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Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"
Le imprese italiane hanno pagato «compensi di intermediazione» per 62 milioni di euro per vendere armi all'estero nel 2012. L'importo è riferito ai compensi ufficiali, regolarmente autorizzati dal ministero dell'Economia e con pagamenti attraverso canali bancari.
La cifra è contenuta nella relazione del governo al parlamento sull'export di «materiali di armamento» nel 2012, trasmessa dall'attuale presidente del Consiglio Enrico Letta il 18 giugno, ma preparata dal precedente governo di Mario Monti, che l'aveva tenuta nei cassetti per baruffe ministeriali tra la Farnesina e Palazzo Chigi.
I compensi pagati ai mediatori per la vendita di armi sono inferiori a 113 milioni pagati nel 2011, secondo la relazione governativa di quell'anno. Nel 2010 i compensi «per intermediazione» erano stati 95 milioni, nel 2009 36 milioni. L'andamento è variabile, le cifre rimangono consistenti. I nomi dei mediatori o l'entità per ogni commessa non vengono indicati. Eventuali mazzette pagate in nero a chicchessia non sono incluse in questi importi, che sono riferiti solo ai dati ufficiali.
La relazione governativa, pubblicata dal Sole 24 Ore il 12 luglio, riferisce che nel 2012 le esportazioni definitive di armi prodotte in Italia sono state pari a 2.725,56 milioni di euro, secondo le autorizzazioni all'export rilasciate dal ministero degli Esteri. In questo perimetro non sono considerati i programmi governativi di cooperazione (come Eurofighter, Tornado, Fremm, Eh 101, Nh90, il controverso F35) che comportano comunque uno spostamento di componenti e materiali all'estero per raggiungere il centro di produzione o assemblaggio del prodotto finito.
Il valore dell'export è inferiore del 10,92% ai 2.059,83 milioni del 2011, anno in cui c'era stata una parziale ripresa rispetto ai 2.906,29 milioni del 2010. Il picco è stato raggiunto nel 2009, con 4.914 milioni.
Nel capitolo della relazione predisposto dal ministero dell'Economia si dà conto del numero di «autorizzazioni allo svolgimento di transazioni bancarie», i pagamenti, il commercio di armi è redditizio per le banche, anche se gli istituti non amano vedersi accostati a questo settore.
Il ministero dell'Economia l'anno scorso ha rilasciato 1.415 «autorizzazioni allo svolgimento di transazioni bancarie», per un valore complessivo di 4.012 milioni di euro, così suddiviso: 759 autorizzazioni per operazioni di esportazione definitiva di materiale di armamento, per un importo di 2.761 milioni; 101 autorizzazioni per esportazioni temporanee, per 75 milioni; 243 autorizzazioni per importazioni definitive, per 335 milioni; 312 autorizzazioni per importazioni temporanee, per un importo di 841 milioni.
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