FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Cristina Cucciniello per “Affari&Finanza - la Repubblica”
«Be your own boss». È la promessa di Amazon Flex, nuovo servizio del colosso del commercio elettronico, appena lanciato. Dai 18 ai 25 dollari l' ora: è il guadagno di chi diventerà corriere per Amazon, consegnando i prodotti acquistati sul sito utilizzando la propria automobile e il proprio smartphone.
Amazon gioca in casa, scegliendo Seattle come prima città in cui testare Flex, ma presto l' opportunità di diventare corrieri part time per l'azienda diventerà concreta da Manhattan a Chicago per un totale di nove città. Basta per far definire il servizio "l' Uber delle spedizioni".
Già da qualche tempo i magazine anglosassoni usano il verbo "to uberize", per definire un fenomeno in atto: Brian Carney, su "Forbes" propone di "uberizzare" l' intera economia, descrivendo l' intenzione delle compagnie globali d'investimento di individuare ulteriori fonti di ottimi guadagni copiando lo stile e l' idea di Uber.
Il modello economico di Uber, o meglio di Uber Pop, la variante della app che permette a chiunque di diventare autista per una notte con la sua macchina, o anche di AirBnB, servizio on line che connette l' utente in cerca di un alloggio per un breve soggiorno con l' utente desideroso di affittare la propria casa interamente o in parte, non è da considerarsi genericamente parte della sharing economy.
Si commetterebbe l' errore di porre l' accento sul bene condiviso - l' automobile o la casa - e non su chi condivide o presta la sua opera.
Così come questo genere di servizio fornito via app - nelle quali un fattore determinante è la geolocalizzazione su dispositivo mobile - non può andare sotto il nome di "1099 economy", prendendo spunto dal numero di norma fiscale cui sottostà la prestazione d' opera occasionale negli Stati Uniti, perché è un fenomeno globale. È qualcosa di più: è la "gig economy", suggerisce il Guardian.
Era stata Tina Brown, sul "The Daily Beast", a parlare per prima di Gigonomics, nel 2009. La Brown, allora, ci aveva scherzato su: si era accorta che molti dei suoi conoscenti non avevano più un singolo lavoro da dipendente, ma una somma di micro-lavori che contribuivano a raggiungere quel pareggio di bilancio personale e familiare definito colloquialmente "the Nut". Da dove viene il termine? Da "gig", in origine una performance artistica o musicale, per esteso un lavoro temporaneo, di brevissima durata. Proprio come il consegnare pacchi per Amazon: «Lavora quando vuoi, per quanto tempo vuoi», recita l' annuncio del servizio.
Amazon non è l' unica azienda in campo nella uberizing economy. Oltre il già citato AirBnb, è possibile ritrovare il modello Uber in Tripves, neonata compagnia, con base a Bali, che si ripromette di uberizzare il mercato dell' affitto di automobili.
Una soluzione ottimale per il traffico di Jakarta e delle città indonesiane, secondo i suoi sviluppatori, Jati Adrianto e Tamir Tsogbayar, passati da comodi lavori in banca all' imprenditoria.
L' utilizzo dell' app, ora in fase Beta, è semplice: l' utente in cerca di un' auto trova l' utente disposto ad affittargliela. I guadagni? Circa 360 dollari al mese secondo le previsioni di Adrianto e Tsogbayar.
tassisti francesi contro uberpop 6
Nel campo dei trasporti, il sud est asiatico sta vivendo un vero boom di applicazioni basate sul modello di Uber. I motivi sono due: il traffico micidiale e la difficoltà delle compagnie a tenere fermi in un unico posto di lavoro i ventenni divenuti adulti in economie a forte crescita, giovani assai propensi alla flessibilità, che vedono nell'economia uberizzata l' opportunità di lavorare senza legarsi ad un' unica azienda.
Non è un caso, quindi, che GrabTaxi-Car-Bike e GoJek, entrambe app per trovare mezzi di trasporto con o senza autista - fondate rispettivamente dagli ex alunni di Harward Anthony Tan e Nadiem Marakim - siano in competizione fra loro sul mercato malese e indonesiano.
Il modello Uber non è valido solo per i trasporti: Product Hunt, l' enciclopedia online delle start-up, ha una intera sezione dedicata ai servizi uberizzati. Si scopre, perciò, l' esistenza di Wag!, l' Uber dei dog sitter, con base a San Francisco; Coders Clan, l' Uber del coding (la stesura di un programma informatico) di stanza a Tel Aviv; Food- Now, l' Uber della consegna di cibo a domicilio, che in Florida connette ristoratori, autisti e gourmet; se il cibo generico non dovesse soddisfarvi, c' è perfino Doughbies On-demand: l' Uber dei biscotti a domicilio.
Le parole d' ordine dell' economia uberizzata sono sempre le stesse: connettività via smartphone, mole di dati geolocalizzati, surge pricing, ovvero prezzi al rialzo laddove la domanda aumenti. Punti cardine che si ritrovano anche in Heal, l' Uber dei medici, peraltro in cerca di pediatri vista l' alta richiesta; o in Bannerman, l' Uber delle guardie di sicurezza frequentatissima dai culturisti che si sentono un po' sceriffi; o in Sprig, l' Uber dei cuochi a domicilio.
2 airbnb le prese in giro del nuovo logo
E, per chi ha solo bisogno di un attimo di respiro, c' è Breather, app che offre spazi tranquilli - per lavorare o rilassarsi - a richiesta, connettendo chi possiede un angolino di serenità con chi lo cerca.
Il futuro? Secondo Nic Waddell del magazine canadese "Cantech Letter", il picco dell' economia uberizzata è già stato raggiunto: a Toronto, esiste Octopus, l' app che si è autodefinita "l' Uber per qualunque cosa", mentre TaskRabbit. com è ampiamente utilizzata anche in Italia per trovare lavoratori disposti a svolgere piccole commissioni, come andare a ritirare la biancheria in lavanderia o annaffiare le piante in terrazza.
Secondo Carney di "Forbes", il prossimo mercato da uberizzare è quello della connessione wireless, ipotesi che darebbe filo da torcere - è il caso di dirlo - alle compagnie telefoniche, magari mettendo a disposizione fasce di banda inu-tilizzate. Ci sono aspetti da non sottovalutare: il regime fiscale cui sottomettere i servizi uberizzati, lo status dei lavoratori, i diritti sociali degli stessi.
Le sfide, insomma, della Individual Age Economics, definizione di Andrei Cherny, candidato Democrat per l' Arizona nel 2012, oggi imprenditore: «Gli individui, non le grandi compagnie, saranno il propellente dell' economia».
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