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LA MODA SOPRAVVIVRÀ IN UN MONDO TANTO FERITO? – QUIRINO CONTI: “PER ARMANI BASTA TAGLIARE SPRECHI E MEGALOMANIE DELL’ATTUALE SISTEMA. MA NON SI RINASCERÀ, PURTROPPO, SOLO SPEGNENDO SIMBOLICAMENTE LE LUCI E RIDUCENDO LE SPESE DI GESTIONE” – E RICORDA CIÒ CHE AVVENNE NEL ’47, QUANDO CON CHRISTIAN DIOR L’EUFORIA DELLA RINASCITA PRESE LA VIA DELLO STRA-LUSSO ABBINATO A UNA VERA E PROPRIA FEBBRE DI VITA…”
quirino conti per Dagospia
Seppure anche solo alludere alla Moda possa apparire nelle attuali circostanze perfino blasfemo, non si può tuttavia non rilevare una appassionata lettera aperta all’autorevole “WWD” – seguita a ruota da una benaugurante copertina di “Grazia” – con la quale Giorgio Armani, come spesso gli capita, pianifica il futuro della Moda tutta sui suoi più intimi desideri.
E mai futuro fu tanto tirato per la giacca come questo: con ognuno, dalle stelle alle stalle, a farsi l’autoritratto su quel che verrà. Eppure, documenti alla mano, per lo Stile basterebbe rifarsi come precedente a ciò che avvenne nel ’47, quando con Christian Dior l’euforia della rinascita prese la via dello stra-lusso e del dispiego di chilometri di materiali preziosi. In quel caso, la ricostruzione fu a opera di un “nome nuovo” abbinato a una vera e propria febbre di vita.
Giorgio Armani, Cover, Grazia 2020
Che poi, come denuncia il Grande Lombardo, l’attuale sistema produttivo e distributivo abbia dissipato le sue energie in sprechi e megalomanie è fuor di dubbio; ma non si rinascerà, purtroppo, solo spegnendo simbolicamente le luci e riducendo le spese di gestione.
Da avvertito manager, però, Giorgio Armani parla del suo: auspicando soprattutto la sparizione di ogni metodo creativo alternativo e concorrenziale. Sfortunatamente, sono i risultati del pre-virus a non accordarsi con i suoi dubbi: la spettacolarità vera (a saperla praticare) è stata l’unica via percorribile in quella fase di fine e inizio millennio.
Naturalmente è un problema di diottrie, saper distinguere ciò che è realmente spettacolare da ciò che è solo degenerato pasticcio di fine era. Vendite e tempi affastellati e insostenibili? Tutto vero, ma la questione ora è se la Moda stessa (come la sua Cultura) sopravvivrà in un mondo tanto ferito.
E se un nuovo Dior – anonimo e sconosciuto –, assieme all’oblio di un così terribile dolore, saprà trovare una pozione, al momento inimmaginabile, capace di riaccendere sensi e desideri.
Dunque un genio, non un ciarlatano, tantomeno un mestierante. Che essendosi realmente trovato abbia anche trovato la via per un tempo nuovo.
DIOR
LOGO DIOR
corsetto colette christian dior anni 50
christian dior
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