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Francesco De Dominicis per "Libero"
Il banchiere Alessandro Profumo oggi, salvo sorprese, non voterà alle primarie del Pd. Nel 2007, l'allora capo di Unicredit non nascose la sua vicinanza al Partito democratico e fu immortalato alle urne nella sfida tra Walter Veltroni e Rosy Bindi. Il feeling si è progressivamente affievolito e oggi ai gazebo potrebbe essere guardato di traverso.
Perché Profumo sta portando via (al Pd) il Monte dei paschi di Siena, che guida dal 2012. Il numero uno di Rocca Salimbeni è ormai ritenuto nemico della Fondazione Mps (azionista della banca col 33,5%) controllata da comune e provincia di Siena, storico feudo Pd-Ds-Pds-Pci.
Il duello ruota attorno all'aumento di capitale da 3 miliardi di euro imposto a Mps dall'Unione europea oltre che da conti sfasciati a cagione di errori commessi nelle precedenti gestioni. A dividere top manager e azionista è il «calendario»: Profumo stringe i tempi per archiviare la partita entro il primo trimestre 2014, addirittura a gennaio; la Fondazione vuole chiudere nel secondo trimestre.
Il problema dell'ente presieduto da Antonella Mansi è il debito da 350 milioni da rimborsare ad alcuni colossi finanziari, italiani e soprattutto stranieri. Le casse sono a secco e la Fondazione, per trovare fondi, vuole cedere una piccola fetta di Mps. Mossa che le consentirebbe di avere ancora un peso rilevante fra i soci.
Per fare pressione su Profumo, la Fondazione tira in ballo financo la «stabilità » dell'Italia. Mps, si legge nella relazione realizzata in vista dell'assemblea della banca, correrebbe il «forte rischio» di avere «nuovi e imprevedibili assetti proprietari», con ripercussioni anche per «l'interesse del Paese» visto che con 26 miliardi di btp la banca ha un «importantissimo ruolo» nel debito pubblico. Un mezzo ricatto: se Mps finisce in mani straniere, saltano le finanze statali. Il messaggio è diretto a Roma, palazzo Chigi.
Il Pd sembra confidare nelle istanze del premier Enrico Letta con Profumo. Il quale non pare orientato a cambiare ide: al prossimo cda della banca proporrà di confermare l'accelerazione. Lo sprint è motivato con la necessità di migliorare rapidamente i coefficienti patrimoniali in vista delle verifiche della Bce già fissate per il prossimo anno. Non solo.
Nel 2014 altri istituti potrebbero ricorrere al mercato per aumenti di capitale e in giro non ci sono tanti quattrini: meglio arrivare per primi, insomma. La Fondazione però non accetta compromessi e va allo sbaraglio: se non vende una fetta di azioni Mps, è fuori dalla banca perché i titoli sono in pegno ai creditori. Ma l'ente preferisce perdere tutto piuttosto che avere una mini quota.
A primarie «aperte», il partito si muove a livello locale. Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, ieri ha difeso la linea di Mansi: «Giusto che si dica no all'eutanasia». Valentini, tuttavia, dimentica che il cancro della Fondazione - che si è mangiato 15 miliardi di patrimonio in pochi anni - si è insediato proprio nel legame tra politica e finanza.
Profumo Alessandro ALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA LA STRADA DIETRO ROCCA SALIMBENI DOVE SI E BUTTATO DAVID ROSSI FOTO LOZZI PER INFOPHOTO MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA monte-dei-paschi-di-siena-sedeVELTRONI E DALEMA Rosy Bindi
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