MILANO RESPIRA (+2,3%) DOPO DUE GIORNI NEGATIVI - VENETO BANCA FA DOMANDA PER LA QUOTAZIONE - TIM-OI, SALTA IL PROGETTO DI FUSIONE PROPOSTO DA LETTER-ONE - CARIGE, SPUNTA UN SOCIO INGLESE - LA CINA SI MANGIA IL GIAPPONE: SHARP ACCETTA L'OFFERTA DI FOXCONN

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1.BORSA: BOCCATA D'OSSIGENO DOPO DUE GIORNI IN ROSSO, MILANO +2,3%

PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERIPIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Rimbalzo riuscito per le Borse europee dopo due sedute in rosso: i listini continentali, approfittando dello slancio dato ieri da Wall Street, hanno chiuso in buon rialzo trainati dagli acquisti sui titoli delle banche, delle costruzioni e delle tlc. A Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato cosi' il 2,3%. Maglia rosa di giornata e' stata Mediaset, grazie ai conti positivi annunciati dalla controllata spagnola Mediaset Espana (+9% a Madrid).

 

Bene anche Fiat Chrysler, mentre si riaccende la speculazione su una possibile alleanza con Peugeot, e Telecom Italia, in attesa della via libera alla vendita della controllata argentina. Deboli invece Banco Popolare e Tenaris, quest'ultima in seguito ai conti 2015 e alle prospettive prudenti sul 2016. Sul mercato dei cambi, euro poco mosso a 1,1030 dollari (1,1008 ieri in chiusura) e in rafforzamento a 124,27 yen (123,46), me ntre il rapporto dollaro/yen e' a 112,67 (112,15). Dopo i rialzi di ieri torna a scendere, infine, il prezzo del petrolio: il future aprile sul Wti perde il 3,11% a 31,15 dollari al barile.

 

veneto  banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

2.VENETO BANCA: PRESENTA A CONSOB E BORSA DOMANDA DI QUOTAZIONE (RCOP)

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Veneto Banca ha depositato in Consob la richiesta di approvazione del prospetto informativo sull'offerta in opzione di azioni ordinarie dell'istituto e sulla quotazione dei titoli sull'Mta di Borsa Italiana. Lo annuncia un comunicato. Veneto Banca ha anche presentato alla stessa Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni ordinarie sull'Mta.

 

3.BPM: CASTAGNA, DA BCE NO RICHIESTE SU TEMPI CESSIONE SOFFERENZE (RCOP)

GIUSEPPE CASTAGNA GIUSEPPE CASTAGNA

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - La Bce non ha fatto richieste esplicite sulla dismissione delle sofferenze del gruppo che potra' nascere dalla fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. Lo spiega l'amministratore delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, in un colloquio con Radiocor. 'I crediti in sofferenza non sono una cosa nuova, ci sono gia' nelle singole banche'. Con il progetto di fusione 'rafforziamo la capacita' di gestirle, c'e' piu' forza per smaltirle in tempi ragionevoli, non ci hanno chiesto niente', osserva rispondendo alla domanda sulle indiscrezioni di stampa su una presunta richiesta di Francoforte per una tempistica piu' rapida per smaltire i non performing loans rispetto ai 5-7 anni ipotizzati dalle indiscrezioni che circolano.

 

4.BPM: CASTAGNA, NON CI SONO NODI PER LA FUSIONE CON IL BANCO (RCOP)

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Per realizzare la prima fusione tra due banche popolari, quella tra la Bpm e il Banco Popolare 'non ci sono nodi' afferma l'amministratore delegato di Popolare di Milano, Giuseppe Castagna, in un colloquio con Radiocor il giorno dopo la visita in Banca d'Italia con il collega amministratore delegato del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti. 'Stiamo tutti sperimentando una prima volta, sia noi che la Bce che ha tante giurisdizioni', nota il banchiere con tempi quindi diversi da quelli che in passato servivano all'autorita' nazionale per dare il via libera ai matrimoni. C'e in piu' la complessita' della trasformazione da popolari in spa, 'con il cambiamento dello stato giuridico; e' un doppio salto mortale, e' per tutti un nuovo esperimento'.

