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Da âLa Stampa.it'
«Inviterei alla prudenza. Esprimere un rapporto di causa effetto tra la centrale a carbone ed eventuali danni alle persone e all'ambiente è quanto mai azzardato. Non mi sembra il caso di creare allarme fra la popolazione». Punta il dito senza esitazione contro la consulenza tecnica ricevuta dalla procura di Savona il professor Domenico Maria Cavallo, docente di medicina del lavoro e autore di un dossier metodologico di 20 pagine che la Tirreno Power, proprietaria della centrale di Vado Ligure, ha consegnato venerdì scorso ai magistrati liguri.
Dopo mesi di indagine, analisi, studi e ascolto di consulenti, il procuratore Francantonio Granero ha raggiunto una convinzione e lo ha dichiarato pubblicamente: le emissioni della centrale a carbone di Vado hanno causato 400 morti tra il 2000 e il 2007. Secondo il procuratore, ci sarebbero stati anche tra i 1.700 e i 2mila ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012.
«Lo studio recepito dalla Procura - sostiene il professor Cavallo - è carente su un passaggio fondamentale: non c'è alcuna verifica al suolo delle concentrazioni di agenti inquinanti. Le ipotesi andrebbero suffragate da rilevazioni concrete. Che per la verità esisterebbero: sono i dati elaborati dalle centraline, fisse e mobili, dell'Arpal, l'agenzia regionale. Questi dati dicono che la qualità dell'ambiente a Vado, Savona e comuni limitrofi ha una qualità assolutamente accettabile. Attenzione, dunque, a trarre conclusioni affrettate».
Cavallo sostiene di non essere il solo a rilevare questo tipo di incongruenza, cita professori suoi colleghi come Biggeri, Bettini e Bianchi e insiste affinché siano effettuate le misurazioni della concentrazione al suolo di quei contaminanti che sarebbero causa dei decessi e delle patologie respiratorie. Ma allora come si è arrivati alle cifre di cui parla la procura savonese, i 400 morti e le centinaia e centinaia di patologie alle vie respiratorie? «Non ho gli strumenti per valutare certi numeri - sostiene il professore - . E proprio questo è il punto da chiarire. Ripeto: si dia la disponibilità a effettuare prove empiriche, a misurare l'eventuale collegamento tra la centrale e l'ipotetico danno osservato.
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