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IL FONDO DEL BARILE – ALLA FINE, DOPO SETTIMANE DI TENSIONE, I RUSSI E I SAUDITI SI METTONO D’ACCORDO PER TAGLIARE LA PRODUZIONE DI PETROLIO: 10 MILIONI DI BARILI AL GIORNO IN MENO PER DUE MESI – E L’AMERICA? TRUMP AVEVA DETTO CHE LA PRODUZIONE (RECORD) STATUNITENSE SI RIDURRÀ IN AUTOMATICO IN BASE ALLA DOMANDA DI MERCATO, MA A PUTIN NON BASTA. ANCHE PERCHÉ NEL MEDIO LUNGO TERMINE…
Francesco Semprini per “la Stampa”
vladimir putin e mohammed bin salman 5
La «convergenza telematica» raggiunta tra Russia e Arabia Saudita nel corso dell' incontro virtuale Opec +, ovvero del cartello dei Paesi esportatori allargato a una serie di membri esterni non riesce a dare una boccata d' ossigeno al petrolio. Un taglio di 10 milioni barili al giorno per due mesi, questo il contenuto della bozza d' intesa secondo cui Riad riduce la sua produzione di quattro milioni di barili al giorno mentre Mosca di due milioni e con tutti i membri d' accordo per una compressione del 23%. Il presidente Donald Trump nei giorni scorsi aveva fatto pressione affinché si arrivasse al compromesso spiegando che anche la produzione record degli Stati Uniti si ridurrà «automaticamente» in base alla domanda di mercato.
Mosca chiede che Washington faccia di più. Anche di questo si parlerà nel G20 straordinario dei ministri dell' energia presieduto oggi da Riad. Per raggiungere l' obiettivo «occorre aumentare il numero di Paesi in quest' operazione», dice il ministro russo dell' Energia, Alexander Novak.
La notizia dell' intesa ha fatto volare subito le quotazioni di Wti e Brent con un rimbalzo superiore al 10%, salvo poi chiudere la seduta con cali rispettivamente del 9,3% a 22,73 dollari e del 2,4% a 32,13 dollari al barile. La convergenza telematica sancisce la tregua tra Russia e Arabia Saudita, dopo settimane tensione che aveva provocato il crollo dei listini. Il tutto nell' emergenza globale del Coronavirus. «Il Covid-19 è una bestia invisibile che sta travolgendo tutto sulla sua strada», ha detto il segretario generale dell' Opec, Mohammed Barkindo, spiegando che il calo della domanda nel secondo trimestre potrebbe aggirarsi «intorno ai 12 milioni di barili al giorno». In caso di mancato accordo si sarebbe scatenata la tempesta perfetta.
Vladimir Putin Mohammed Barkindo
Il pericoloso Risiko del greggio era iniziato il 9 marzo quando i sauditi, primi produttori del Pianeta, avevano deciso a sorpresa di aumentare la produzione deprimendo ulteriormente i prezzi già in caduta libera per il collasso della domanda (in particolare cinese) causato dall' epidemia. L' annuncio ha causato il crollo del Wti in poche ore, -20% a quota 33 dollari con uno scivolone dell' intero comparto petrolifero sia sul mercato azionario che obbligazionario. Il calo più pronunciato dal 1991, ovvero dalla prima guerra del Golfo.
vladimir putin e mohammed bin salman 2
shale oil estrazione petrolio
La mossa di Riad è stata la reazione al "niet" di Mosca della settimana prima alla richiesta Opec di tagliare la produzione per sostenere i corsi, sciogliendo un patto di mutuo soccorso siglato quattro anni fa.
La reazione in controtendenza dei sauditi è figlia di una scommessa da parte di Mohammed bin Salman: mettere fuori gioco la concorrenza russa facendo calare i prezzi e rilevandone quote di mercato che avrebbero compensato le minori entrate di cash flow derivanti dal tracollo dei prezzi.
Il siluro di Riad, nel breve, poteva anche fare il gioco dei russi che puntano a colpire lo "shale oil" Usa (sostenibile a non meno di 50 dollari al barile) come ritorsione alle sanzioni della Casa Bianca su Rosneft per bloccare il progetto Nord Stream. Nel medio-lungo termine tuttavia le entrate di Mosca avrebbero subito una contrazione ,andando a minare la fattibilità del maestoso programma di investimenti strutturale e riforme sociali annunciate da Putin.
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shale oil estrazione petrolio
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shale oil estrazione petrolio
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