSOB - IN BORSA, IL TITOLO SEA SAREBBE IL PIÙ CARO D’EUROPA, PIÙ DI PARIGI E FRANCOFORTE, PUR AVENDO UN TERZO DEI PASSEGGERI - SE VINCE IL PD IN REGIONE, TORNA IL POLO CON BERGAMO E BRESCIA…

1- SEA TITOLO PIÙ CARO D'EUROPA NEL SETTORE AEROPORTI
Da http://www.piazzaffari.info/

L'Ipo di Sea, società aeroportuale milanese che gestisce gli scali di Malpensa e Linate, sta andando avanti non senza polemiche e ora gli analisti finanziari iniziano a effettuare le prime proiezioni in vista del debutto ufficiale sulla borsa di Milano atteso per giovedì 6 dicembre 2012. Dopo lo scambio di accuse tra F2i e il Comune di Milano, si ritorna a parlare di quale sia il valore corretto della società. In base alle prime stime effettuate dagli analisti finanziari, Sea potrebbe diventare il titolo più costoso d'Europa nel settore aeroportuale.

Se si fa il confronto con altri scali europei, Sea mostrerebbe multipli di borsa ben più elevati dei suoi competitor. Al prezzo minimo della forchetta di 3,2 euro, il rapporto tra Ev/Ebitda 2013 si troverebbe a 7,4, non lontano da 8,1 dello scalo di Francoforte (gruppo Fraport) e da 8,4 dall'Aeroporto di Parigi. Anche la stima di p/e 2013 mostra una certa sopravvalutazione del titolo: 14,6 contro 15 degli scali parigini e 15,3 dello scalo di Francoforte.

I multipli di borsa diventano ancora più elevati se si stima un prezzo Ipo a 3,75 euro, ovvero nel range medio della forchetta. Il rapporto Ev/Ebitda 2013 è 8,2, superiore a 8,1 di Francoforte e poco sotto 8,4 di Parigi. Bisogna ricordare che nel 2011 Sea ha fatto viaggiare un terzo dei passeggeri di Francoforte e Parigi. A un prezzo di 3,75 il titolo diventerebbe molto caro con p/e 2013 a 17,2: il più costoso d'Europa dietro solo a Gemina (22,3), che controlla gli scali di Fiumicino e Ciampino con Adr.

Dal fronte delle cedole, Bonomi ha promesso il 70% dell'utile lordo in dividendi, contro il 50% di Parigi e il 48% di Francoforte. In valore assoluto il dividendo è atteso tra il 3,5% e il 4%: sarebbe il premio più alto d'Europa nel settore. Insomma, il titolo sarà quotato in ogni caso a valori eccessivamente elevati rispetto ai competitor europei.

2- SEA: IN OTTOBRE PASSEGGERI -5,4%, DEBOLE ANCHE NOVEMBRE
(ANSA) - Il sistema aeroportuale di Milano in ottobre rispetto al corrispondente mese del 2011 ha segnato un calo del traffico di passeggeri del 5,4%, con Malpensa scesa del 6,5% e Linate del 3,1%. In novembre il trend prosegue: al 20 del mese lo scalo di Linate, rispetto allo stesso periodo del 2011, segna una contrazione del 6,5%, mentre Malpensa evidenzia una riduzione del 2,1%: il 'sistema' complessivo dei due aeroporti evidenzia nel periodo 1 novembre - 20 novembre 2012 un calo del 3,7%. Lo afferma la Sea, in fase di quotazione in Borsa, dopo una lettera dei consiglieri di amministrazione Mauro Maia e Renato Ravasio, nominati su indicazione del socio di minoranza F2i, inviata anche alla Consob.

3- QUOTAZIONE SEA, SCONTRO TRA GAMBERALE E PISAPIA - IL FONDO F2I SI RIVOLGE ALLA CONSOB: "IL PAY-OUT AL 70% NON DECISO DAL CDA"
Alessia Gallione e Luca Pagni per "la Repubblica"

Solitamente, quando un manager promette un ricco dividendo i soci non si lamentano. E tantomeno scrivono alla Consob per segnalare che qualcosa non torna. Ma gli addetti ai lavori non si stupiscono più di quanto sta accadendo alla Sea, l'azienda che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, ormai prossima alla quotazione in Borsa. E si attendono che il livello dello scontro tra gli azionisti salga ancora nell'approssimarsi del consiglio di amministrazione che dovrà decidere il prezzo del debutto a Piazza Affari previsto entro la metà di dicembre.

Perché quanto sta accadendo è frutto dello scontro tra il socio di minoranza, il fondo di investimenti F2i, guidato dall'ex numero uno di Autostrade per l'Italia, Vito Gamberale e il socio di controllo, il comune di Milano retto dalla giunta di Giuliano Pisapia. F2i si è già rivolto due volte alla Consob, l'ultima ieri attaccando l'amministratore delegato di Sea, Giuseppe Bonomi perché ha promesso nei prossimi anni dividendi pari al 70% dell'utile netto complessivo.

«Nello strumento di pianificazione approvato dal cda - è scritto in una lettera inviata ai soci, ai sindaci e all'Autorità per il mercato - è previsto un payout del 50%, ben inferiore quindi a quello pubblicizzato». Un fatto definito «grave» con annessa richiesta di «immediata rettifica». Soltanto pochi giorni fa, sempre F2i aveva preteso e ottenuto di modificare i dati del prospetto per la quotazione sul numero dei passeggeri dei due aeroporti e sul livello dei crediti non riscossi.

La strategia di F2i è molto chiara. In modo palese, contesta i termini economici dell'operazione considerando che non valorizzino a sufficienza l'azienda. E soprattutto penalizzano il fondo che un anno fa ha vinto l'asta bandita dal Comune per il 29,75% del capitale offrendo 385 milioni.

Il fatto è che secondo quanto pagato da Gamberale la Sea dovrebbe valere attorno a 1,3 miliardi, mentre l'offerta che il presidente Bonomi sta portando in giro nei suoi incontri con le comunità finanziarie di tutto il mondo valutano la società tra 878 milioni e 1,18 miliardi (che sale a 906 milioni-1,218 miliardi con la cosiddetta greenshoe).

Il Comune, ufficialmente, non attacca Gamberale. Anzi, il sindaco Pisapia ieri ha invitato «a ritrovare un clima più sereno » nel rapporto tra i soci: «Stiamo parlando di un dividendo che deve essere valutato e che evidentemente deve andare a tutti i soci. Non comprendo i problemi. Probabilmente c'è stato un equivoco e una interpretazione errata delle parole di Bonomi». Ma dietro le quinte, il clima nei confronti di Gamberale in Comune è tutt'altro che conciliante. E si capisce che i conti verranno regolati dopo la quotazione in Borsa.

In realtà, la partita non è solo finanziaria. Dopo lo sbarco a Piazza Affari e contando sulla possibile vittoria alle regionali del centrosinistra, potrebbe ripartire il vecchio progetto di aggregazione in un'unica società degli aeroporti lombardi (con Bergamo e Brescia con possibile estensione fino a Verona). Un polo del Nord che potrebbe contrastare l'analogo piano di F2i, nato come fondo per infrastrutture che già controlla Napoli Capodichino e che guarda con interesse alle altre gare che metteranno sul mercato le quote di controllo da Torino a Genova. Se la quotazione avrà successo, F2i rischia di accontentarsi del polo di serie B.

 

VITO GAMBERALE jpegGIULIANO PISAPIA E ROBERTO MARONI MALPENSAGiuseppe BonomiGIUSEPPE VEGASAereoporto Roissy-Charles de Gaulle