DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Sabella Per il “Corriere Della Sera”
L' assemblea dei soci di Mediobanca ha approvato tutti e quattro i punti all' ordine del giorno. Voto favorevole quindi sul bilancio al 30 giugno 2018 - che si è chiuso con un utile netto di 864 milioni di euro (+24%), ricavi per 2,4 miliardi (+10%) e un utile operativo di 1,057 miliardi (+24%), e sulla distribuzione di un dividendo lordo unitario di 0,47 a ciascuna delle azioni aventi diritto, in pagamento dal 21 novembre prossimo.
Nominati amministratori Maximo Ibarra e Vittorio Pignatti-Morano, cooptati nella seduta consiliare dello scorso 20 settembre, con scadenza del mandato allineato a quello dei consiglieri in carica e pertanto fino all' approvazione del bilancio al 30 giugno 2020.
Approvate inoltre le politiche di remunerazione del personale, inclusi il rapporto tra remunerazione variabile e fissa nella misura massima di 2:1 e i criteri per la determinazione del compenso da accordare in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda la struttura del capitale c' è infine l' autorizzazione, per una durata di 18 mesi, all' acquisto di azioni proprie (valore nominale di 0,50 euro ciascuna) fino al 3% del capitale (pari a un massimo di 26.611.288 azioni, di cui 8.714.833 già detenute in portafoglio giusta delibera 2007). Autorizzata anche la vendita di queste azioni senza limiti o vincoli temporali.
All' assemblea, che si è svolta in Piazzetta Cuccia, erano presenti 1.920 aventi diritto al voto, per un totale di azioni pari al 65,2% del capitale; i fondi erano accreditati con una presenza pari al 52%. Invariate le partecipazioni oltre il 3%, con Unicredit all' 8,4%; Bolloré al 7,9%, Blackrock al 5%, Mediolanum al 3,3% e Invesco al 3,1%.
Al termine degli interventi Nagel ha puntualizzato alcuni aspetti rilevanti della strategia Mediobanca, a cominciare dalla vendita del 3% di Generali, che «non è né una prescrizione né un obbligo ma un' opportunità», ha affermato, rispondendo ai soci in assemblea. Una decisione che «è rimessa al cda» e di sicuro «non faremo dismissioni in perdita o a valori penalizzanti». Inoltre Nagel, dopo la disdetta del Patto di sindacato che governa l' istituto da parte del gruppo Bollorè, esclude l' ipotesi che il finanziatore bretone smantelli la propria partecipazione nel capitale della banca e pari al 7,9%.
Nagel, rispondendo ai soci in assemblea, ha premesso che il gruppo Bolloré, anche tramite i propri rappresentanti nel consiglio, ha un approccio «volto a favorire una sana crescita della banca, molta attenta ai rischi e molto attenta al profilo di solidità». In merito alla disdetta del patto, ha aggiunto, Bolloré «ci ha scritto una lettera molto carina nei toni e nei contenuti: ci auguriamo che la collaborazione continui e d' altra parte ritengo che, stando anche alla sua lettera, non credo sia venditore, men che meno a questi livelli delle azioni che ha in portafoglio».
E quindi avremo un nucleo di azionisti stabili come hanno altre banche, anche senza patto», ha concluso. Sul piano dello sviluppo delle strategie industriali l' ad di Mediobanca ha insisto sul ruolo cruciale di CheBanca! , la banca multicanale del gruppo. «CheBanca! può essere considerata davvero la nuova Fineco, perché ha un modello improntato sulla sostenibilità», ha spiegato.
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