DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
Gli italiani tagliano la spesa per colf e badanti, una scelta che inevitabilmente ha comportato disagi gravi per i più anziani, rimasti senza aiuti in casa. Nel 2022 i lavoratori domestici sono tornati sotto quota 900mila, in calo di 76.548 unità (-7,9%) sull'anno precedente. A scattare la fotografia di un settore strategico per il Paese è il nuovo rapporto annuale promosso dall'Osservatorio Domina, l'associazione che rappresenta i nuclei datori di lavoro domestico.
Il report, presentato ieri in Senato e giunto alla quinta edizione, ricorda tuttavia che il settore offre un contributo positivo al Pil italiano pari all'1%. Rimane il problema, annoso, del sommerso: i lavoratori domestici in Italia sarebbero in tutto 1,86 milioni, osserva sempre Domina, di cui 894.299 contrattualizzati, dunque la quota di irregolari nel 2022 avrebbe toccato il 51,8%, per un mancato gettito fiscale che allo Stato costerebbe attorno al miliardo e mezzo di euro l'anno.
lavoratori domestici in italia - il messaggero
Nel 2022 la spesa delle famiglie per il lavoro domestico regolare e non si è contratta, non accadeva dal 2017, scendendo a 14,3 miliardi (7,7 per le badanti e 6,6 per le colf). Per Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, «i tempi sono maturi per una riforma completa del settore che trasformi il lavoro sommerso in lavoro regolare, proponendo ai datori di lavoro incentivi finanziari».
Il decremento dei lavoratori domestici nel 2022 è stato più marcato al Sud e in particolare in Campania (-13,5%), Basilicata (-13,3%) e Calabria (-13,1%). In altre regioni, come la Sardegna, l'asticella si è abbassata solo dell'1,9%. Oggi un terzo di tutti i lavoratori domestici si concentra in due sole regioni, Lombardia (19,5%) e Lazio (13,8%), dove i nuclei datori di lavoro sono più di 300mila. Solo nel Lazio i lavoratori domestici regolari sono 123.157. [...]
Ma perché il lavoro nero continua a proliferare nel settore? Secondo i datori di lavoro, la causa principale della mancata dichiarazione all'Inps sta nel fatto che i lavoratori domestici sono impiegati per poche ore al giorno o a settimana. Pesano poi i costi elevati, chiaramente. In misura minore incidono l'esplicita richiesta del lavoratore di non essere regolarizzato o il fatto che quest'ultimo sia sprovvisto del permesso di soggiorno.
I lavoratori domestici italiani sono circa uno su tre e negli ultimi anni sono cresciuti costantemente, mentre tra il 2012 e il 2022 colf e badanti stranieri sono passati dall'80 al 70% del totale. Tra le nazionalità straniere la componente più significativa è quella rappresentata dell'Est Europa che è pari al 35,4% dei lavoratori domestici totali presenti in Italia. Infine i lavoratori domestici uomini, che restano una minoranza, il 15%.
Se si considerano i soli lavoratori domestici italiani, più della metà lavora meno di 20 ore settimanali. Perciò non sorprende che il 60% di loro non percepisca più di 6 mila euro annui. Quasi il 40% si posiziona addirittura sotto la soglia dei 3 mila euro. [...]
Intanto l'Inps ha aggiornato le fasce di retribuzione dei lavoratori domestici su cui calcolare i contributi dovuti per il 2024, alla luce della variazione provvisoria del 5,4% dei prezzi al consumo registrata l'anno scorso. La prima fascia oraria di retribuzione passa così da 8,92 a 9,40 euro e i contributi da 1,58 a 1,66 euro, comprensivi della quota in capo al lavoratore. La seconda fascia raggiunge 11,45 euro, a cui corrispondono 1,88 euro di contributi.
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