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Sergio Rame per Il Giornale
Ancora tasse. La ricetta per il governo italiano è sempre la stessa, sia che venga dall'Unione europea sia che a proporla sia l'Ocse. A preoccupare sono il rapporto tra deficit e pil che, secondo l'Economic survey dell'Ocse sull'Italia, si attesterà al 2,3% quest'anno per poi scendere al 2,2% il prossimo, e il rapporto tra debito e pil che, invece, stato stimato al 132,7% nel 2017 e in calo al 132,1% nel 2018. A minacciare maggiormente i conti, però, sono le criticità del sistema bancario e i continui sbarchi di immigrati. Una cattiva gestione che ora l'istituto di Parigi vorrebbe coprire facendoci aumentare le imposte sulla casa.
L'economia italiana "è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione" ma la ripresa "è debole e la produttività continua a diminuire". L'Ocse ha rivisto leggermente al rialzo la stima di crescita del pil allo 0,9% nel 2016 e all'1% nel 2017 rispetto alle previsioni contenute nel Global economic outlook di novembre che stimava una crescita dello 0,8% per lo scorso anno e dello 0,9% per quello in corso.
Tuttavia, le nuove turbolenze sui mercati finanziari nell'area euro e le criticità del sistema bancario potrebbero innalzare lo spread e rendere necessaria una "stretta" di bilancio in Italia. Secondo l'Economic survey, l'antalena sui titoli di Stato potrebbe portare a un aumento del "costo di finanziamento del debito" e rendere, quindi "necessario un irrigidimento di bilancio". "Un calo della crescita del commercio internazionale frenerebbe le esportazioni - spiega l'organizzazione di Parigi - e la crisi dei migranti potrebbe nuovamente inasprirsi pesando sulle finanze pubbliche e aggravando le difficoltà di gestione di un maggior afflusso di migranti". Inoltre, si legge sempre nel rapporto, "l'aumento dei prezzi del petrolio e dell'energia potrebbe far calare il potere di acquisto delle famiglie e di conseguenza i consumi privati".
Oltre a tirare le orecchie, l'Ocse sale pure in cattedra a dettare l'agenda del governo. E conferma la propria "predilezione" per la tassazione degli immobili residenziali considerata "favorevole alla crescita". Nel rapporto sull'Italia appena diffuso, l'organizzazione sottolinea come questa tassazione sia "sottoutilizzata" nel nostro paese e si definisce "un passo indietro" l'abolizione di Imu e Tasi sulle prime case.
Anzi, nel rapporto si invita a "reintrodurre le tasse sulle prime case così da generare lo spazio fiscale per ridurre la tassazione sulle attività produttive". Ponendo l'accento sul rinvio della revisione delle rendite catastali, l'Ocse invita il governo a procedere "con regolarità a rivedere il valore imponibile delle proprietà immobiliari" per evitare disuguaglianze.
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