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Da "Il Foglio"
Le mezze dimissioni di Bill Daley, il capo di gabinetto di Barack Obama che ieri ha delegato "alcuni compiti" al suo predecessore Pete Rouse, non fanno che confermare un fenomeno scritto nei numeri: sotto Obama, Wall Street ha vissuto la sua età dell'oro. E' nel rapporto con i repubblicani che le cose non sono andate come sperava il presidente. Nei primi due anni e mezzo dell'Amministrazione Obama, i banchieri hanno guadagnato più di quanto abbiano fatto negli otto anni di Bush.
Certo, nell'annus horribilis 2008 le banche e i trader sono andati in negativo di 24,8 miliardi di dollari, ma si sono rifatti l'anno successivo raggranellando quasi cinquanta milioni di dollari. Daley, ex segretario del Commercio di Clinton e poi manager di Jp Morgan Chase, è stato chiamato dieci mesi fa a sostituire Rahm Emanuel anche per fare da anello di congiunzione fra la Casa Bianca e Wall Street.
L'operazione è riuscita, tanto che i banchieri hanno restituito i favori dell'Amministrazione sotto forma di laute donazioni elettorali, e lo status di Daley - complice anche un'intervista troppo sbrigliata al quotidiano Politico - è stato declassato. Ha ricevuto più soldi Obama da Wall Street che tutti i candidati repubblicani messi insieme. La crescita di Wall Street sotto Obama non è un fatto incidentale, ma la conseguenza della politica di bailout.
Uno studio dell'Università del Michigan mostra che dopo il salvataggio federale le banche non hanno incrementato il volume dei prestiti ai cittadini e alle imprese (cosa che avrebbe giovato all'economia) ma hanno investito su prodotti finanziari rischiosi. Così nel giro di un anno sono riusciti a ricoprire il buco precedente con gli stessi mezzi che lo avevano creato.
Lo scenario delle banche che ritornano a fare profitti con i soldi dello stato senza generare benefici era quello previsto anche dagli ultrakeynesiani à la Paul Krugman, che pure invocavano un intervento più deciso di Washington nell'economia. Il problema non è quanti soldi si spendono, ma come, e se Wall Street è tornata a contare i miliardi lo si deve alla politica di Obama. Poco importa che il presidente vada in giro per le città operaie a chiamarli "fat-cat bankers".
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