DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”
In un mondo di tassi negativi ad essere tentati di mettere i soldi nel materasso invece di depositarli su un conto corrente non sono più soltanto i risparmiatori ma anche le banche. Succede in Germania, dove Commerzbank starebbe valutando di custodire l' eccesso di depositi nei caveau anziché parcheggiarli presso la Banca centrale europea.
Com' è noto, tra gli strumenti per incoraggiare i prestiti e stimolare l' economia, allontanando il rischio di deflazione, la Bce ha tagliato il suo tasso sui depositi a -0,4%. Una misura che equivale a far pagare una commissione alle banche quando tengono i fondi presso l' Eurotower invece di metterli in circolo nell' economia.
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Il gruppo di Francoforte guidato da Martin Zielke smentisce di aver preso una decisione del genere, ma secondo alcune fonti l' istituto ha preso la mossa in considerazione, scrive il Financial Times , non sarebbe l' unico caso in Germania, il Paese più critico contro i tassi negativi, perché non solo penalizzano risparmiatori e pensionati, ma anche perché mettono sotto pressione il modello di business delle banche, si lamentano banchieri e politici, incluso il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, attaccando il presidente della Bce Mario Draghi.
Haruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese
Alcune casse di risparmio della Baviera, avrebbero esplorato la possibilità, mentre Munich Re ha scelto di mantenere in contanti almeno 10 milioni di euro delle sue riserve quest' anno. Solo un esperimento, spiega il gruppo di riassicurazione tedesco. Ma il passo segnala quanto diffuso sia il malessere degli istituti finanziari costretti a operare in un mondo per il quale non sono organizzati.
In Giappone, la cui banca centrale si è avventurata nel territorio inesplorato dei tassi negativi prima della Bce, le grandi istituzioni finanziarie sperimentano un disagio analogo. E la Bank of Tokyo Mitsubishi Ufj è il primo istituto di credito del Sol Levante a vagliare l' ipotesi di uscire dal club dei 22 operatori privilegiati per la vendita dei titoli di Stato giapponesi.
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