“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Giacomo Amadori per "Libero Quotidiano"
Le grandi opere in Veneto, dal Mose alla Pedemontana, hanno visto trionfare le larghe intese e nessuno ha mai protestato, perché al business partecipavano tutti. Una tendenza confermata dalla realizzazione del Passante di Mestre, dove ricorrono molti dei nomi finiti nell’inchiesta sul Mose: dal potentissimo assessore veneto ai Trasporti e alle Infrastrutture di Forza Italia Renato Chisso al suo referente «sinistro» Lino Brentan, ex assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Venezia per i Ds, poi ad di Autostrade Venezia-Padova.
In questa vicenda riaffiora pure il nome di Giampietro Marchese, potente segretario organizzativo del Pd veneziano, arrestato per il Mose con l’accusa di finanziamento illecito al suo partito. Pure le aziende sono le medesime: dalla Mantovani alla Fincosip alla Fip industriale, oltre alle immancabili coop, dal Consorzio cooperative costruzioni (Ccc) di Bologna, al Consorzio veneto cooperativo (Coveco) alla Cooperativa muratori e cementisti (Cmc) di Ravenna. Una Santa Alleanza benedetta dal Ministero delle Infrastrutture (e dai suoi funzionari), dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione) e dalla Regione Veneto.
Contrarie solo poche voci isolate e la solita inascoltata Corte dei conti. «Il sistema è sempre lo stesso e il Passante non ha fatto eccezione» spiega un inquirente a Libero.
RISCHIO PRESCRIZIONE «Purtroppo in questo caso, visto che i lavori sono iniziati molti anni fa è fortissimo il rischio di prescrizione dei reati» chiosa un investigatore, quasi a giustificarsi per il mancato affondo giudiziario.
Almeno per il momento. Infatti nei 18 faldoni di documenti dell’inchiesta sulle tangenti che hanno ruotato intorno alla costruzione del Mose si parla anche di Passante. Claudia Minutillo, ex amministratore delegato della Adria infrastrutture (di cui Mantovani è azionista principale), dichiara a verbale: «Altri casi in cui il gruppo è stato avvantaggiato? Beh, ecco, il Passante di Mestre è un altro caso (…) So che lì è stata agevolata la cordata Impregilo-Mantovani».
Da parte sua, l’ex presidente di Mantovani spa Piergiorgio Baita ha ammesso di aver acquistato una società in perdita dall’ex commissario straordinario per il Passante, l’architetto Bortolo Mainardi: «Il favore è stato fatto su richiesta dell’assessore Chisso che riteneva di investire nel rapporto con Mainardi».
Sempre secondo Baita, il dominus del Consorzio Venezia nuova (concessionario per il Mose), Giovanni Mazzacurati si sarebbe lamentato perché Maria Giovanna Piva (arrestata per il Mose) e Giampietro Mayerle, rispettivamente ex presidente e ed ex vicepresidente del Magistrato alle acque «in talune occasioni mostravano di avere una certa irriconoscenza nei confronti di chi gli aveva fatto ottenere, officiando all’uopo il ministro Matteoli, dei lucrosi collaudi estranei al Mose, come ad esempio un collaudo del Passante di Mestre».
Un altro imprenditore, deceduto, ha raccontato di aver pagato una mazzetta da 170mila euro per ottenere un subappalto per la realizzazione di opere di mitigazione ambientale lungo la terza corsia della tangenziale mestrina: «Ripeto che mi fu richiesto di pagare un contributo da Mauro Scaramuzza (ex ad della Fip industriale, ndr) il quale solo in un secondo momento mi fece conoscere l’entità della somma, quindi osservai che effettivamente si trattava di una somma ingente, ma alla fine avevamo ottenuto il lavoro e inoltre Scaramuzza prometteva che ci avrebbe fatto fare qualcos’altro (successivamente abbiamo fatto alcuni lavori sul Passante)».
Scaramuzza ai magistrati ha spiegato che quei soldi dovevano andare a Brentan. Altri 200mila euro li avrebbe pagati lo stesso Scaramuzza, veicolandoli a un’altra azienda: «Perché questo permetteva al dottor Brentan di predisporre una scorta per il Partito democratico dell’area veneziana (…) Un finanziamento non lecito al partito veneziano, cosa che mi fu poi confermata nel dettaglio, verso la fine dell’appalto, quando il dottor Brentan, visti i rapporti che avevamo, mi manifestò tutta la sua, diciamo così, amarezza per la mancata riconoscenza che il partito dimostrò nei suoi confronti dopo che lui gli aveva procurato questo finanziamento».
Ma è tutta la vicenda della costruzione del Passante che è ricca di ombre. Come denuncia il recente dossier dei comitati «Re:Common» e «Opzione Zero» che a gennaio hanno presentato un esposto agli organismi di controllo europeo sui costi di realizzazione e sulle operazioni finanziarie della Concessioni autostradali venete (Cav), la società pubblica creata nel 2008 per la gestione del Passante.
Infatti una convenzione approvata nel 2011 prevede che Cav, partecipata da Regione Veneto e Anas, restituisca entro il 2032 alla stessa Anas circa un miliardo di euro, ovvero i soldi anticipati per il Passante. Per i comitati si tratterebbe di un debito «fantasma» per il quale Cav ha dovuto esporsi con le banche, creando un altro buco nero. Nel cda di Cav troviamo in rappresentanza della sinistra, al posto di Brentan, un altro degli arrestati del Mose: Marchese.
600 MILIONI IN PIÙ Il Passante solleva pure altri dubbi. Per esempio per la Corte dei conti l’opera è costata decisamente troppo: quasi 1,4 miliardi, anziché 800 milioni, il 60 per cento in più del previsto. Inoltre ha inaugurato la stagione delle grandi opere costruite con procedure d’emergenza, quelle della Protezione civile, una pratica mal digerita dai giudici contabili: «Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale (…) si risolva in una sistematica e allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti».
claudia minutillo giancarlo galan
Alla fine il Contraente generale per la progettazione e la realizzazione dell’opera diventa il Consorzio Passante di Mestre di cui fanno parte Impregilo spa, Grandi Lavori Finconsit spa (per il Mose è finito in carcere il presidente Alessandro Mazzi), Fip industriale Spa (quella di Scaramuzza), Coveco (degli arrestati Franco Morbiolo e Pio Savioli), la Ccc e la Cmc. Mantovani ottiene numerosi subappalti. Qualcuno prova a fare ricorso. Inutilmente. Il Dream team non si tocca. Salvo incidenti di percorso (leggi Mose).
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