giuseppe  castagnagiuseppe castagna

 

  1. POP.VICENZA: DOLCETTA RASSICURA SOCI, BORSA NON NEGA TERRITORIALITA'

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - 'La Banca Popolare di Vicenza vuole definitivamente voltare pagina'. Inizia cosi' la lettera inviata ai soci dal presidente della Banca Popolare di Vicenza, Stefano Dolcetta, in vista dell'assemblea del 5 marzo, consultata da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus. 'Le delibere all'ordine del giorno dell'assemblea', prosegue il presidente, 'rappresentano una svolta 'storica' per il nostro gruppo e costituiranno le basi sulle quali costruire insieme una nuova fase della vita della nostra banca'.

 

STEFANO DOLCETTA STEFANO DOLCETTA

Si tratta dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi, della trasformazione in Spa e della quotazione in Borsa. Dolcetta, in particolare, ammette che 'l'abbandono del modello cooperativo' e' 'difficile da vivere dal punto di vista psicologico', ma sottolinea che 'puo' significare anche un'occasione, non una rinuncia, per cogliere le opportunita' di un'economia sempre piu' globalizzata'. Il presidente, inoltre, si dic e certo che l'ingresso in Borsa 'non mettera' a rischio la territorialita' della banca'.

 

6.CARIGE: SPUNTA IL FONDO TOSCAFUND AL 5,1%, E' TERZO SOCIO DEL GRUPPO

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Spunta il fondo inglese Toscafund Asset Management tra i soci di peso di Carige. Il fondo britannico guidato da Martin Hughes detiene - in base alle comunicazioni Consob - il 5,119% in gestione discrezionale del risparmio. In questo modo si posiziona come terzo socio in Carige dopo Malacalza Investimenti (17,58%) e The Summer Trust di Gabriele Volpi (6,1%). In base alle comunicazioni Consob inoltre, Norges Bank ha ridotto la propria partecipazione nell'istituto ligure dal 2,1% all'1,975%.

BANCA CARIGE BANCA CARIGE

 

7.TELECOM: NO A NOZZE TIM-OI, LETTERONE GETTA SPUGNA

 (di Marcella Merlo) (ANSA) - LetterOne rinuncia a portare la brasiliana Oi in sposa a Tim. La proposta di nozze, che prevedeva il passaggio del controllo del gruppo post-fusione alla società di Mikhail Fridman, è stata giudicata ''irricevibile'' dall'azienda italiana. E il miliardario russo ha deciso di gettare la spugna. A farne le spese è in prima battuta Oi, cui LetterOne a ottobre aveva promesso 4 miliardi di dollari, utili a rafforzarne la traballante posizione finanziaria, a condizione che il matrimonio si facesse. Poco turbata invece Tim Brasil (+0,3% l'andamento del titolo alla borsa di San Paolo).

 

Dal suo azionista italiano già nei mesi scorsi era arrivato un no al progetto di Fridman perché avrebbe portato Telecom - si è apprso oggi - a diluirsi al 30-35% della combined entity, a fronte di una quota di LetterOne di circa il 43-45%. Più che al fronte brasiliano gli investitori oggi hanno guardato all'Argentina premiando Telecom a Piazza Affari sulla prospettiva che il gruppo possa finalmente incassare i 630 milioni di dollari mancanti dalla vendita a Fintech, a distanza di un anno e mezzo dalla firma dell'accordo.

 

OI BRASILE OI BRASILE

La società del messicano David Martinez proprio ieri ha annunciato l'Opa obbligatoria sulle azioni flottanti di Telecom Argentina sulla fiducia la neonata authority delle tlc (che ha inglobato anche competenze antitrust), l'Afsca, possa ribaltare il verdetto negativo della vecchia autorità, l'Aftic, dando il via libera all'acquisto di Telecom Argentina. Una riunione dell'Afsca è in agenda la prossima settimana e, anche se l'argomento non risulta inserita all'ordine del giorno, non è detto che l'argomento non possa essere affrontato.

