giancarlo giorgetti - foto lapresse

LA MONTAGNA HA PARTORITO UNA MANOVRINA – LE LEGGE DI BILANCIO SARÀ DA CIRCA 16 MILIARDI DI EURO, 10 DEI QUALI FINANZATI CON TAGLI, E NON DARÀ ALCUNA SPINTA ALLA CRESCITA DEL 2026. UN DECIMALE ALL’ANNO ARRIVERÀ SOLO DALL’ANNO SUCCESSIVO, SPINGENDO LA STIMA DEL PIL A +0,8% NEL 2027 E A +0,9% NEL 2028 – NEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI BILANCIO, APPROVATO IERI DAL GOVERNO, NON SI FA RIFERIMENTO ALLA NUOVA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ANNUNCIATA DA SALVINI NÉ ALLO STOP ALL’AUMENTO DI TRE MESI DELL’ETÀ PENSIONABILE...

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Estratto dell’articolo di Marco Mobili e Gianni Trovati per “Il Sole 24 Ore”

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

«Il quadro si è un po’ complicato», aveva avvertito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti qualche settimana fa. I numeri e le analisi riportate nel Documento programmatico di bilancio (Dpfp) trasmesso nelle scorse ore alle Camere misurano quanto.

 

La manovra quest’anno sarà leggera, circa 16 miliardi di euro, e non potrà dare alcuna spinta alla crescita del 2026, indicata al +0,7% sia nello scenario tendenziale (senza legge di bilancio) sia in quello programmatico (con le nuove misure).

 

Una piccola spinta, di un decimale all’anno, arriverà solo dall’anno successivo, spingendo la stima del Pil al +0,8% nel 2027 e al +0,9% nel 2028. [...]

 

CETO MEDIO TARTASSATO

Le ragioni dello scarso apporto attivabile con la leva dei conti pubblici sono molte, e la lettura del Dpfp ne permette un elenco. A ridurre l’entità della manovra è prima di tutto il quadro delle regole europee, che hanno imposto alla legge di bilancio dello scorso anno, la prima del periodo coperto dal Piano strutturale, di caricarsi delle spese fisse come quelle per i contratti della Pa, le missioni all’estero, i fondi pluriennali per gli investimenti e così via. La nuova governance comunitaria prevede infatti un programma pluriennale rigido e solo aggiustamenti al margine negli anni coperti dal programma iniziale.

 

A pesare è però anche lo scenario internazionale, che con le sue guerre commerciali e militari frena la crescita e aumenta le pressioni sulle spese per la Difesa. Proprio per questo il Governo ha premuto sull’acceleratore della riduzione del deficit, con l’obiettivo di alzare un argine per gestire i tempi difficili in arrivo.

 

GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

Così il disavanzo è già arrivato «intorno alla soglia del 3% del Pil», come sottolinea il titolare dei conti con linguaggio prudente nella premessa al Documento, grazie all’effetto combinato di 2,7 miliardi di entrate in più e 2,6 miliardi di spese in meno rispetto alle stime di aprile (si vedano le tabelle in pagina).

 

La strada del risanamento, però, non può interrompersi. E anzi richiede in manovra anche una mini-correzione per non sforare il tetto della spesa primaria netta, che senza interventi crescerebbe l’anno prossimo dell’1,8% e non dell’1,7% concordato con Bruxelles (per il 2027-28 invece il tendenziale è sotto la traiettoria).

 

[...]

 

giorgia meloni - superbonus

La necessità di tenere a bada il debito, confermato in crescita anche nel 2026, completa il quadro. Crescita dovuta al Superbonus, che per Giorgetti peggiora «l’eredità di politiche economiche che per decenni hanno attribuito scarsa importanza a un uso accorto delle risorse pubbliche».

 

In sintesi, l’incrocio di questi fattori limita a un decimale di Pil (2,3 miliardi circa) i margini di deficit aggiuntivo per il 2026, che arrivano intorno ai 12 miliardi nell’orizzonte triennale.

 

Il 60% della manovra, quasi 10 miliardi, sarà quindi coperto da «interventi sulla spesa», che terranno conto «dell’andamento del monitoraggio e dei relativi cronoprogrammi» ma verosimilmente dovranno tradursi anche in tagli ad alcune voci. Quel che resta sarà a carico di «misure dal lato delle entrate», su cui il silenzio del Documento è però assoluto.

 

MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

Su tutti contenuti effettivi della legge di bilancio, del resto, il testo è parecchio sintetico, piuttosto lontano dalle aspettative suscitate dall’impegno di descrivere «l’articolazione delle misure e i relativi effetti finanziari» previsto dalla risoluzione approvata all’unanimità il 17 settembre alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

 

Nel testo non si va oltre agli accenni alla «ricomposizione del prelievo fiscale riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro», così da produrre un «lieve aumento del reddito disponibile delle famiglie» grazie al taglio Irpef «per il ceto medio», all’«ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale», alle «misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese» in continuità con l’Ires premiale introdotta quest’anno in via sperimentale [...]

 

CARTELLE ESATTORIALI

Nel Documento non trova spazio alcun cenno esplicito alla rottamazione delle cartelle, che comunque rimane nel menù delle ipotesi; quasi totale è il silenzio sulla previdenza, citata solo per un disegno di legge dedicato a «Interventi in materia di disciplina pensionistica»; e nulla si dice in fatto di privatizzazioni. [...]

TASSE - PRESSIONE FISCALE