DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Da “Libero Quotidiano”
Il momento per l’Italia e per l’Europa è difficile e Mps continua a fare pulizia. I vertici della banca ieri hanno presentato i conti della semestrale. I 1300 esuberi procedono come da accordi, mentre le rettifiche sui crediti deteriorati salgono a 1,2 miliardi e le perdite nette arrivano a 353 milioni per via di «componenti non ricorrenti sul risultato netto, che normalizzato sarebbe sostanzialmente in pareggio».
La strada di risanamento dell’istituto dunque va avanti, come lascia intendere la restituzione di 10 miliardi di euro di Ltro. Ma resta in salita. All’orizzonte si affaccia ancora l’incaglio politico. La Fondazione non riesce a trovare un successore ad Antonella Mansi che si è dimessa irrevocabilmente. L’impasse dentro la deputazione sta creando grosse fibrillazione nel Pd toscano e le critiche al comportamento del sindaco di Siena Bruno Valentini stanno montando.
Non ultima quella di un sostenitore della prima ora dello stesso sindaco, l’ex presidente di Banca Toscana Aldighiero Fini, che ha attaccato duramente l’operazione di contrapporre il nome di Marcello Clarich a quello di Bettina Campedelli per la poltrona di palazzo Sansedoni. Il nome di Clarich è stato proposto dalla deputata nominata a suo tempo dalla provincia (oggi non più ente nominante) Simonetta Sancasciani, che è sempre stata una fedelissima dell’ex sindaco Ceccuzzi.
Lo scontro scatenato dal Valentini contro la linea della Mansi rischia di portare il partito alla spaccatura e di incrinare gli equilibri regionali tra le istituzioni e Confindustria, di cui la Mansi è vicepresidente. In sostanza, lo scontro tra chi sostiene la Campedelli e quelli che sostengono Clarich si riassume tra chi ha deciso la rottura con il passato e chi intende riproporre la linea dell’ex sindaco Ceccuzzi.
Una grana pesante per la credibilità dei renziani in Toscana. Ma soprattutto un messaggio di incertezza che potrebbe fare scappare i soci stranieri come Btg Pactual. Il patto dentro la Fondazione consente infatti a quest’ultima di rimanere il socio di maggioranza della banca. Senza, l’istituto si troverebbe con un problema da spiegare al mercato. C
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