DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Rosario Dimito per il Messaggero
Il compromesso pasticciato Italia-Francia su Fincantieri-Stx, Vivendi vorrebbe replicarlo sulla governance di Tim dove ci sono i paletti e le strettoie di governo, Consob, Agcom e Assogestioni. La disputa sulle tlc italiane finite, secondo Consob, sotto il controllo di fatto francesi, sarebbe rimasta alla finestra del vertice di Lione e forse anche per questo, Vivendi ritiene di poter dare una soluzione di ampio respiro che considera win-win, al contrario di istituzioni e Authority italiane.
Al consiglio di Telecom fissato per oggi pomeriggio a Roma, dopo lo Strategy day della mattina, Vivendi punta dritto sulla nomina di Amos Genish come ad, al posto di Flavio Cattaneo, uscito il 24 luglio proprio per l’arrivo del manager israeliano in posizione apicale. Genish, dopo la cooptazione, riceverebbe tutti i poteri gestionali tranne quelli su sicurezza e Sparkle che resterebbero al vicepresidente Giuseppe Recchi.
Nella tarda serata di oggi finalmente potrebbe tenersi la riunione del Comitato sul golden power, rinviata due volte che, come ha anticipato Carlo Calenda, attiverà il procedimento per l’esercizio dei poteri speciali, partendo dal difetto di notifica perchè tardiva dell’avvio della direzione e coordinamento, decisa il 27 luglio ma notificata il 15 settembre, con un carteggio peraltro incompleto. Questo comporterà l’inizio dei termini del golden power: 15 giorni di calendario che possano allungarsi di altri 10, a far data, probabilmente dal 15 settembre.
POTERI SPECIALI SU NOTIFICA
Alla fine del percorso, il governo potrebbe imporre una governance di garanzia su Sparkle, la società che gestisce 560 mila km di cavi sottomarini attraverso i quali transitano dati sensibili. Per la tutela della sicurezza nazionale, la gestione deve essere blindata, tanto più perché Genish è stato ufficiale dell’esercito israeliano, paese-chiave dello scacchiere mediorientale con cui il governo vuole mantenere rapporti inalterati.
L’idea di Vivendi in nome del compromesso con le Autorità, sarebbe di delegare la scelta della maggioranza dei consiglieri all’Agcom. Pur negando l’esercizio del controllo sul gruppo di tlc, però Vivendi agisce come un vero padrone. Tanto che al cda odierno riporterà due dossier delicati e contestati, come Persidera e la Joint venture su Canal +.
Persidera è la società dei multiplex digitali di trasmissione del segnale di cui Tim ha il 70% e Gedi il 30%, oggetto del negoziato fra Vivendi e la Ue sul controllo del gruppo italiano. A fine maggio Bruxelles diede il via libera a patto che Vivendi assumesse l’impegno di procurare la cessione della maggioranza da parte di Tim. E infatti al cda andrà la proposta di trasferire il 70% a un trust in attesa della cessione.
Su Canal +, de Puyfontaine che a fine luglio mostrò una proposta scritta della società francese, di stipulare una joint venture con Tim, dopo l’istruttoria svolta dal comitato parti correlate, si intende andare avanti. E pur con Tim all’80%, la società si dovrebbe chiamare Canal +.
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