giorgia meloni lovaglio francesco gaetano caltagirone milleri alberto nagel mps mediobanca

MPS-MEDIOSBANCA, CHE CUCCAGNA! (SE IL GOVERNO GIOCA CON TE) - MILLERI E CALTAGIRONE, AZIONISTI DI ENTRAMBE LE BANCHE, HANNO MOLTIPLICATO LE ENTRATE: 848 MILIONI DI EURO IL PRIMO E 428 IL SECONDO. ANCHE IL MEF DI GIORGETTI NON PUÒ LAMENTARSI: PIÙ 210 MILIONI - PER ALCUNI LA CORSA DI MPS VERSO MEDIOBANCA È STATA UNA BATTAGLIA DI PRINCIPIO: ROMA CONTRO MILANO; MANAGEMENT CONTRO PROPRIETÀ; POLITICA CONTRO MERCATO - PROBABILMENTE ALLA FINE AVEVA RAGIONE ENZO JANNACCI, QUANDO CANTAVA ‘’QUANDO SI DICE CHE È PER PRINCIPIO, È PER I SOLDI…’’

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Andrea Orcel giuseppe castagna

Stefano Righi per www.corriere.it

 

È stato l’anno più incredibile della storia recente della Borsa italiana. L’11 settembre 2024 Andrea Orcel, amministratore delegato del gruppo Unicredit, scese in campo dichiarando il proprio interesse per la tedesca Commerzbank.

 

Fu il semaforo verde, il segnale che la foresta pietrificata si era trasformata in una rigogliosa giungla tropicale, dove poteva accadere di tutto. Ed è accaduto. Non solo. Orcel poche settimane dopo ha lanciato un’offerta pubblica di scambio sul Banco Bpm, da cui si è ritirato solo il 22 luglio, ma da quel momento tutto il sistema economico finanziario italiano si è messo in moto.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI

 

E chi poteva comperare, ha comperato. Il Banco Bpm ha preso il gestore di risparmio Anima, Banca Ifis si è appropriata di illimity, Bper ha fatto sua la Popolare di Sondrio e il Monte dei Paschi di Siena sta acquisendo Mediobanca: la banca più antica al mondo che entra nel salotto buono della finanza italiana.

 

È proprio questa la grande operazione di sistema di un anno incredibile. Questa sera, 8 settembre, si concluderà la prima fase. A venerdì le quote di azioni Mediobanca (che controlla il 6,5% di Rcs, editore di questo giornale) consegnate a Mps superavano il 45,8%.

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

 

Ma il destino si compirà in queste ore: il target del 50 per cento più una azione è il punto di non ritorno per questa operazione che da un lato vede la fiera opposizione del management di Mediobanca, dall’altro lo spiegamento di forze di alcune importanti famiglie imprenditoriali italiane che si sono affiancate al governo, grande novità tra i player della finanza italiana.

 

Una battaglia all’ultima azione. Stasera ci sarà la conta, ma il rilancio per contanti offerto la settimana scorsa da Mps e la rinuncia alla soglia del 66,7 per cento del capitale consente al gruppo guidato da Luigi Lovaglio di prorogare di una ulteriore settimana l’offerta.

 

MELONI E MATTARELLA CON FAZZOLARI, TAJANI, GIORGETTI, FITTO E ZAMPETTI

Lunedì prossimo, 15 settembre, Mps entrerà in possesso delle azioni Mediobanca consegnate entro stasera. Poi, dal 16 al 22 settembre, l’offerta riprenderà e si andrà a definire il reale peso dell’iniziativa.

 

Con ogni probabilità il superamento, per ora solo possibile, di quota 50 per cento darà il via a un flusso più consistente di adesioni, anche solo per evitare di ritrovarsi in minoranza in una società controllata.

 

L’ambizioso progetto di Mps di arrivare ai due terzi del capitale è ancora ben davanti a Lovaglio ed è raggiungibile. La battaglia è in corso. Mediobanca sostiene che il rilancio non contempla un premio e cita la pesantezza dei due titoli nelle ultime sedute di Borsa come prova della bocciatura da parte del mercato.

