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G. Paolucci per "la Stampa"
C'è un fascicolo anche a Milano sull'operazione di arbitraggio fiscale internazionale realizzata da Banca Intesa nel 2006. Sulla stessa operazione, che ha coinvolto Intesa e una serie di banche controllate tra le quali Biverbanca - poi passata a Mps - sta indagando la procura di Biella, che ha iscritto nel registro degli indagati l'ex amministratore delegato di Intesa e attuale ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.
Il fascicolo milanese, secondo quanto ricostruito, è stato aperto prima di quello a Biella ed è relativo alla stessa operazione condotta con Crédit Suisse e ad un'altra, simile, che ha avuto come controparte Barclays. Proprio l'attività d'indagine della Gdf milanese avrebbe fatto scattare il processo verbale di accertamento inviato all'Agenzia delle entrate che è all'origine dell'inchiesta di Biella. Non è stato possibile trovare conferma di eventuali indagati nel fascicolo milanese.
Le due operazioni, simili e dalle identiche finalità , entrambe risalenti all'agosto del 2006, hanno comportato un beneficio fiscale, in termini di minore Ires, di 6,237 milioni di euro nei bilanci consolidati del gruppo. Per entrambe le operazioni, scrive la Gdf nel verbale del quale ha parlato nei giorni scorsi Il Fatto quotidiano, «emerge chiaramente come l'investimento effettuato si giustifichi solo per l'indebito beneficio fiscale ottenuto per effetto del credito d'imposta per redditi prodotti all'estero».
Più nel detteglio, l'operazione con Crédit Suisse era un'operazione di pronti contro termine con sottostante bond per 300 milioni di euro emessi dal veicolo La Defense II plc controllato dalla banca svizzera mentre quella con Barclays è stata posta in essere tramite un veicolo denominato Naxos (controllato da Barclays).
Anche in questo caso si è trattato di una operazione di pronti contro termine con sottostante i bond emessi da Naxos per 250 milioni di euro. Entrambi i bond pagavano cedole fuori mercato del 29,4% nel caso del Crédit Suisse e del 28,5% nel caso Barclays. L'operazione era strutturata in maniera tale che alla banca estera veniva retrocessa una quota della cedola diminuita del credito fiscale ottenuto e maggiorata di una commissione. Non risulta attività d'indagine recente sul fascicolo milanese dell'inchiesta.
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