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1. IL TOTO-NOMI DEL MANICOMIO UNICREDIT
Dagonews
Nel giorno in cui Unicredit arriva al minimo in borsa da quattro anni (2,77 euro), è lecito fare il punto sul manicomio che è diventata la torre di piazza Gae Aulenti. Vi sembra normale un cda che licenzia l'amministratore delegato, e nello stesso momento gli ''rinnova la fiducia'' confermandogli tutte le deleghe fino all'arrivo del prossimo manager, in un processo che può impiegare un mese o forse più?
Prassi vorrebbe che sia il presidente, o un consigliere forte, o il direttore generale, ad assumere tutte o alcune delle deleghe più importanti visto che si è rotto il rapporto di fiducia con chi rappresenta gli azionisti. Infatti, dopo un iniziale recupero, il mercato ha capito di avere a che fare con il Paese di Pulcinella e Unicredit ha ricominciato a scivolare a Piazza Affari (insieme agli altri bancari).
Come mai non si trova un successore? A malapena si è arrivati a dare l'incarico ai cacciatori di teste, nonostante l'uscita dell'amministratore fosse nell'aria da mesi. Ecco i duelli in corso.
Palenzona vuole altri tre anni da vicepresidente, Paolo Biasi vuole entrare nel cda (non è più presidente di Cariverona ma mantiene il potere) e comandare. Gli arabi del fondo Aabar invece sono furiosi per questo stallo e hanno dato due settimane al cda per trovare un nuovo ad.
I nomi che girano? Sono quelli che Dagospia ha già anticipato, con qualche new entry. Palenzona vuole Nagel, in un continuo scambio di favori, Biasi punta su Marco Morelli di Merril Lynch (ex Mps e Intesa). Gli arabi, che ricordiamo sono il primo socio della banca, hanno chiesto un manager con tre caratteristiche: un profilo internazionale, un'esperienza con una ''banca universale'' simile a Unicredit, e soprattutto che abbia l'appoggio della BCE.
Intanto, fanno rumore due auto-candidature: quella di Carlo Cimbri, l'ingelatinato dominus di UnipolSai, decisamente non una banca universale ma che ha già contattato i soci italiani Caltagirone e Del Vecchio. E poi c'è Gallia: l'ex amministratore delegato di Bnl, da pochi mesi al vertice di Cassa depositi e prestiti, si è già stufato di litigare con il presidente Costamagna sulle strategie spericolate di quella che un tempo era una istituzione sonnolenta.
FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA
2. UNICREDIT, REICHLIN SI SFILA DAL TOTO-PRESIDENZA
Da “il Giornale”
Lucrezia Reichlin non è «candidata» alla presidenza di Unicredit e soprattutto si augura «tempi rapidi» nella scelta del nuovo ad. Il consigliere, voce dei fondi nel board, si è sfilata ieri dopo i rumor che la indicavano tra i possibili successori di Giuseppe Vita. Un processo, quello relativo alla presidente, che non è in corso e che forse potrebbe prendere corpo tra qualche mese. Per il momento la transizione nel gruppo di Piazza Gae Aulenti riguarda il ceo, dopo il passo indietro di Federico Ghizzoni.
L' attenzione è puntata sull' indicazione dei cacciatori di teste, a cui oggi sarà affidato l' incarico di trovare il nuovo timoniere. Una volta individuata la rosa di nomi entrerà in gioco il comitato Governance per una scrematura dei candidati da sottoporre al board. L' attenzione resta alta e i contatti tra i grandi soci proseguono costantemente anche in vista del cda del 9 giugno.
francesco gaetano caltagirone e malwina
Ieri, intanto, dal consiglio si sono dimessi Manfred Bischoff (per motivi personali) e Helga Jung, «a causa di ragioni organizzative interne al gruppo Allianz». Quest' ultimo ha comunicato l' intenzione di proporre ai soci deliberanti Sergio Balbinot (l' ex ad delle Generali e oggi vice presidente Allianz in Italia nonchè membro del board centrale) per la sostituzione di Jung.
3. UNICREDIT: KWB TAGLIA TARGET PRICE,MINIMI DA 4 ANNI IN BORSA
(ANSA) - Unicredit viaggia sui minimi da settembre 2012 a Piazza Affari (-3,62% a 2,77 euro), dopo che il broker Kwb ha tagliato il titolo a 'underperform' da 'market perform', riducendo il target price (prezzo obiettivo) del 39%, da 5,12 a 3,14 euro. Gli analisti vedono la banca impegnata in troppe sfide e ritengono che le azioni siano ancora troppo care nel caso in cui il deficit di capitale - stimato in 7,5 miliardi - debba essere colmato entro la fine dell'anno.
mohammed bin zayed al nahyan e luca di montezemolo
Secondo Kwb, Unicredit dovrebbe fare di più per migliorare il Rote (ritorno sul capitale tangibile): arrivare al 10%, spiegano gli analisti, richiederebbe di tagliare di un ulteriore 20% i costi, a parità di ricavi. Gli analisti esprimono infine preoccupazione per il fatto che la governance continui ad essere troppo limitante.
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