MEDIOBANCA RIBADISCE ALLA CONSOB: “NESSUN ACCORDO CON I LIGRESTI!” - BENISSIMO, MA DOVREBBE DIRLO AI GIOVANI LIGRESTI DAL REGISTRATORE INCORPORATO, O AI PM CHE HANNO SEQUESTRATO LA (COPIA) DELL’ACCORDO E SONO ALLA RICERCA DELL’ORIGINALE - DOPO AVER SENTITO PER ORE DON SALVATORE E L’AVVOCATO ROSSELLO, IL PROSSIMO NEL MIRINO DEL PM LUIGI ORSI È PROPRIO LUI, ALBERTINO NAGEL…

1 - FONSAI: UNIPOL, NO A CONOSCENZA PRESUNTO ACCORDO LIGRESTI
(ANSA) - Unipol afferma in una nota, su richiesta della Consob, in merito alle recenti notizie di stampa relative a presunti accordi stipulati tra i precedenti azionisti di riferimento di Premafin e Mediobanca, nell'ambito del progetto di integrazione di Unipol con Premafin, di "non essere a conoscenza di alcun presunto accordo". Il gruppo Bolognese precisa, altresì che "gli unici accordi stipulati nell'ambito del progetto di integrazione, conosciuti da Unipol, sono quelli comunicati tempo per tempo al mercato".

2 - MEDIOBANCA RIBADISCE,NESSUNO ACCORDO LIGRESTI
(ANSA) - Mediobanca, su richiesta della Consob, ribadisce in una nota di non aver stipulato alcun accordo con la famiglia Ligresti nell'ambito del progetto di integrazione del Gruppo Unipol con Premafin. Piazzetta Cuccia precisa inoltre che, nell'ambito del progetto di integrazione, ha sottoscritto con Premafin, la convenzione di ristrutturazione del debito unitamente alle altre banche del pool e, con con FonSai e Ugf, i mandati a promuovere il consorzio di garanzia per i rispettivi aumenti di capitale e, unitamente alle altre banche partecipanti al consorzio, i contratti di garanzia. L'istituto sottolinea che questi accordi sono tutti noti al mercato.


3 - LIGRESTI, I PM CERCANO LA LETTERA FIRMATA
Carlo Festa per "Il Sole 24 Ore"

La Procura di Milano continua le indagini sulla buonuscita per i Ligresti da parte di Premafin che sarebbe stata promessa da Mediobanca a latere del riassetto del gruppo. L'obiettivo sarebbe trovare la copia originale della lettera, di cui ha parlato Salvatore Ligresti e che dovrebbe riportare in calce le firme sue e dell'Ad di Mediobanca Alberto Nagel: manoscritto in cui verrebbe garantita una buonuscita ai Ligresti di 45 milioni di euro per il 30% di Premafin più altre utilità.

Nel frattempo, vigila anche la Consob, che ancora non avrebbe avuto modo di visionare il documento, posto sotto sequestro, ma che ha costanti contatti con la Procura. Dopo l'audizione del capo famiglia e dell'avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca, il cui verbale sarebbe stato secretato, ora tutti si aspettano che il prossimo ad essere sentito dal Pm Luigi Orsi sia Nagel. Lo ha infatti chiamato in causa l'ingegner Ligresti, che ai Pm ha riferito di un incontro il 17 maggio scorso per firmare entrambi l'intesa.

IL DOSSIER IMCO E SINERGIA
Intanto le banche starebbero provando la carta del concordato fallimentare su Imco e Sinergia. Mentre le due scatole societarie, un tempo della famiglia Ligresti e ora in fallimento, procedono sotto la cura dei curatori fallimentari (sono stati scelti dal Tribunale tre professionisti per ogni holding) gli istituti provano a studiare una nuova architettura per soddisfare i creditori del crack: un dissesto da quasi 500 milioni di cui 400 verso le banche e 60 milioni verso altri creditori (tra cui i 12,5 milioni di debiti verso l'Istituto oncologico europeo). L'obiettivo sarebbe, appunto, un concordato fallimentare tramite il quale proporre ai curatori un piano di rimborso dei creditori a fronte dell'acquisizione delle attività immobiliari.

Sul piano starebbero lavorando, per conto delle banche lo studio legale dell'avvocato Giuseppe Ianaccone e il professore napoletano Michele Sandulli, grande esperto di diritto commerciale e fallimentare. Nel frattempo, si sarebbero uniti gli advisor finanziari Lazard e Banca Leonardo. Oggi Unicredit è l'istituto più esposto per 183,3 milioni, seguito da Banco Popolare (42,9 milioni), Popolare di Milano (35,5 milioni), General Electric (30,8 milioni), Banca Sai (21 milioni), Popolare di Sondrio (6,7 milioni) Monte dei Paschi (6,2 milioni), Cassa Lombarda (3,9 milioni) Hypo (2,5 milioni) e altri istituti per 1,2 milioni.

Resta da capire quali siano le chance che il piano venga accettato dal Tribunale. Nel caso in cui il progetto dovesse prendere corpo, alla finestra sarebbe l'imprenditore Manfredi Catella, il capo di Hines Italia, che già prima del fallimento aveva trattato con gli istituti di credito per la valorizzazione delle attività immobiliari tramite un fondo sociale.

Nel frattempo, i curatori stanno predisponendo la documentazione su Imco e Sinergia. In primo luogo, la relazione sulle cause del dissesto e le responsabilità dello stesso, da consegnare al giudice delegato e alla Procura di Milano. I professionisti dovranno poi preparare lo stato passivo con le domande di ammissioni. Infine il programma di liquidazione delle attività: Imco e Sinergia, fra gli asset in portafoglio, possiedono anche il 20% di Premafin. La richiesta di fallimento per le due holding dei Ligresti è stata avanzata dal Pm Orsi, lo stesso che sta seguendo le altre indagini sull'ex-gruppo dei Ligresti.

 

 

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIlogo mediobanca I VERTICI DI FONDIARIA - LA FAMIGLIA LIGRESTILAD DI UNIPOL CARLO CIMBRI LUIGI ORSIIL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGASMANFREDI CATELLA FOTO