BERLUSCONI DORIS

 

Su l’altro lato la famiglia Doris, socia storica di Mediobanca, ha aderito all’opas. Un segnale inequivocabile che, rispetto all’assemblea del 21 agosto, sono intervenuti, anche in casa degli investitori più avvezzi, nuove valutazioni sull’operazione.

 

Per alcuni la corsa di Mps verso Mediobanca è stata una battaglia di principio. Molti gli scenari disegnati: Roma contro Milano; management contro proprietà; politica contro mercato; indipendenza contro interessi personali.

 

enzo jannacci – vengo anch’io 2

Probabilmente alla fine aveva ragione Enzo Jannacci, quando cantava ‘’Quando si dice che è per principio, è per i soldi’’. Di soldi, infatti, ce ne sono stati tanti, in questa operazione. Per tutti, in qualsiasi dei due schieramenti si siano schierati.

 

L’Economia del Corriere della Sera ha fotografato la situazione alla vigilia del lancio dell’opas. Era giovedì 23 gennaio 2025. Mps veniva scambiata in Borsa a 6,974 euro, pari a una capitalizzazione di 8,758 miliardi, Mediobanca arrivava a 12,635 miliardi, ovvero un valore per azione di 15,29 euro.

luigi lovaglio giancarlo giorgetti andrea orcel

 

Poi, ha confrontato quelle medesime azioni ai prezzi di venerdì scorso, 5 settembre e i risultati sono molto interessanti. Francesco Milleri per conto di Delfin, la finanziaria degli eredi di Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone per conto proprio, sono gli azionisti che più hanno beneficiato degli apprezzamenti delle azioni.

 

Anche perché gli unici ad avere posizioni di rilievo sia sul lato dell’offerente che dell’azienda target. Delfin ha visto le partecipazioni incrementarsi di valore per 848,6 milioni di euro, Caltagirone di 428,7 milioni di euro. In sette mesi e mezzo. In particolare, Caltagirone ha visto apprezzarsi la sua quota in Mps (9,963%) di 177,7 milioni e quella in Mediobanca (7,391%) di 251 milioni.

ARTICOLO DI POLITICO SUL DIETROFRONT DI GIORGIA MELONI SULLA TASSA DEGLI EXTRAPROFITTI BANCARI

 

Delfin è cresciuta in Mps (9,866%) di 176 milioni e in Mediobanca (19,8%) di 672,6 milioni. Anche le casse pubbliche hanno beneficiato della corsa dei titoli. Il Mef, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha visto la propria partecipazione nel Monte dei Paschi di Siena (11,731%) crescere di valore per 209 milioni, arrivando a 1,027 miliardi di euro.

 

Ma anche Giuseppe Castagna può essere contento, contabilizzando per l’8,996 per cento di Mps in portafoglio al Banco Bpm un aumento di valore superiore ai 60 milioni di euro. Il signore di Piazza Affari, ovvero Larry Fink non poteva essere escluso dalla festa. Il 5,06 per cento che i fondi marcati BlackRock controllano in Mediobanca, ha infatti registrato un apprezzamento di 171,787 milioni di euro.

 

Francesco Saverio Vinci DG Mediobanca Alberto Nagel Ad e Renato Pagliaro Presidente di Mediobanca 0_pr

Ha sensibilmente migliorato la propria posizione finanziaria anche il top management di Mediobanca. Le azioni di Piazzetta Cuccia in portafoglio ad Alberto Nagel sono passate da 49,2 milioni di valore ad oltre 62 milioni, quelle del presidente Renato Pagliaro sono arrivate a 38,55 milioni (+7,97) e quelle intestate al direttore generale Francesco Saverio Vinci a 27,2 (+5,63).

 

Va però detto chiaramente che queste azioni sono, nel caso di Nagel e Vinci, anche frutto di piani di incentivazione e sono state accumulate nel corso della lunga militanza in Mediobanca.

giorgetti