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Luigi Bisignani per Il Tempo
Caro Direttore,
sembra più un'informativa di polizia che un articolo quello contro Matteo Renzi comparso ieri, con grande evidenza, sul "Frankfurter Allgemeine Zeitung”, la Bibbia dell'editoria tedesca letta con puntigliosa attenzione dalle cancellerie di tutto il mondo. Il servizio è ancora più inquietante se si pensa che venerdì è in programma, a Berlino, uno degli incontri più drammatici nella storia dei bilaterali tra Germania e Italia.
Angela Merkel e Matteo Renzi a confronto su immigrazione, banche e flessibilita'. Renzi sarà saltato sulla sedia leggendolo perché uno sgarbo di queste dimensioni non si era ancora mai visto. Il Presidente del Consiglio italiano viene attaccato sul piano personale e non solo su quello politico, partendo dalle polemiche per l'incarico alla cybersecutity per il suo fraterno amico Marco Carrai, fino alla gestione dei finanziamenti per le manifestazioni collegate alla Leopolda.
tobias piller con la moglie foto di luciano di bacco
Ne esce fuori un ritratto a tinte fosche che mette Renzi certamente in una posizione di debolezza nei confronti di frau Angela. Com'è possibile un attacco di questo genere? È un segnale sconcertante, anche perché per anni il corrispondente da Roma della 'Frankfurter' (Tobias Piller, ndr) è stato non solo il Presidente della stampa estera ma soprattutto un ambasciatore ombra di Berlino in Italia. I tedeschi hanno sempre agito infatti su più livelli, tradizionali e non.
angela merkel a firenze con renzi 2
Usando, ad esempio, come centrale di notizie la Fondazione Adenauer, oppure una bella rete di servizi annidata in molte aziende italo-tedesche con sede in Italia. La visita di venerdì per Renzi si presenterà quindi in salita e l'impressione è che a Berlino, e soprattutto a Bruxelles, anche grazie alla Presidenza di turno olandese e al Presidente lussemburghese della Commissione, stiano usando tutte le leve possibili perché il nostro premier accetti il programma lacrime e sangue soprattutto sull'immigrazione con la minaccia, altrimenti, di chiudere le frontiere e scaricare sull'Italia due milioni di disperati in giro per l’Europa.
E magari qualcuno a Bruxelles ancora continua a pensare a Mario Draghi come futuro demiurgo. Ma sono certo che questa volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti ad una nuova crisi pilotata dai poteri forti internazionali e dai burocrati europei manderà gli italiani a votare.
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