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Estratto dell’articolo di Andrea Greco per www.repubblica.it
Azioni italiane, pessimo affare nel XXI secolo. Solo l’1,3% di rendimento reale annuo dal 2000 a oggi, dedotta l’inflazione. E tornando indietro di 100 anni, Piazza Affari risulta la Borsa peggiore al mondo: +2,2% annuo al netto del carovita, mentre i bond italiani nel secolo hanno perso l’1,3% medio annuo.
Ma è negativo, sui cento anni, anche il rendimento reale del debito di potenze mondiali come Giappone (-0,9%) e Francia (-0,6%). I paradisi della stabilità scandinavi, invece, svettano per rendimenti azionari al disopra di Wall Street: +7,6% annuo la Borsa svedese, +3,8% l’anno i bond danesi.
Sono gli esiti di una ricerca di Deutsche Bank dal titolo pomposo: “Lezioni dal primo quarto di secolo del Millennio”. In sintesi secondo l’ufficio studi della banca tedesca sarebbero queste: che “i migliori Paesi dove investire a lungo termine sono quelli più stabili”; che “i Paesi con rendimento negativo dei bond da un secolo sono quelli coi livelli di debito pubblico maggiori”; e che, anche solo dal 2000, in fondo alla lista stanno i Paesi “che non hanno registrato un avanzo dei conti pubblici, come Italia, Francia e Giappone”.
Stabilità politica, ridotto debito pubblico, conti pubblici in ordine sono i mantra ormai noti: ancor prima, e ancor più, dei fattori innovazione e crescita delle economie nazionali, dove pure l’Italia risulta tra le nazioni più lente dal 2000. Ovviamente siamo tra i peggiori nel XXI, (+0,5% annuo la crescita reale del Pil italiano in valuta locale, +0,4% pro capite).
Anche se è difficile fare paragoni con il passato remoto, Deutsche Bank ritiene che gli ultimi 25 anni “sono stati pieni di eventi sconvolgenti”: dallo scoppio della bolla dot.com all’avvento di Vladimir Putin, l’euro, la Cina nel commercio globale, l’invenzione dei social media e degli smartphone la crisi finanziaria e dei debiti sovrani, le guerre commerciali e il Covid. [...]
L’oro batte tutti dal 2000 ad oggi
wall street - contrattazioni borsa
Notevole eccezione, che dice molto del nuovo secolo, è la corsa dell’oro. Pur non pagando dividendi, il metallo giallo si è apprezzato in 25 anni di circa otto volte, sopravanzando nel periodo (e per la prima volta dal 1800!) l’azionario Usa, con rendimenti reali del 6,8% annuo contro il 4,9% dell’indice S&P 500.
La performance della Borsa Usa, che risente delle sbandate degli anni 2000 tra la bolla Internet e il crac Lehman, è stata la seconda peggiore nei nove “venticinquenni” dal 1800; anche se le basta a sopravanzare quasi tutte le altre, salvo le più toniche dei Paesi emergenti (Sudafrica +7% l’anno, India 6,9%, Australia +5,3%). Piazza Affari va cercata in fondo alla lista: +1,3% medio annuo dal 2000 al 2024, il dato peggiore se si eccettua il -0,3% delle azioni spagnole. [...]
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