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SIETE PRONTI PER IL ''RICHIAMINO''? IN ITALIA SONO 645MILA I VEICOLI VOLKSWAGEN CON MOTORI ''TRUCCATI''. IL L'AD DI AUDI CERCA DI SPOSTARE L'ATTENZIONE SU ''1,4 MILIARDI DI INVESTIMENTI NEL VOSTRO PAESE'' - MA IL GRUPPO RISCHIA DI PERDERE 1,8 MLD DI FINANZIAMENTI DALL'UNIONE EUROPEA, DESTINATI A 'INNOVAZIONE AMBIENTALE'

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1.VW: ITALIA, 645.458 VEICOLI CON MOTORI SOTTO ACCUSA

VOLKSWAGEN MOTORE PULITO TRUFFAVOLKSWAGEN MOTORE PULITO TRUFFA

 (ANSA) - In Italia sono 648.458 i veicoli del gruppo Volkswagen che saranno richiamati ''per manutenzione'' dopo lo scandalo delle emissioni truccate. I richiami riguardano i veicoli equipaggiati con motori Diesel EU5 Tipo EA 189 e sono: Volkswagen: 361.432, Audi: 197.421, Seat 35.348, Skoda 38.966,Volkswagen Veicoli Commerciali 15.291.

 

''I Clienti - fa sapere in una nota Volkswagen Group Italia - verranno informati su tempistiche e modalità per l'esecuzione dell'intervento di manutenzione service''. ''Tutti i Concessionari e Service Partner - aggiunge la nota - saranno in grado di individuare precisamente i veicoli coinvolti nel piano d'azione. Grazie al numero di telaio sarà anche possibile escludere i veicoli che non necessitano dell'intervento''.

 

MUELLER AD VOLKSWAGEN -Web-NazionaleMUELLER AD VOLKSWAGEN -Web-Nazionale

2.VW: STADLER, 1,4 MLD INVESTIMENTI IN ITALIA AL 2019

 (ANSA) - ''Investiremo in Italia 1,4 mld di euro entro il 2019''. Lo ha detto il numero uno di Audi Rupert Stadler parlando dell'impegno che la divisione Premium del gruppo Volkswagen si prende per l'Italia che ''non è solo un paese in cui produrre, ma è un paese di persone creative''. ''Insieme ai 14mila dipendenti che abbiamo in Italia vogliamo - ha aggiunto - costruire insieme il futuro della mobilità individuale''.

 VOLKSWAGEN VOLKSWAGEN

 

Attraverso Audi e direttamente tramite la controllata Volkswagen Italia di Verona il colosso tedesco dell'auto è "tra i 35 principali datori di lavoro in Italia" e "ancora dà lavoro a 14 mila persone", ha sottolineato Stadler, ricordando che la divisione Premium del gruppo Volkswagen controlla in Italia Giugiaro, Lamborghini e Ducati. Proprio in quest'ultima, la più recente delle acquisizioni, che Stadler ha ricordato essere "la rossa di Borgo Panigale", il presidente di Audi ha raccontato di essersi rivolto ai dipendenti in italiano dicendo che "Ducati rimarrà Ducati. Una cosa che un investitore non dovrebbe mai fare - ha concluso - è distruggere l'orgoglio dei dipendenti" verso l'industria appena acquisita.

 

 

3.NUOVO FRONTE UE PER VOLKSWAGEN - A RISCHIO 1,8 MILIARDI DI FINANZIAMENTI

Marco Zatterin per “la Stampa

 

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Si apre un nuovo fronte Ue per la Volkswagen, inevitabile quanto insidioso. Una fonte della Banca europea per gli investimenti rivela che il quartier generale lussemburghese dell’istituto «ha avviato una sua propria inchiesta» sul gruppo tedesco, accusato di aver truccato le emissioni delle vetture diesel. L’obiettivo, spiega l’alto funzionario, è «valutare se ci sia stato un comportamento improprio dai possibili effetti penali».

 

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I risvolti dell’indagine potrebbero essere pesanti, visto che Wolfsburg ha ottenuto numerosi prestiti dalla Bei, molti dei quali mirati all’innovazione delle tecnologie ambientali. Le intese prevedono che, in caso di malversazione, i contratti possano essere rivisti o congelati. A rischio, nel peggiore dei casi, sino a un massimo di 1,8 miliardi di finanziamenti.

 

«Siamo molto preoccupati», ammettono alla Bei. E’ una questione politica quanto di credibilità della banca che svolge un ruolo cruciale nel sostenere lo sviluppo economico del continente. «Il sostegno a innovazione, occupazione e competitività attraverso i prestiti per la Ricerca & Sviluppo - argomenta la fonte - è una pietra angolare della nostra attività». Lo scandalo Volksgate ha scatenato un terremoto le cui scosse sono amplificate dal fatto che il vertice Bei, costruito intorno al presidente Hoyer, ha rilevanti radici tedesche. Il caso Vw è un colpo davanti al quale il sistema non può restare a guardare. Le fonti dicono che è troppo presto per tirare conclusioni.

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Cruciale sarà la linea temporale delle malefatte di Wolfsburg, che potrebbe salvarsi se riuscisse a dimostrare che i fondi della Bei non hanno avuto a che fare col software sotto inchiesta. Alla peggio, le intese prevedono che si possa giungere a una domanda di rimborso dei fondi, il che costituirebbe un altro aggravio per la casa tedesca, già colpita dal provvedimento della Bce che ha escluso i bond Volkswagen dai titoli eleggibili per l’acquisto legati al programma di Quantitive easing (iniezioni di liquidità).

 

L’Europa cerca di imporre la linea dura. La commissaria per l’Industria, Elzbieta Bieñkowska, ha scritto ai governi interessati, per chiedere collaborazione «perché la frode non sia tollerata». Il testo conferma le anticipazioni pubblicate ieri su questo giornale.

Si invitano «le autorità nazionali incaricate di far rispettare le regole Ue sui limiti delle emissioni e sui test a controlli particolarmente vigili e rigorosi» e si ammette di accogliere «con favore» le inchieste aperte in Germania, Francia e Italia. «Incoraggio tutti a condurre le indagini necessarie - dichiara la polacca - e sarò felice di mettere a disposizione una piattaforma per favorire lo scambio dei dati».

 

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Ma la Bieñkowska vuole di più. «Lavoriamo alla revisione della direttiva 2007/46 sull’approvazione dei veicoli», con «l’obiettivo di rafforzare la sorveglianza nel settore Automotive». Si cercano modi «efficaci e correttivi» per intervenire sui prodotti fuori norma «con procedure di salvaguardia», anche consolidando «le regole per richiamare le vetture». Serve un nuovo approccio, che veda l’Ue a più stretto contatto con le capitali. Ne discuteranno oggi i ministri della Competitività.

 

Non sono attesi passi avanti, anche perché i Berlino ha chiesto di riparlarne alla sessione Industria dell’8 ottobre, dopo che si sarà riunito l’apposito comitato tecnico. A Bruxelles c’è chi pensa che vogliano guadagnare tempo. Ma forse è solo un riflesso condizionato.