RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Marco Azzi per “la Repubblica”
«Io premio i tuoi giocatori e tu i miei, che dici?». L'idea è venuta ad Aurelio De Laurentiis nell'intervallo e Andrea Agnelli l'ha sposata, trovandosi dopo un'oretta a consegnare la Coppa Italia a Lorenzo Insigne, capitano del Napoli. Il protocollo prevedeva una cerimonia asettica, self service, per rispettare le regole del distanziamento. Ma il presidente azzurro è allergico ai copioni altrui. E nel calcio sa sovvertire i pronostici, tant' è che con quella dell'Olimpico ha messo insieme la terza vittoria in quattro finali con la Juve, a 5 anni e mezzo dall'exploit di Doha in Supercoppa Italiana.
de laurentiis dal pino foto mezzelani gmt 2
Pure allora il verdetto arrivò ai rigori. Da Benitez e Higuain a Gattuso e Insigne: sono cambiati i protagonisti, il prodotto invece è lo stesso ed ha come leit motiv la continuità ad alti livelli. La vittoria della sesta Coppa Italia ha permesso infatti al Napoli di centrare un altro traguardo: la qualificazione ai gironi di Europa League e quindi l'approdo per l'undicesima volta di fila alle coppe. Gattuso ha subito rilanciato con i suoi giocatori: «Il nostro ritardo in campionato è notevole, ma non dovremo lasciare nulla di intentato per andare a caccia della zona Champions».
De Laurentiis può intanto però già sorridere per il trofeo in bacheca e la continuità a livello internazionale a cui il suo progetto è legato a doppio filo, grazie al circolo virtuoso tra i risultati sul campo e i conti in regola. Alla chiusura del prossimo bilancio il tesoretto messo da parte dal Napoli raggiungerà l'invidiabile soglia dei 142.5 milioni, accantonati negli anni da De Laurentiis con una gestione societaria allo stesso tempo ambiziosa e oculata.
Per questo il presidente ha una exit strategy tutto sommato soft perfino dall'emergenza pandemia, nonostante gli incassi andati in fumo e le perdite stimate in circa 30 milioni di euro, rimborsi ai tifosi compresi. Il club azzurro non sarà costretto in estate a vendere i suoi big per risanare i conti e avrà al contrario la possibilità di operare sul mercato in una condizione di forza, sfruttando una liquidità che vantano in pochi pure in Europa.
Già a gennaio, del resto, il ds Cristiano Giuntoli si era permesso il lusso di definire 5 acquisti con pagamento cash, spendendo 90 milioni per i cartellini di Demme, Politano, Lobotka, Rrahmani e Petagna, gli ultimi due lasciati in prestito a Verona e Spal. Sarà invece la cessione di Milik a finanziare in buona parte il colpo in canna della prossima stagione: l'acquisto del cannoniere nigeriano Victor Osimhen, 22 anni, astro nascente del Lille, prenotato con 60 milioni. Il giocatore africano è un pupillo di Gattuso e tra i due ci sono già stati dei contatti telefonici.
De Laurentiis proverà ad affondare il colpo e non teme la concorrenza dell'Arsenal. Merito della solidità economica del Napoli, che intanto si è tolto anche la soddisfazione di arricchire la sua bacheca con un altro trofeo: il quarto dell'era post fallimento, a cui è mancato solo l'acuto dello scudetto. Ma la squadra azzurra è stata spesso l'antagonista in Italia della Juve, togliendosi lo sfizio di batterla in tre finali.
Non è un caso che a Torino siano finiti Higuain e Sarri, che ai bianconeri avevano fatto paura da avversari nelle annate napoletane. Ora potrebbe toccare a Milik, autore del rigore decisivo mercoledì. Il presidente ha fissato il prezzo: 50 milioni, per un attaccante pagato 33 nel 2016. Così i suoi conti ritornano. Sotto controllo pure il tetto ingaggi (161 milioni) nonostante l'eccezione del rinnovo di Mertens, 33 anni. L'ha chiesto Gattuso, che ha dormito con la Coppa e presto firmerà fino al 2023. Ma prima ha convinto De Laurentiis a pagare subito gli stipendi ai giocatori, "congelati" durante la pandemia. I soldi in cassa ci sono.
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