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Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
Il giacimento di gas scoperto dall’Eni nelle acque egiziane è già di per sé il più grande mai trovato nel Mediterraneo, ma «probabilmente sotto ce ne è un altro anche questo importante: non a gas puro, potrebbero esserci dei condensati o dell’olio». Gli 850 miliardi di metri cubi sono una stima «conservativa». L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha illustrato alle commissioni Industria di Senato e Camera le potenzialità del giacimento offshore di Zhor e la tempistica per lo sviluppo.
L’Egitto non vuole perdere tempo — del resto la scoperta renderà il Paese praticamente autosufficiente dal punto di vista energetico — e vuole svilupparla «in tempi rapidi: vuol dire 2017». Descalzi ha spiegato che «nelle prossime settimane ci sarà il piano di sviluppo», poi ci sarà la concessione e «a dicembre» l’amministratore delegato si presenterà al board per far approvare l’investimento finale: «Sono tempi strettissimi, in genere ci vuole almeno un anno, un anno e mezzo».
GIACIMENTO DI GAS SCOPERTO DA ENI IN EGITTO
Eni è al 100% di Zohr «perché non abbiamo trovato partner — ha raccontato il Ceo — È una cosa abbastanza rara. C’erano dei partner che avevano un’opzione fino alla fine di luglio ma, fortunatamente per noi e sfortunatamente per loro hanno rinunciato». Il nuovo giacimento conferma la vocazione dell’Eni nell’esplorazione.
Negli ultimi sette anni ha scoperto 10 miliardi di barili di risorse, un risultato che posiziona il gruppo controllato al 30% dal Tesoro davanti alle altre oil company nell’esplorazione. Solo negli ultimi 6 anni ha individuato tre campi giant e supergiant a gas in Venezuela (Perla), Mozambico (Mamba Coral) e ora in Egitto (Zohr) e ha compiuto importanti scoperte a olio in Congo, Ghana , Angola e Norvegia, cui vanno aggiunte quelle più piccole.
I costi di sviluppo del giacimento di Zhor «possono rimanere al di sotto dei 10 miliardi di dollari». Descalzi ha indicato un ordine di grandezza, tenuto conto delle caratteristiche «incredibili» del gas trovato nel giacimento, perché «non c’è Co2, non c’è zolfo, è praticamente metano, quasi non deve essere trattato tipo quello del Mozambico, c’è una grande pressione e una temperatura bassa», fattori importanti «perché incidono sui costi». Con questa scoperta ci sarà «anche spazio per l’export», ma, ha spiegato Descalzi, «dovrà essere l’Egitto a decidere.
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