LA “MELA” E’ ANDATA A MALE? PER LA PRIMA VOLTA DOPO 13 ANNI, APPLE REGISTRERÀ UN CALO DELLE VENDITE E DEI RICAVI TRIMESTRALI - I MERCATI AVEVANO VISTO GIUSTO “SFORBICIANDO” IL 20% DEL VALORE DI BORSA NEGLI ULTIMI MESI

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Federico Rampini per “la Repubblica”

 

L’incantesimo di Apple sta giungendo al termine? Di certo la creatura magica di Steve Jobs non è immune dai venti contrari della congiuntura mondiale. Calano le vendite del gioiello di casa, l’iPhone, e si conferma che i mercati avevano visto giusto “sforbiciando” il 20% del valore di Borsa negli ultimi mesi. I risultati di Apple erano attesissimi, per le ragioni di sempre (ha un peso notevole sulla capitalizzazione di Wall Street e nei portafogli dei fondi) ed anche per ragioni nuove come i timori sul rallentamento della Cina.

 

Ebbene, per la prima volta da 13 anni Apple prevede un ribasso nelle vendite trimestrali. Nel periodo che va dal primo ottobre a fine dicembre 2015 – e quindi include gli acquisti natalizi – la multinazionale di Cupertino ha venduto “solo” 74,8 milioni di iPhone. Un bel numero e tuttavia è praticamente identico rispetto allo stesso periodo del 2014 quando ne furono venduti 74,5 milioni.

 

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E il rallentamento secondo le previsioni di Apple si prolungherà in questo primo trimestre 2016 con un fatturato stimato fra 50 e 53 miliardi, quindi inferiore al 2015. Pesa il peggioramento della congiuntura mondiale, e lo ha detto il chief financial officer Luca Maestri: il top manager italiano che gestisce le finanze del colosso californiano ha parlato di un’economia globale “molto diversa”. Ha evocato la “debolezza” della Cina e di Hong Kong. “La realtà che abbiamo intorno, è un ambiente economico non ideale”, ha detto.

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In realtà nell’ultimo trimestre dell’anno scorso le vendite in Cina e Hong Kong sono aumentate del 14% e tuttavia questo non è bastato a compensare i segni meno in altre aree del mondo. Pesa anche il superdollaro, che riduce il valore dei profitti fatti in altre aree del mondo, una volta che vengono rimpatriati e convertiti nella moneta americana. La sensazione è che possa chiudersi un periodo davvero eccezionale, che fu inaugurato nel 2007 con il debutto dell’iPhone. Apple conserva dei margini di profitto che fanno invidia a chiunque altro: nell’ultimo trimestre 2015 sui 75,9 miliardi di fatturato l’utile netto è stato di 18,4 miliardi.

 

Per questo Apple rimane la società con la più elevata capitalizzazione, a 550 miliardi. Mentre altre concorrenti che puntano su prodotti meno cari – come Samsung e le cinesi – soffrono ancora di più. L’iPhone resta però eccessivamente dominante, le vendite del tablet iPad non sono riuscite a diventare una fonte comparabile di fatturato e profitti.

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Apple deve ancora dimostrare che riuscirà a operare una transizione delicata verso un nuovo modello di business, più legata alla prestazione di servizi. È abbastanza incoraggiante la crescita di iTunes, il negozio digitale di musica e video che nell’intero 2015 ha generato 20 miliardi di fatturato. Altre diversificazioni possono venire da Apple Watch (l’orologio digitale tuttofare) o la futura auto Apple Car.

 

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