LA BERLUSCHINA IN ROSSO - IL “PIANO BACH” PER LA CESSIONE DEI GIOELLI EDITORIALI INTERNAZIONALI DI MONDADORI, GLI UNICI CHE VANNO A GONFIE VELE - IN CASSA FINIREBBERO 500 MILIONI DI EURO, OSSIGENO PURO VISTO IL CALO DEGLI UTILI IN ITALIA - TEDESCHI I POSSIBILI ACQUIRENTI: BURDA E BAUER MEDIA - PRIMA DELLA VENDITA, TUTTE LE CONTROLLATE ESTERE FINIREBBERO IN UNA NEWCO - IERI IL PRIMO PASSO….

Marco Valle per Lettera43.it
Nome in codice Bach. Si chiama come il compositore di musica classica tedesco il piano di riorganizzazione che giace da alcuni mesi sui tavoli dei manager del gruppo editoriale Mondadori.

L'obiettivo è fare cassa per sanare il bilancio. E la faccenda è diventata ancora più urgente dopo i problematici risultati dei primi sei mesi 2012: l'utile netto di periodo si è più che dimezzato a 7,5 milioni di euro (erano 22,7 milioni nel primo semestre 2011); la contrazione pubblicitaria è stata del 18,3% (quasi il doppio rispetto al 9,5% medio del mercato) e ci sono stati 23 milioni di mancati guadagni con il Mol (margine operativo lordo prima di ammortamenti, tasse e interessi) sceso a 36 milioni di euro (erano 59 milioni nel 2011).

ALL'ESTERO I MIGLIORI RISULTATI. E qui arriviamo al piano Bach. Che, secondo quanto risulta a Lettera43.it, prevede di fare cassa con le attività internazionali.
Le controllate estere di Mondadori vanno bene, a differenza di quanto avviene per i periodici italiani che hanno perso 38 milioni di ricavi nel semestre (209,9 milioni di euro nel 2012 contro i 247,8 del 2011). Oltre confine, invece, continuano a macinare utili e possono essere appetibili.

Nel primo semestre, per esempio, i ricavi di Mondadori France sono cresciuti del 12,3% a 193,6 milioni di euro, ma soprattutto il Mol, ovvero il risultato ottenuto in Francia, è stato di 20 milioni di euro (+7,3% rispetto al 2011) e vale oltre la metà dei 36 milioni di Mol complessivo del gruppo nel semestre.

UNA NEWCO PER VENDERE. Il primo passo per mettere sul mercato una fetta importante della casa editrice presieduta da Marina Berlusconi e guidata dal suo vice Maurizio Costa, è stato deciso giovedì 26 luglio 2012 con la definizione da parte del consiglio di amministrazione della fusione per incorporazione in Arnoldo Mondadori editore della controllata Mondadori International spa, a cui fanno capo Mondadori France (100%), Mondadori Indipendente Media (50%) e Attica Publications (41,9%).

Il secondo passo sarà quello di costruire una Newco, ovvero una nuova compagnia, in cui far entrare tutti gli asset internazionali. Nella società finiranno anche le redditizie attività di licensing delle testate del gruppo all'estero, che hanno avuto nel primo semestre 2012 un fatturato di 80 milioni di euro e di cui le 20 edizioni del settimanale femminile Grazia formano la parte più consistente. Al piano Bach, secondo quanto risulta a Lettera43.it, l'azienda sta lavorando da alcuni mesi e prevede di trovare un possibile compratore, valutando anche la possibilità di una partnership paritetica per il business estero.
Ma quali sono i candidati? Tutte le piste portano in Germania. Interessati all'acquisto sono, infatti, due dei principali attori dell'editoria tedesca. Il primo è il gruppo Burda, che in passato ha anche tentato l'avventura italiana in partnership con Rcs Periodici, ma ne è uscito con le ossa rotte nel 2004. Burda ha in portafoglio oltre 300 periodici (Burda, InStyle, Playboy) e nel 2011 ha portato a casa ricavi per 2,1 miliardi di euro.Il secondo concorrente in lizza è il gruppo Bauer Media (Life&Style, Intouch, J-14,Twist) che ha oltre 2 miliardi di euro di fatturato nel 2011, ed è molto forte nel segmento teenager, oltre che avere in portafoglio riviste di gossip.

PLUSVALENZA DA 500 MILIONI DI EURO. Ma quanto può valere l'area internazionale della casa editrice di Segrate? Dall'eventuale cessione del 100% della Newco dove confluiranno tutte le attività estere, la Mondadori potrà ricavare oltre 500 milioni di euro.
La valorizzazione è fatta calcolando che il compratore paghi 10 volte il margine operativo lordo di circa 50 milioni annui espresso da Mondadori France e dal licensing. Una cifra ragionevole, secondo i calcoli di mercato, e addirittura a sconto rispetto per esempio ai valori calcolati da Hearst Italia per Hachette-Rusconi che è passata di mano nel giugno del 2011 per una somma pari a ben 13 volte il Mol.

INDEBITAMENTO IN CRESCITA, IPOTESI DELISTING. L'arrivo di un compratore (o di un socio pesante) per le attività straniere darebbe ossigeno al gruppo editoriale italiano che continua a veder crescere i propri debiti: nel primo semestre 2012 la posizione finanziaria netta è negativa per 370 milioni di euro (quasi 35 milioni in più rispetto al 2011).
E con la cessione dell'internazionale, secondo alcuni analisti di Piazza Affari, il gruppo Mondadori potrebbe anche valutare il delisting dalla Borsa di Milano.
L'azienda capitalizza circa 200 milioni di euro, secondo i dati aggiornati al 26 luglio 2012, e - stando ai calcoli di Alessandro Bossi, analista finanziario indipendente - è tornata sui livelli del 1986, bruciando tutto il rialzo fatto dal collocamento fino al Duemila.
A questo punto, con i valori al lumicino e ormai senza molti importanti asset, nel mondo finanziario milanese molti si chiedono se abbia senso per la famiglia Berlusconi mantenere la quotazione del gruppo di Segrate.

 

 

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