berlusconi murdoch bollore

UN "BISCIONE" SERVITO CALDO - MURDOCH POTREBBE TENTARE NUOVAMENTE L’ASSALTO A “PREMIUM” DOPO LA FINE DELLE TRATTATIVE TRA MEDIASET E VIVENDI - MA L'OPERAZIONE FINIREBBE SUBITO NEL MIRINO DELL'ANTITRUST - E PER MEDIASET SIGNIFICHEREBBE CONSEGNARE NELLE MANI DI SKY UN MILIONE DI NUOVI ABBONATI

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Maria Elena Zanini per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

berlusconi e murdoch berlusconi e murdoch

Con ventitrè pagine di report, Ubs ha riaperto lunedì scorso una vecchia pista nel «caso Premium», ora che le trattative con Bolloré si sono momentaneamente arenate, con Sky che potrebbe fare la parte del terzo incomodo. Per la banca svizzera, infatti, il litigio tra l' imprenditore bretone e la famiglia Berlusconi potrebbe essere un' opportunità per il gruppo di Murdoch di rientrare sul dossier della pay tv del Biscione.

 

james murdoch piersilvio berlusconijames murdoch piersilvio berlusconi

Già nella primavera dello scorso anno i due network televisivi avevano discusso di un eventuale matrimonio, con Silvio Berlusconi da una parte, accompagnato dal figlio Pier Silvio e Rupert Murdoch affiancato dal figlio Lachlan. Non se ne fece nulla: non ci fu un accordo sul prezzo soprattutto per il valore attribuito da Mediaset vicino al miliardo. Non è un mistero che il magnate australiano abbia sempre guardato a Mediaset nel suo complesso, per i suoi piani espansivi in Europa.

 

Il report pubblicato di Ubs riporta in auge quel primo tentativo di contatto e vede per il gruppo Murdoch la possibilità di «sbloccare valore» in Italia, attribuendo al titolo Mediaset un prezzo obiettivo molto speculativo.

 

bollore e de puyfontaine assemblea vivendibollore e de puyfontaine assemblea vivendi

Stando così le cose, per la stessa Mediaset (che ha depositato mercoledì presso l' autorità di vigilanza del mercato francese un esposto in cui si contesta la veridicità di alcuni passaggi della relazione semestrale di Vivendi sul contenzioso con Premium, e se ne chiede la correzione) ci sarebbero a questo punto diversi scenari possibili, non ultima l'opzione di riprendere il controllo di Premium e non rinnovare a fine 2018 i diritti sulla Champions League, costati 690 milioni per il triennio 2015-1018.

 

Una soluzione, questa, che a fronte di benefici sul piano finanziario, comporterebbe un calo nel numero di abbonati e, sottolinea Ubs, anche una diminuzione del valore di Premium in vista di un eventuale futuro deal.

 

assemblea vivendi vincent bolloreassemblea vivendi vincent bollore

Altra possibilità potrebbe essere il rinnovo per altri tre anni dei diritti della Champions da parte di Premium con il rischio di aumentare il proprio debito (per il 2016 è previsto un rosso di 200 milioni) e non vedere nemmeno un aumento significativo del numero di abbonati, come in effetti è già successo in questo triennio, complici anche gli scarsi risultati delle squadre italiane.

 

La possibilità che Sky acquisisca il 100% di Mediaset Premium renderebbe Sky monopolista della pay tv in Italia, dal momento che i diritti sulla Champions costituiscono l'asset principale della tv pay del biscione, acquisendo tra l'altro anche la piattaforma del digitale terrestre.

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINEVINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

Ma l' operazione non sarebbe senza problemi, in primis per il possibile intervento dell' Antitrust. A Mediaset poi non converrebbe: significherebbe consegnare nelle mani di Murdoch circa un milione di nuovi abbonati. Oltre a lasciare Sky senza concorrenza alla prossima asta per i diritti, prevista per febbraio (ma destinata probabilmente a slittare), fatto che si tradurrebbe in una riduzione dei costi per accaparrarsi il calcio europeo per il triennio 2018-2021.

 

Più facile che Premium e Sky si trovino avversari alla prossima fondamentale asta dei diritti televisivi sulla Champions League. Oppure, come ipotizza Ubs, che le due pay tv creino una joint venture che controlli tutti gli asset di Sky Italia e Mediaset Premium.

 

mediaset premiummediaset premium

L'ultima possibilità potrebbe essere quella di trovare un altro acquirente o di appianare le divergenze con Vivendi. Una soluzione non facile da percorrere, soprattutto perché quello che era nato come un accordo tra due famiglie da sempre legate, e non solo imprenditorialmente, si è trasformato in una dichiarazione di guerra con tanto di carte in Tribunale, facendo venir meno quella fiducia che da sempre accompagna i Berlusconi e i Bolloré. Secondo Vivendi non ci saranno udienze prima di marzo, anche se tra le procedure che i legali di Mediaset stanno valutando c' è anche il ricorso alla procedura di urgenza per accelerare i tempi.