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1 - "ARROGANTE ANCHE CON I DETENUTI" BELLAVISTA CALTAGIRONE CAMBIA CELLA
Giulio Geluardi per "la Stampa"
Chi lo conosce certo non può evitarlo. Ma comunque lo sa. Il carattere di Francesco Bellavista Caltagirone, in qualsiasi modo lo si può definire, non è certamente remissivo. Anzi. Ed è forse per la marcata esuberanza, che per qualcuno sconfina nell'arroganza, che l'altro giorno gli agenti della polizia penitenziaria di Imperia hanno deciso che, per evitare problemi a tutti, loro compresi, non trattati in maniera soft, era forse meglio cambiarlo di cella.
Caltagirone, patron della società Acqua Marcia, in carcere a Imperia dal 5 marzo scorso con l'accusa di truffa aggravata in concorso per la vicenda del nuovo porto turistico del capoluogo, quel compagno di prigionia con cui condivideva i pochi metri di spazio vitale, proprio non lo digeriva. E la cosa era assolutamente reciproca.
Screzi, litigi, incomprensioni, persino l'insopportabile russare nel sonno, tutte cose che in uno contesto che non si può certamente paragonare a quello di ville in Costa Azzurra e lussuosi appartamenti romani, si amplificano fino a diventare insostenibili. Capita nelle normali famiglie, figuriamoci in carcere. E così, dopo i primi giorni di convivenza forzata, sono cominciate le prime «parole», probabilmente anche i primi vaff... sempre reciproci.
E così anche il suo compagno di cella, un italiano detenuto per reati ordinari, che all'interno dello stesso carcere viene considerata una persona «estremamente puntuale e precisa» e «che ha capito come ci si deve comportare in cella in un regime di detenzione al fine di scontare regolarmente la pena», stanco di battibecchi a quanto pare dovuti al forte carattere di Caltagirone, ha chiesto e ottenuto il trasferimento del compagno in un'altra stanza di reclusione. Una richiesta accettata di buon grado dalla direzione del carcere anche perché lo stesso Caltagirone aveva espresso identico desiderio. Ora l'imprenditore romano occupa una nuova cella, con chi non si sa.
Ma potrebbe essere comunque per poco tempo. Il ricorso dei suoi legali presentato al Tribunale del riesame di Genova sarà discusso il 23 marzo prossimo. Il suo caso sarà esaminato insieme a quello dell'ex direttore generale della Porto di Imperia spa Carlo Conti, anche lui arrestato il 5 marzo con la stessa accusa di truffa aggravata in concorso.
Potrebbe essere la data decisiva per il rilascio di entrambi e la trasformazione della detenzione in arresti domiciliari che nel caso di Caltagirone sarebbero nella sua residenza romana. Il gip di Imperia, Ottavio Colamartino, nei giorni scorsi aveva respinto la richiesta di scarcerazione dell'imprenditore romano nonostante gli avvocati avessero evidenziato il clima di collaborazione con il loro assistito, l'eta (73 anni) e lo stato di salute. Nel caso di Carlo Conti i legali non escludono nemmeno la definitiva scarcerazione.
2 - PORTO IMPERIA: SUPERTESTE,DICEVO NO A CALTAGIRONE, MOBBING
(ANSA) - 'Un anno intero di sofferenze a partire dal 19 gennaio 2011. Mi sono ritrovato schiacciato, isolato. Mi sono dovuto fermare sei mesi per malattia dal 3 aprile. La notte non riuscivo piu' a dormire'. Sono le conseguenze subite dall'ingegnere Pierre Marie Lunghi, dirigente dell'ufficio demanio del Comune di Imperia per aver firmato la revoca della concessione alla societa' misto pubblico privata che sta realizzando il grande porto turistico di Imperia.
Vicenda per la quale e' stato arrestato l'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone con l'accusa di truffa, mentre l'ex ministro Claudio Scajola e' indagato. A raccontare il suo calvario e' Lunghi stesso, teste nell'inchiesta della magistratura, in una intervista a Repubblica. 'Non ci vedevo chiaro - spiega - e bloccai il progetto: da allora minacce e pressioni continue'. 'Pressioni dirette mai, il ministro non l'ho mai sentito - prosegue il dipendente comunale -. Pero' ci sono altri modi.
Hanno cominciato a mettermi il guinzaglio attraverso il segretario comunale. Poi la situazione e' precipitata con l'ex sindaco Rodolfo Leone. Mi tengono all'oscuro, mi isolano, mi dicono continuamente che con il mio gesto rischio di costringere il Comune a risarcire decine di milioni di euro'. 'Le intromissioni dei privati nel Comune - racconta ancora - erano palpabili. Un giorno vengo chiamato da due assessori che mi dicono 'Caltagirone ha chiamato e vuole assolutamente che entro giovedi' la variante venga portata in Consiglio''.
3 - PORTO IMPERIA: 23 MARZO TRIBUNALE RIESAME CONTI-CALTAGIRONE
(ANSA) - Sono previste per il 23 marzo le udienze del tribunale del Riesame per Francesco Caltagirone Bellavista e Csrlo Conti, arrestati il 5 marzo scorso per truffa ai danni dello Stato nella realizzazione del porto turistico a Imperia. Le udienze potrebbero essere contestuali. I giudici del Riesame dovranno valutare i ricorsi avanzati dai legali dell' imprenditore romano e dell'ex direttore generale della Porto Imperia spa avverso la custodia cautelare confermata dal gip di Imperia.
4 - IMPERIA: SCAJOLA, PORTO DECISO DA COMUNE, MANCA CHE MI AMMAZZINO
(Adnkronos) - "Io non ho mai partecipato a nessuna riunione, consiglio, comitato. Ho sempre voluto che Imperia avesse un porto turistico, e' il mio sogno e mi sono speso per questo. Dopodiche' quando Beatrice Cozzi Parodi mi ha detto nel 2005 che Caltagirone Bellavista avrebbe potuto costruire io l'ho presentato a Gianfranco Carli che con altri imprenditori benemeriti si dava da fare per lo scalo. Da li' in poi se l'e' vista il Comune". Senza gara pubblica "perche' quello e' un porto privato. C'e' un parere dello studio Alpa, mica l'ultimo arrivato, che dice che e' un'opera privata". Lo sottolinea Claudio Scajola, intervistato dal 'Corriere della Sera'.
"Comunque -aggiunge- lo ha deciso il Comine. Se dice che ho influenza nella mia citta' che vuole che risponda? Spero di averla a Imperia e anche fuori. Ma non so piu' cosa pensare. Appena esprimo un'opinione succede il finimondo. Mi hanno fatto di tutto. Guardi: che mi ammazzino fisicamente. Non ci resta che quello. Mi vengono delle idee..."
"I posti barca -spiega poi l'ex ministro- li ha comprati tutti e due mia moglie. Perche' allora salta fuori il mio nome? Perche' dopo la proposta d'acquisto fatta da lei con assegno di 17.244 euro, io ho fatto un bonifico per 103mila euro. Abbiamo il conto insieme, siamo sposati...e' normale che lei compri e io firmi un bonifico. Mia sorella e' un'imprenditrice vedova di settant'anni, avra' il diritto di comprarsi quello che vuole senza chiedermi il permesso...".
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