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Paolo Griseri per “La Repubblica”
Dottor Marchionne, che cosa significa questo cambio alla guida di Ferrari?
«Era un passo inevitabile. Dovevamo solo scegliere i tempi. In Italia abbiamo spesso difficoltà ad affrontare il nodo della successione. Ma un’azienda globale questo problema se lo deve porre. Anche alla Fiat prepariamo continuamente piani di successione».
Che cosa si è rotto nel rapporto con Montezemolo?
«Io e Luca siamo amici e abbiamo continuato ad esserlo anche in questi giorni di polverone. E’ finito un ciclo e c’era la necessità di un passaggio generazionale».
Pentito delle critiche fatte domenica scorsa a Cernobbio e rivolte alla Ferrari che non vince?
Sergio Marchionne e Luca di Montezemolo
«Non c’è nulla di cui pentirmi. Ho messo l’accento su un problema che riconoscono tutti. La vittoria è nel dna della Ferrari. Questo è un punto non negoziabile. Se domenica la Ferrari avesse vinto a Monza mi sarei rimangiato quello che avevo detto».
Montezemolo ha ringraziato i cronisti «anche per le cazzate» scritte in questi anni. Da nuovo presidente della Ferrari lei farà altrettanto?
«Anche io devo smentire una cazzata che ho letto in questi giorni. Noi non abbiamo alcuna intenzione di snaturare la Ferrari, di integrarla nel gruppo o addirittura, come ho letto, di “americanizzarla”. Continueremo a rispettare l’autonomia di Ferrari come abbiamo fatto in questi anni offrendo a Luca e all’ad Amedeo Felisa il massimo della libertà di azione».
Come sarà la Ferrari di Marchionne? E’ vero che aumenterete il tetto massimo di auto prodotte all’anno?
«Quel tetto era stato fissato per preservare l’unicità del marchio. E questo continua ad essere il nostro obiettivo. Se poi aumentano di molto i clienti potenziali e i mercati di riferimento, si potranno portare piccoli ritocchi verso l’alto alla produzione. Ma il principio di difendere l’unicità del brand rimane».
Le vittorie in pista sono necessarie per vendere bene i prodotti Ferrari?
«Devo fare i complimenti a Luca per aver portato a casa floridi risultati sul piano dei bilanci. Ma non sono d’accordo sul fatto che le vittorie incidano poco sulle vendite. Se in America si vendono molte Ferrari è perché i collezionisti si appassionano alla Formula 1 anche in un Paese che sembra meno attento dell’Europa ai gran premi».
Qual è stato in questi anni il suo rapporto con Montezemolo?
«Abbiamo cominciato a polemizzare da subito. Era il 2002, eravamo entrati entrambi in Consiglio di amministrazione della Fiat e lui mi criticava perché andavo in giro con un’auto tedesca a quattro ruote motrici. Su questo ho finito per dargli ragione. Adesso il nome di quell’auto non so nemmeno più come si scriva».
MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI
Creerete il polo del lusso con Ferrari, Maserati e Alfa?
«La Ferrari non entra in nessun polo. E’ la Ferrari e basta».
La quoterete in Borsa separatamente?
«Non lo escludo e non lo includo. Sono decisioni che deve prendere il cda di Fiat».
Una quotazione di Ferrari Maserati e Alfa quando potrebbe avvenire?
«Prima dobbiamo capire come riparte l’Alfa. Il primo modello del nuovo piano lo presenteremo il 24 giugno 2015».
Avvocato Montrezemolo, dottor Marchionne, potete stringervi la mano? E’ per la foto..
«Grazie. Lo facciamo dopo».
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