 

tim logo tela tim logo tela

Tornando al Brasile la società di investimento di Fridman ha segnalato ''ci sono stati colloqui con Tim'', ma LetterOne è stata informata dalla controllata di Telecom che la società ''non desidera procedere con ulteriori trattative per arrivare a una fusione tra Oi e Tim''. Infatti ''senza la partecipazione di Tim non può procedere con l'operazione proposta''. Oi ha preso atto del passo indietro e ha fatto sapere che "valuterà l'impatto dell'annuncio per le possibilità di consolidamento nel mercato brasiliano".

 

8.OK SHARP A OFFERTA FOXCONN, MA È GIALLO SU CLOSING

 (di Alessandro Libri) (ANSA) - Quando tutto sembrava ormai concluso, scoppia il giallo sul passaggio del primo big dell'industria elettronica giapponese in mani estere. Dopo l'ok di Sharp all'offerta presentata da Foxconn, è lo stesso colosso dell'elettronica di Taiwan ad annunciare di volersi prendere più tempo per la firma dell'operazione, per considerare meglio i nuovi dettagli comunicatigli da Sharp sull'ammontare del proprio indebitamento.

tim brasil tim brasil

 

Resta così ancora appeso l'accordo tra Sharp e l'acquirente Foxconn che ha messo sul piatto 660 miliardi di yen (5,6 miliardi di euro) in un'operazione che segnerebbe una vittoria per il presidente di Foxconn, Terry Gou, la cui offerta ha prevalso su quella del consorzio sponsorizzato dal governo, il cui valore non arrivava neanche alla metà della proposta del gruppo taiwanese.

 

Se dovesse andare in porto, Foxconn controllerebbe il 69,5% di Sharp a seguito di un aumento di capitale, rilevando le azioni privilegiate in mano ai creditori della società. Il debito dell'azienda con sede a Osaka è di circa 500 miliardi di yen ma è proprio il reale livello di indebitamento il motivo dell'improvviso stop all'operazione; le perdite nei 6 mesi conclusi a dicembre ammontavano a 108,33 miliardi di yen (870 milioni di euro). Nel riconoscere l'adeguatezza dell'offerta il governo di Tokyo ha auspicato che Foxconn riesca a garantire gli attuali livelli occupazionali, aiutando a rivitalizzare l'economia della regione.

FOXCONN BLOOMBERG FOXCONN BLOOMBERG

 

"Speriamo che Sharp continui a crescere", ha detto il ministro dell'Industria e del Commercio Motoo Hayashi durante un incontro con la stampa, aggiungendo che "la scelta di preferire la taiwanese Foxconn deve essere guardata da diverse angolazioni". Con l'acquisizione della azienda giapponese, Foxconn, divisione del colosso Hon Hai Precision Industry specializzata nell'assemblaggio di componenti utilizzate per gli iPhone della Apple, avrà accesso alla tecnologia degli schermi Oled di ultima generazione sviluppati dalla Sharp, consentendole di diversificare il suo portfolio.

TIM COOK FA VISITA ALLA FABBRICA FOXCONN IN CINA TIM COOK FA VISITA ALLA FABBRICA FOXCONN IN CINA

 

La società giapponese, da parte sua, pur essendo uno dei principali produttori di pannelli LCD per la telefonia mobile e per i tablets, non è riuscita a sostenere la concorrenza dei rivali più agguerriti, malgrado i piani di ristrutturazione messi in atto nell'ultimo anno. La Borsa di Tokyo non ha reagito bene all'operazione e il titolo di Sharp ha terminato gli scambi con un calo del 14% a quota 139 yen. Le azioni erano già ai minimi degli ultimi 9 mesi.