ONORABILITÀ E RISANAMENTO - SALVATORE MANCUSO, IN QUOTA ALFANO, LASCIA ENEL: DOPO IL RINVIO A GIUDIZIO PER L’INCHIESTA SU RISANAMENTO, NON POTEVA PIÙ RESTARE NEL CDA DELL’AZIENDA CONTROLLATA DAL TESORO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Camilla Conti per il “Fatto quotidiano

 

Salvatore Mancuso Salvatore Mancuso

Salvatore Mancuso lascia il consiglio di amministrazione dell’Enel. “Motivi personali”, recita una nota del gruppo che ieri ha approvato i conti. Quei motivi sono legati all’inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura di Milano su Risanamento, la società immobiliare che faceva capo a Luigi Zunino. Il 6 novembre il gup Roberta Nunnari ha rinviato a giudizio Zunino e anche Mancuso, considerato all’epoca amministratore di fatto della società.

 

L’ipotesi di reato è quella di aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza. Le accuse sono relative a due comunicati stampa diffusi nel 2009, prima dell'accordo di ristrutturazione del debito, che per gli inquirenti “contengono informazioni false”.

 

Luigi zuninoLuigi zunino

La prima udienza è fissata per il 16 gennaio ma il provvedimento a carico di Mancuso avrebbe comunque fatto scattare per lui la decadenza dal Consiglio di Enel. A differenza di quanto accaduto nelle assemblee delle altre due partecipate statali Eni e Finmeccanica, infatti, i soci del colosso elettrico hanno dato il via libera il 22 maggio all’introduzione della clausola di onorabilità chiesta dal Tesoro, come azionista.

 

Clausola che prevede l’ineleggibilità o la decadenza di un membro del cda nel caso di rinvio a giudizio per reati finanziari, tributari, di corruzione o contro la P.A. Come è successo a Mancuso che dunque ha rassegnato le dimissioni lunedì (ieri il cda le ha ratificate) forse anche per evitare imbarazzi.

 

RENZI ALFANORENZI ALFANO

Il finanziere siciliano, ex vicepresidente di Alitalia e ancora oggi patron del fondo di investimento Equinox, era stato nominato alla stessa assemblea di maggio e su indicazione proprio del Tesoro. Per quasi 24 ore, però, era stato candidato per il cda dell’Eni.

 

Poi il ministero aveva emesso un comunicato per ufficializzare le liste dei futuri vertici delle aziende di Stato e aveva inserito una errata corrige relativa alla nota del governo: “Per un errore materiale i nomi di due consiglieri sono stati collocati nella lista sbagliata: Andrea Gemma nel cda di Enel anziché Eni e Salvatore Mancuso nel cda di Eni anziché Enel”.

francesco staracefrancesco starace

 

Nei giorni precedenti era scoppiata una polemica tra il premier Renzi e l’ad uscente di Eni, Paolo Scaroni, proprio sul tema poltrone e onorabilità. Il rottamatore aveva fatto capire che non sarebbero state ammesse pendenze di fronte alla giustizia. Poi, si dice anche su pressing di Angelino Alfano, aveva chiamato Mancuso in Enel. Sette mesi dopo, siamo punto e a capo.